DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Valeria Di Corrado per il Messaggero - Estratti
«Ammetto di averla colpita con uno schiaffo e ancora mi pento per quanto ho fatto, l'errore più grande della mia vita. Se fosse qui le chiederei scusa, ma è l'unico episodio violento, il resto che racconta lei è falso».
Ha sminuito così le contestazioni mosse nei suoi confronti, Enrico Varriale. L'ex vicedirettore di Raisport è stato sentito ieri davanti al tribunale di Roma, nell'ambito del processo in cui è imputato per i reati di stalking e lesioni personali nei confronti dell'ex compagna, che lo aveva denunciato per una serie di aggressioni verbali culminate con una vera e propria violenza fisica avvenuta nell'estate del 2021 nella Capitale. Il 6 agosto il giornalista «durante un alterco per motivi di gelosia - si legge nel decreto che ha disposto il giudizio immediato - la sbatteva violentemente al muro scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole violentemente dei calci».
(...) La mattina dopo ritorno a casa sua per chiarire. Quando entro era con la vestaglia e le chiedo "vogliamo definire questa situazione?". Lei aveva il telefono in mano. Io prima le dico di prestarmi attenzione, poi le ribadisco che è un discorso di educazione, alla terza volta le prendo il telefono dalla mano. Non lo avessi mai fatto, mi salta addosso, mi strappa la maglietta, mi dice che mi rovina. Io ho risposto verbalmente e poi l'ho colpita con uno schiaffo».
«So di avere commesso un errore di cui mi pentirò per tutta la vita - ha aggiunto l'ex vicedirettore di Raisport nel corso del suo esame da imputato - Le donne non si toccano neanche con un fiore: la parità esiste in tutto tranne in questa sperequazione, l'uomo è più forte.
Ma con la stessa nettezza affermo che tutto quello che la mia ex racconta è falso. È lei che quella sera di agosto mi è saltata addosso, non l'ho colpita con calci. Lei dice che le ho messo le mani al collo, ma avevo il telefono in mano... come avrei potuto? E poi una cosa mi ha fatto male: io se avessi la signora davanti le chiederei come fa a dire che ho sputato. Lo sputo è una delle cose più schifose che si possono fare. Io non la ho mai concepita. È stata una brutta litigata, una colluttazione ma l'unico atto violento è quello dello schiaffo».
Il 64enne, però, non ha saputo dare una spiegazione al fatto che sui certificati medici della sua ex si parlasse di abrasioni al collo e ferite al ginocchio.
(...)
Varriale domani tornerà in tribunale a Roma perché la Procura ha chiesto il suo rinvio a giudizio per minacce e lesioni personali ai danni di un'altra donna, che frequentava dopo aver rotto con l'ex compagna. Tutto è cominciato l'8 dicembre 2022, quando la nuova fiamma non riusciva a contattarlo.
Ne sarebbe nata una discussione per motivi di gelosia, terminata con un ceffone che le avrebbe fatto perdere i sensi. «Trauma cranico non commotivo», recita il referto medico. «Se mi denunci ti ammazzo», l'avrebbe minacciato Varriale. Inoltre sarebbe passato sotto «l'abitazione della vittima al fine di incontrarla», si legge negli atti.
E avrebbe anche tentato di contattarla «utilizzando l'utenza della Rai, oscurando il numero chiamante» e «pronunciando con voce contraffatta una frase del tipo "morirai"».
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