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“GIUSTIZIA PER JENNIFER” – ANCHE ZEMAN FIRMA CONTRO IL RITO ABBREVIATO PER L’EX FIDANZATO DELLA RAGAZZA UCCISA LO SCORSO 2 DICEMBRE CON 17 COLTELLATE: “SONO CATTIVO, CHI HA SBAGLIATO DEVE PAGARE FINO IN FONDO. CI SONO LE LEGGI E VANNO RISPETTATE”
Nicola Catenaro per il Corriere della Sera
«Ci sono le leggi e vanno rispettate. Certo, si può sempre farne altre per evitare che ci sia la certezza del diritto». Chissà se le parole pungenti di Zdenek Zeman, allenatore del Pescara Calcio, pronunciate con l' abituale tono sornione mentre firmava la petizione, hanno aiutato il tam tam. Di sicuro ieri pomeriggio allo stadio Adriatico parevano in linea con quelle di uno striscione in curva nord durante la partita con il Cittadella: «Giustizia per Jennifer».
Anche i tifosi pescaresi, nero su bianco, hanno invitato il pubblico ad aderire alla campagna dell' associazione «Noi per la famiglia» a sostegno di Fabiola Bacci e Jonathan Sterlecchini, madre e fratello di Jennifer Sterlecchini, la ragazza di 26 anni uccisa con diciassette coltellate, lo scorso 2 dicembre, proprio a Pescara, dall' ex fidanzato Davide Troilo, che ora è sotto processo con rito abbreviato.
La raccolta di firme chiede appunto di modificare le regole sul rito abbreviato prevedendo l' esclusione - e nessuno sconto - nei casi più gravi come l' omicidio. È stata promossa in collaborazione con la società calcistica e con il patrocinio della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo. E pare aver colto nel segno. Uno su quattro ieri allo stadio ha risposto all' appello e ha firmato, seguendo l' esempio dato sabato da Zeman.
A fine partita, si contavano circa duemila firme (su 7.800 spettatori). Un risultato affatto scontato, considerando il contesto piuttosto inusuale e l' attenzione decisamente spostata su altri argomenti.
«Io sono fra i cattivi perché sono del parere che chi sbaglia deve pagare fino in fondo», aveva detto Zeman. I promotori della campagna speravano nel calcio per raccogliere adesioni tra gli uomini. «Considerando che i minorenni non hanno potuto firmare, siamo contenti di poter dire che sono stati in tanti a rispondere presente e che tra questi siano stati in molti a ringraziarci - dichiara Carola Profeta, presidente regionale dell' associazione "Noi per la famiglia" -.
Siamo al lavoro da agosto e con le firme raccolte oggi siamo a 17 mila. L' obiettivo è raggiungere quota 50 mila e consegnare la petizione nelle mani dei presidenti di Camera e Senato affinché vengano accelerati i tempi per la discussione delle proposte di legge avviate dal 2013 in Parlamento. Proposte che, allo stato attuale, sono ferme».
La battaglia continuerà anche fuori dall' Abruzzo, assicurano, anche perché la famiglia di Jennifer non si rassegna: «Mia figlia era una ragazza normale e voleva vivere» dice la madre. «Aveva tanti progetti ed è dura pensare che niente ce la restituirà», aggiunge il fratello Jonathan. «Ora le cose devono cambiare. Stiamo facendo questa battaglia perché vogliamo fortemente che qualcosa cambi».
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