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    CUBA AL BUIO: L’ISOLA È SENZA ELETTRICITÀ E SENZA CIBO. L’ECONOMIA ARRANCA, QUASI LA METÀ DELLA POPOLAZIONE HA RINUNCIATO ANCHE A COMPRARE DA MANGIARE - IL GOVERNO ANNUNCIA MISURE DRASTICHE DI RAZIONAMENTO. PER LA MANCANZA CRONICA DI CARBURANTE SI FERMANO TRASPORTI PUBBLICI E PRIVATI. PERSINO I FUNERALI SUBIRANNO DEI TAGLI: I FERETRI SARANNO ACCOMPAGNATI A PIEDI - GLI ERRORI DEL GOVERNO E I RAPPORTI GELIDI CON RUSSIA E VENEZUELA


     
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    Estratto dell’articolo di Daniele Mastrogiacomo per repubblica.it

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    Cuba è senza cibo ed elettricità. Ne ha sempre di meno, è costretta a razionare anche il poco che è rimasto. L’economia arranca, mancano i soldi, quasi la metà della popolazione (40 per cento) ha rinunciato anche a comprare da mangiare. Non sa come e dove farlo. Otto persone su dieci campano con 1,8 dollari al giorno. Si sopravvive, depressi e frustrati. Adesso si prevedono blackout a ottobre perché non c’è abbastanza gasolio e benzina per produrre energia. Si deve risparmiare. Anzi, raschiare il fondo del barile visto le tavole vuote e le giornate passate spesso al buio.

     

    CUBA CRISI CUBA CRISI

    L’isola del Che e di Fidel si spegne lentamente e di questo sono consapevoli anche i massimi esponenti del regime. Per la prima volta dopo anni, i ministri dell’Economia Alejandro Gil e quello dell’Energia e delle Miniere Vicente de la O Levy sono apparsi in tv nella trasmissione di punta della sera, Mesa Redonda, quella dedicata di solito agli annunci ufficiali, quindi di interesse nazionale. Lo scrive El País nella sua edizione online. Entrambi i ministri hanno ammesso la gravità della situazione e annunciato delle misure drastiche di razionamento su cibo ed elettricità.

     

     

     

    Cuba soffre di un deficit energetico di 700 megawatt, pari al 20 per cento del consumo nazionale.

     

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    (...) Ma entrambi non nascondo più gli errori commessi dal governo negli ultimi anni. La svolta con l’apertura ai privati non ha mai decollato, pochi sono disposti a investire con tanta incertezza. Hanno mollato anche i partner storici, come Russia e Venezuela. Hanno i loro problemi, la guerra in Ucraina ha modificato l’assetto geopolitico e quindi anche le alleanze.

     

    “Alcuni Paesi con cui abbiamo stabili rapporti sono spariti”, dicono i due ministri. “Non sono stati più in grado di conformarsi alla situazione internazionale e hanno violato i contratti. Siamo dovuti ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento soprattutto per recuperare il carburante che ci occorre ogni giorno. Siamo in una situazione difficile, ma miglioreremo”, aggiungono.

    DIAZ CANEL RAUL CASTRO DIAZ CANEL RAUL CASTRO

     

    Non sarà facile. Il futuro è fosco. Quello immediato, non tra qualche mese. Dall’isola ci arrivano testimonianze sulla difficoltà a reperire ogni giorno da mangiare. Per la mancanza ormai cronica di carburante dalla prossima settimana si dovranno fermare i trasporti pubblici, i taxi collettivi, le auto dei privati. Persino i funerali subiranno dei tagli. I feretri saranno accompagnati a piedi. L’errore, osservano gli economisti, è stato puntare tutto sul turismo. Ne sono arrivati pochissimi. Lontani da quei 3,5 milioni previsti.

     

    Lo ha ammesso anche il presidente Miguel Díaz-Canel. Per evitare il crollo definitivo bisogna tornare a produrre in casa. “Bisogna consentire a chiunque abbia le risorse di avviare un’impresa”, aggiungono gli economisti.

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