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    DIETRO IL BENSERVITO AD ALLEGRI C'È UNA TRIMURTI MICA MALE: CRISTIANO RONALDO-NEDVED-PARATICI - AGNELLI, SINCERAMENTE COMMOSSO NELL'ADDIO AL TECNICO, GLI AVREBBE ANCHE REGALATO UNA SESTA STAGIONE. MA CR7 HA MESSO SUL TAVOLO I 300 MILIONI DELL'INVESTIMENTO BIANCONERO E FATTO CAPIRE CHE È LUI IL PRIMO DA RENDERE FELICE. LUI VUOLE UN ALLENATORE CHE SIA O MOLTO PIÙ OFFENSIVO O MOLTO PIÙ DOCILE. E QUINDI I NOMI CHE SALGONO NEL BORSINO SONO…


     
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    Dietro il benservito a Massimiliano Allegri non c'era solo la conclamata antipatia di Nedved, che avrebbe pronunciato un lapidario ''O me, o lui''. Andrea Agnelli era disposto a confermare per un'altra stagione l'allenatore toscano, ma il fronte del ''no'' si è cristallizzato intorno a una solida roccia: Cristiano Ronaldo. È stato il campione portoghese a mettere sul tavolo il peso dei 300 milioni di euro che la società ha sborsato per averlo (inclusa l'emissione di un bond per coprire questa spesa straordinaria).

     

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    CR7, con Nedved e Paratici, avrebbe fatto capire ad AA di volere un allenatore più malleabile e più attento alle sue esigenze. Cristiano si considera un trascinatore, uno che la squadra la porta in palmo di mano verso le vittorie, sia sul campo che nel marketing. Ormai è abbastanza ''anziano'' da coordinare pure il lato tecnico, e vuole avere le mani più libere possibile per fare un gioco più coraggioso. Allegri non è un tipino che si fa comandare dai giocatori, e non sono mancate negli ultimi anni uscite clamorose legate a faccende di spogliatoio.

     

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    A quel punto Agnelli si è trovato davanti a una scelta: fare felice uno con cui è pure diventato amico (erano vere le lacrime di sabato) e garantirgli una sesta stagione ''bonus'', oppure tenere buono l'investimento più importante della storia bianconera, uno che ha fatto capire di voler onorare il secondo anno di contratto ma che sul terzo la trattativa resta aperta.

     

    Questa notiziola chiaramente sposta il pendolino delle previsioni per il nuovo allenatore juventino su una figura o già amata da Ronaldo (tipo Ancelotti) oppure in generale ''soft'' come Simone Inzaghi, non su un allenatore-star alla Mourinho o Guardiola (col primo condivide l'agente, il secondo è il ''big name'' che tutti sognerebbero in Italia).

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