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daniele franco foto di bacco
Daniele Franco sa benissimo che non può restare in Banca d’Italia governata dal primo novembre da Fabio Panetta: è diventato, diciamo così, “ingombrante” a via Nazionale avendo ricoperto il ruolo di Ragioniere Generale dello Stato e poi ministro del Tesoro nel governo di Mario Draghi, suo fervente sostenitore e amico fin dai tempi di Palazzo Koch.
Pur godendo di un’apprezzabile stima da parte di Germania e di ambienti brussellesi, Franco sapeva altrettanto bene che non sarebbe mai arrivato a ricoprire il posto lasciato vacante da Panetta nel board della Banca Centrale Europea (Bce).
FABIO PANETTA CHRISTINE LAGARDE
Il novello governatore caro alla Meloni aveva fatto subito presente a Palazzo Chigi di aver “diritto” di avere alla Bce un interlocutore di sua fiducia come Piero Cipollone. Del resto, avrebbe ribadito Panetta, il consiglio della Banca Centrale Europea è formato dai governatori del 27 paesi dell’Unione.
A nulla è servito il rilancio del ministro del Mef Giancarlo Giorgetti in chiave anti-Meloni di Daniele Franco alla Bce, dove tutti l’avrebbero accolto felici e contenti.
GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI
La candidatura di Cipollone verrà discussa dall’Eurogruppo il 15 settembre. Per avere successo è necessario il consenso di almeno 15 dei 20 paesi della zona euro, che rappresentino almeno il 65% della popolazione.
A quel punto, per il draghiano Franco l’unica alternativa per uscire da Bankitalia by Panetta rimaneva la presidenza della Banca europea per gli Investimenti (Bei).
Un traguardo difficile. Franco entra in lizza insieme ad altre importanti figure, tra cui Margrethe Vestager, vice presidente della Commissione Europea con delega alla Concorrenza, la ministra delle Finanze spagnola Nadia Calvino, Teresa Czerwinska, attuale vice presidente della BEI, e l’ex ministro svedese Thomas Ostros.
Piero Cipollone
Tuttavia, le sfide più rilevanti sembrano provenire dalle candidature di Vestager e Calvino. Giorgetti fa un giro di telefonate per appurare quante possibilità ha Franco per farcela.
Francesi e tedeschi rispondono con un “ni”, gli spagnoli invece vogliono una contropartita per il loro candidato: l’elezione della ministra delle Finanze spagnola Nadia Calvino a capo del Meccanismo di vigilanza unico.
La data del giudizio è il 16 settembre, quando i 27 paesi membri dell’Unione Europea dovranno prendere una decisione. Il nuovo presidente della BEI sarà nominato a maggioranza qualificata durante l’Ecofin informale che si terrà in Spagna, con il consenso di almeno 18 paesi membri rappresentanti almeno il 68% del capitale sottoscritto della BEI.
GIANCARLO GIORGETTI DANIELE FRANCO
Con l’Italia, la Germania e la Francia che detengono una parte significativa delle azioni della banca centrale, il loro accordo sarà di grande importanza. Le trattative continuano con la speranza che l’autorevolezza di Draghi, otto anni a capo della Bce, possa portare il suo pupillo alla guida della Banca europea per gli Investimenti.
Daniele Franco a Cernobbio: «Voglio andare alla Bei. Mi piace quel lavoro»
Giuliana Ferraino e Daniela Polizzi per corriere.it
Alla Bei o alla Bce? «Sono sempre e solo stato candidato alla Banca europea degli investimenti», dice Daniele Franco, ex ministro del Tesoro nella pausa caffé del Forum The European House-Ambrosetti, cominciato a Cernobbio venerdì e in corso fino a domenica. «Sono il candidato ufficiale del governo italiano», ha aggiunto Franco —. È un lavoro che mi piace, la Bei svolge un ruolo importante per i Paesi europei e in futuro sarà ancora più importante, indipendentemente da chi ricoprirà il ruolo».
Nadia Calviño Santamaría
Le candidate rivali più accreditate sono la spagnola Nadia María Calviño, attuale vicepremier e ministra dell’Economia spagnola, e la commissaria europea alla Concorrenza, Margrethe Verstager «che però fa un mestiere diverso occupandosi di antitrust», dice Franco.
Le piace l’idea di trasferirsi in Lussemburgo? «È una città piacevole e sicura ma quello che mi piace è il ruolo. Ma allora perché il cortocircuito al governo con la sua doppia candidatura Bei e Bce? Franco sorride: «E chi lo dice? Non c’è mai stata una mia doppia candidatura».
Quindi chi va alla Bce? «Il candidato ufficiale del governo è il vice governatore di Bankitalia, Piero Cipollone». Ma i tempi? «È questione di qualche settimana. Il deposito delle candidature è già scaduto. Ora devono dialogare gli Stati. E se non ce la farò? Mia moglie sarà contenta».
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IGNAZIO VISCO FABIO PANETTA