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Estratto dell’articolo di Mirko Graziano per il “Corriere della Sera”
C’è stato un tempo in cui Erling Haaland era Christian Vieri. […]Che a cavallo degli Anni 2000 ha terrorizzato le difese di tutto il mondo. […] E allora, chi meglio di lui può raccontarci l’alieno norvegese del Manchester City.
Christian Vieri, chi è Erling Haaland?
«È Shaquille O’Neal. È, nel calcio di oggi, ciò che il gigante di Newark ha rappresentato per tanto tempo in Nba. Haaland è il prototipo perfetto del centravanti moderno: ha fisico, cattiveria, velocità, corsa, colpo di testa, acrobazia, coraggio. Fisicamente, in particolare, è di un’altra categoria rispetto a ogni altro collega. Parliamo di un extraterrestre. È RoboCop. In realtà, viene dal 2050...».
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Se Vieri fosse un tecnico, come proverebbe ad arginare un fenomeno simile?
«Devi piazzarne uno dietro e uno davanti, in modo da non fargli ricevere palla, o tentare almeno di sporcargli la giocata. E poi in area devi marcarlo strettissimo, altrimenti ti fa gol sicuro: quando salta, mette le ginocchia sopra la traversa. Impressionante».
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C’è oggi o c’era ai suoi tempi il difensore ideale per contrastare la montagna norvegese?
«Non lo so, certi discorsi sono solo teorici. Vedo un attaccante devastante, fuori da ogni logica. E migliorerà anche nel giocare con la squadra, legherà di più con i compagni. […]Non posso nemmeno immaginare cosa sarà fra 2-3 anni».
È il centravanti di sfondamento che più l’ha colpita in assoluto?
«Mai visto uno così negli ultimi 20 anni».
Un fenomeno in campo e un altro in panchina. Il City ha infatti anche Guardiola.
«Pep è l’Einstein del calcio. Discorso chiuso».
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Dove si può fare male al City?
«Non ha senso cercare punti deboli, la rosa inglese è devastante. L’Inter deve fare la sua partita, giocare senza pensare troppo all’altra squadra, altrimenti è finita. Basta con questa mentalità italiana del cavolo. Cosa aspetti? Il pullman? Il treno? Il taxi? Non si aspetta niente e nessuno. In una gara secca può vincere chiunque. Bisogna aggredire, attaccare e cercare di colpire per primo: bisogna scendere in campo con l’idea di spaccarli in due. Servono belve affamate».
Ma questa Inter è all’altezza delle corazzate europee?
simone inzaghi guardiola
«Non è in finale per caso. Ha battuto, Barcellona, Benfica, Porto e Milan. Il Benfica è una delle squadre che ha giocato meglio in Europa. L’Inter è fortissima, il centrocampo nerazzurro è fra i migliori 2-3 in circolazione e là davanti Inzaghi si è permesso a lungo di mettere in panchina uno come Lukaku. Se questo non è uno squadrone... […]».
Quanto conta la storia del club a certi livelli?
«In questo caso, niente. Contano i giocatori che ci sono ora. E il City ha ragazzi importanti, con una grandissima esperienza internazionale a tutti i livelli».
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