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UNA VITA IN TRINCEA – LO STIPENDIO DEI SOLDATI UCRAINI MANDATI AL FRONTE È STATO AUMENTATO A 3300 EURO (PRIMA ERA SOLO DI 800), I PERMESSI CONCESSI PER TORNARE A CASA SONO POCHI: CI SONO UOMINI CHE NEI 14 MESI DI CONFLITTO HANNO POTUTO RIABBRACCIARE LA FAMIGLIA SOLO UNA VOLTA PER QUALCHE GIORNO – IL CIBO SCARSEGGIA E I SACCHI A PELO IN CUI DORMIRE PURE. NON TUTTI I SOLDATI SI SONO “ABITUATI” ALLA GUERRA E IN MOLTI SOFFRONO DI DEPRESSIONE…
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
SOLDATI UCRAINI ASSALTANO UNA TRINCEA NEL DONBASS 2
Appena possono scelgono di vivere nelle casupole contadine di legno delle periferie, invece che nei casermoni in cemento grezzo del centro. I nuclei urbani del Donbass vedono negli ultimi mesi una trasformazione profonda. […]
Dopo qualche settimana di esistenza costantemente a rischio, col rombo continuo delle deflagrazioni a pochi metri di distanza, diventa giocoforza abituarsi: ci si mette i tappi nelle orecchie, il corpo si adatta al peso del giubbotto antiproiettili e dell’elmetto (nonostante il mal di schiena) e alla fine i soldati si limitano a incassare il collo quando qualche colpo cade troppo vicino.
Attenzione però: non vale per tutti. Tanti prima o poi scivolano nella depressione e nello stress causati dalla lunga convivenza con l’orrore immanente del vedere i compagni dilaniati e paura onnipresente per la propria incolumità fisica. Tremolii, irrequietezze, insonnie e fobie sono all’ordine del giorno. Non ci sono statistiche dei suicidi. Gli ospedali militari stanno però attrezzando i padiglioni per curare gli affetti dalle sindromi depressive derivanti dalla vita al fronte. […]
Il problema più comune è la mancanza di soldi. Rispetto al 2021 il reddito medio individuale si è dimezzato. Una parte considerevole dell’esercito, sin dal conflitto del 2014, resta composta di volontari e la macchina militare centrale non è ancora attrezzata per garantire a tutti uniformi, sacchi a pelo e persino cibo. In molti casi sopperiscono le associazioni volontarie locali e straniere. […]
«Per fortuna il governo di recente ha deciso di aggiungere, alla paga mensile di 800 euro, altri 2.500 per chi è in prima linea», ci dicono alcuni marines ben acquartierati nella loro isba sulle retrovie di Avdiivka.
Ma le licenze si distribuiscono ancora col contagocce. Abbiamo incontrato soldati che hanno potuto visitare i loro cari una sola volta per 10 giorni su 14 mesi. E la prossima non sanno quando sarà.
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