Matteo Pucciarelli per repubblica.it - Estratti
alessandro di battista a dimartedi
Il cineteatro La Perla di Napoli, ieri, era quasi pieno. Tavolo della presidenza con le insegne dell’associazione-quasi partito, bandierone della Palestina in mezzo, tutti lì soprattutto per sentire lui: Alessandro Di Battista, il politico non-politico tra i più amati nel mondo social e che oggi, lasciato il M5S, segue la propria strada. Lontana anni luce dall’ex gemello nel Movimento Luigi Di Maio, oggi inamidato diplomatico della Ue, ma questa è un’altra storia.
La creatura di ‘Dibba’ si chiama Schierarsi (simbolo: cinque omini stilizzati, cinque come le famose stelle) e nelle ultime settimane ha organizzato incontri pubblici a Verona, Matera, Bari, Palermo, più banchetti estivi in varie parti d’Italia. Riscuotendo un buon successo, con 100-200 persone a volta. “Viviamo in un periodo storico di grande conformismo ed è giunto il momento di assumere posizioni chiare su temi nazionali e globali. Parole come sostenibilità, pace, autodeterminazione dei popoli e lotta alla criminalità organizzata rappresentano il cuore delle nostre azioni”, è spiegato sul sito.
alessandro di battista mostra la prima pagina di libero
Piccola curiosità: di Schierarsi Di Battista è vicepresidente; presidente è Luca Di Giuseppe, 26 anni, campano, un passato anche lui nel M5S, fedelissimo dell’ex deputato. Poi ci sono un tesoriere e cinque coordinatori nazionali. Di sicuro Schierarsi riscuote simpatie nel mondo 5 Stelle, presente e passato: anche Virginia Raggi, la scorsa estate, ha firmato per la campagna referendaria per la pace promossa dall’associazione.
Va detto che la questione pacifista è centrale nel discorso pubblico di Schierarsi. Con un posizionamento netto e radicale contro “il terrorismo di Stato di Israele”, riprendendo le parole di Di Battista sempre ieri nel capoluogo campano. Tra incontri online col professore Alessandro Orsini e Moni Ovadia, il “protagonismo collettivo” promosso dall’associazione ripesca un po’ nel posizionamento internazionale ‘eretico’ del vecchio M5S.
alessandro di battista alla manifestazione pro palestina a roma
Anche sull’accento posto sulla trasparenza interna sulla questione soldi sembra di rivedere il primo Movimento. “Tutte le cariche sociali sono a titolo gratuito (...) Le spese sostenute per detta struttura ed organizzazione sono documentate e regolarmente rendicontate; il rendiconto di ogni anno solare va sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei soci entro il mese di aprile dell’anno successivo e pubblicato sulla bacheca dell’associazione”, spiega online il tesoriere Danilo Puliani.
La domanda delle domande è se Schierarsi ha ambizioni politiche nel senso elettorale del termine e su questo Di Battista è netto: “No, non stiamo pensando ad alcuna candidatura per le Europee”. Di sicuro è un seme piantato in un’area culturale che si incrocia perfettamente tra sinistra radicale (acqua e sanità pubblica, ‘ecologia popolare’ e critica al libero mercato) e un populismo post-ideologico che rifiuta vecchie categorie e antichi simboli. Rimane poi un legame affettivo con Gianroberto Casaleggio, il co-fondatore del M5S, e così si spiega l’aver abbracciato l’iniziativa ‘Alberi per il Futuro’ promossa dall’omonima associazione promossa dal figlio Davide, anche se rapporti professionali-politici in piedi, con lui, non ce ne sono.
alessandro di battista in viaggio
Dopodiché le prospettive future potrebbero essere due, e si capiranno dopo le Europee. Se il Movimento di Giuseppe Conte dovesse andare male, allora si riaprirebbe un discorso per la leadership e un tandem Di Battista – Raggi diventerebbe competitivo per riconquistare le 5 Stelle, riportandole un po’ alle origini per l’appunto movimentiste e anti-sistema; e del resto che Beppe Grillo abbia un debole per la ex sindaca di Roma, politicamente parlando, è risaputo. Se invece il nuovo M5S dovesse mantenere un buon consenso allora chissà, potrebbe nascere un partito ex novo.
virginia raggi alessandro di battista alessandro di battista virginia raggi
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