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BUFALE IERI E FAKE DI OGGI – IN RUSSIA NON E’ STATO DEPENALIZZATO IL REATO DI VIOLENZA DOMESTICA, SOLO EQUIPARATE LE PENE – IN ITALIA LO SCHIAFFO AL CONIUGE E’ DEPENALIZZATO DAL 2002

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Ilaria Pedrali per Libero Quotidiano

 

VIOLENZA DOMESTICA RUSSIA 3VIOLENZA DOMESTICA RUSSIA 3

Ha fatto scalpore nei giorni scorsi la notizia che in Russia sarebbe stata introdotta una nuova legge secondo cui viene depenalizzato il reato di violenza domestica. Subito tutti a dire che in Russia ora è legale riempire di botte moglie e figli, con le varie organizzazioni che in Occidente tutelano i diritti umani a denunciare una norma definita «nauseante». Stessa sorte è stata riservata alla notizia dalla stampa mainstream.

 

VIOLENZA DOMESTICAVIOLENZA DOMESTICA

Peccato che sia una bufala. Già, perché la nuova legge altro non è se non un emendamento della legge contro le violenze domestiche, per equiparare le botte ricevute fuori casa a quelle ricevute dentro casa. Perché in Russia chi picchia moglie e figli dentro casa, fino a prima dell' emendamento, veniva punito con il carcere fino a due anni, mentre chi commetteva lo stesso reato fuori casa veniva sanzionato con una multa.

 

Olga BatalinaOlga Batalina

La proposta di legge, che è stata avanzata da un deputato donna, Olga Batalina, e che ha goduto del favore dei deputati del partito Russia Unta di Putin ed è stata presentata da un gruppo di genitori spalleggiati dalla Chiesa cristiano-ortodossa, prevede che le pene vengano equiparate. Da un sondaggio, il 60% dei russi sarebbe favorevole all' emendamento.

 

Non avendo mai avuto una legislazione in materia, lo scorso luglio la Russia adottò una legge secondo la quale picchiare un coniuge o un figlio è un reato penale, anche se non vengono provocate lesioni. Questo, secondo i sostenitori della proposta di emendamento, rappresenta un limite perché non si può fare di tutta l' erba un fascio e non si può permettere che un genitore che sculacci un figlio un po' monello finisca in carcere, mentre se una persona estranea alla famiglia fa lo stesso non ci sono conseguenze penali. Quindi si chiede che la Duma approvi una depenalizzazione del reato anche in ambito famigliare.

 

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La nuova legge dice che se si picchia una persona per la prima volta e non si provocano lesioni documentabili con un referto medico si sarà condannati a pagare una multa di 30mila rubli (circa 500 euro) e a prestare sei mesi di lavori socialmente utili. Se il fatto si ripete la multa sarà di 40mila rubli (poco più di 600 euro) che si aggiungeranno ai lavori e al possibile arresto fino a tre mesi. Se invece la vittima dovesse subire lesioni, anche per la prima volta, il colpevole sarà condannato penalmente: fino a tre anni di carcere se si tratta di danno lieve come un morso o qualche livido, fino a 7 se il danno è più grave, tipo un braccio rotto.

 

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Per fare un paragone con gli affari di casa nostra, in Italia lo scappellotto senza lesioni è depenalizzato dal 2002. Questo vale per mariti nei confronti delle mogli, per le mogli tradite che scoprono i mariti fedifraghi, e per i genitori nei confronti dei figli.

 

Quello che balza all' occhio è che nel testo della proposta di legge russa, che deve ancora passare alla camera alta della Duma e poi essere firmata da Putin, non si parla di mariti o mogli ma di coniugi. Questo perché sebbene non ci siano dati certi e ufficiali, ma solo elaborazioni di dati raccolti su base regionale, in Russia la violenza domestica è un problema particolarmente grave, soprattutto nelle repubbliche ad alta densità islamica del Caucaso.

 

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Si stima che almeno il 40% di tutti i crimini violenti in Russia avvenga in ambito familiare. E la situazione è aggravata dalla mancanza di dati statistici che tengano conto della natura del rapporto tra l' autore del reato e la vittima, nonché la ripartizione per genere. Il fenomeno, infatti, è piuttosto eterogeneo e in Russia accade spesso che anche le mogli picchino i mariti o peggio ancora che le madri picchino i figli per ritorsione nei confronti degli ex mariti.

 

Fece scalpore, l' anno scorso, il caso di una donna di Rostov che massacrò di botte il figlioletto, filmò la scena con una videocamera e inviò il video all' ex marito ricattandolo, probabilmente per farlo tornare da lei. La proposta di legge, dunque, non rappresenta un via libera a picchiare le mogli, ma un tentativo di regolamentare una situazione di vuoto normativo, rendendo la violenza domestica non più un semplice affare privato. Per tutelare allo stesso tempo sia mogli che mariti.