Ilaria Ravarino per “il Messaggero”
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Otto miliardi e mezzo di visualizzazioni. Più di Despacito, la celebre hit del portoricano Luis Fonsi che fino allo scorso novembre deteneva il record. Più di qualsiasi video di gattini, tutorial di cucina o fake news sia mai circolata su YouTube.
Dopo aver scalato in soli cinque anni le vette digitali dello streaming, lo squalo della canzone Baby Shark diventata virale tra il 2015 e il 2020 è arrivato anche in tv, in Italia dallo scorso lunedì e negli Stati Uniti dall'inizio del mese, presidiando il canale NickJr (canale 603 di Sky) come titolare della serie animata Baby Shark' s Big Show.
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LE ORIGINI
Ma il cartone animato (cui si sono aggiunti, dalla scorsa settimana, anche un canale YouTube in italiano e un giornalino in edicola) è solo l'ultimo atto di un fenomeno nato nel 2015, quando un'innocua canzoncina su una famiglia di squali, cantata intorno ai falò nei campi estivi americani negli Anni '70, fu caricata per la prima volta su YouTube sul canale della compagnia sudcoreana Pinkfong.
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Da allora, incontrollabile e imprevedibile come tutti i fenomeni del web, il video della canzone colori accesi, ritmo martellante, pochissime parole: «Bimbo squalo /doo doo doo/ Squalo mamma doo doo doo», e così via ha fatto il giro del mondo.
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Nata, secondo la leggenda metropolitana, nel 1975 sull'onda del successo del film Lo Squalo di Steven Spielberg, Baby Shark si è moltiplicata online in decine di interpretazioni diverse, in chiave pop, dance e metal, remix con la musica elettronica dei Kraftwerk, ballo di gruppo e challenge (#babysharkchallenge) oltre che in lingue e durate diverse, da video di pochi minuti al Sette ore di squali (2 milioni e mezzo di visualizzazioni).
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Undici volte singolo di platino, Baby Shark è entrato nella tv degli adulti, prima che come cartone, come canzone cantata nel 2018 da Ellen DeGeneres nel suo show e poi da James Corden, finita nell'X-Factor inglese e interpretata dalla drag queen Yvie Oddly, star dello show Netflix RuPaul's Drag Race, amata anche da influencer come Chiara Ferragni, che ad Halloween ha vestito tutta la famiglia con le pinne colorate degli squali sudcoreani.
L'INCLUSIONE
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Al centro di polemiche politiche in Corea, perché scelta come spot elettorale di un partito di centrodestra, e finita nella cronaca americana, dopo che tre guardie carcerarie in Oklahoma l'hanno imposta ai detenuti come punizione, la canzone Baby Shark è oggi la colonna sonora di un cartone animato coprodotto da Stati Uniti e Corea, già fenomeno (la première italiana ha fatto il 12% di share, in crescita del +57% nella fascia oraria) che punta a diventare la nuova ossessione dei bambini: «Si tratta di un fenomeno unico, che la pandemia ha fatto esplodere in tutto il mondo - racconta Cecilia Padula, responsabile del settore bambini per ViacomCBS - perché cantare insieme la canzone di Baby Shark è diventato un modo per unire la famiglia».
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Ambientato in un oceano abitato dai colorati squali canterini, «il cartone trasmette semplici insegnamenti, come l'importanza di lavarsi le mani, attraverso musica e filastrocche». Pronto a strappare ai cagnolini della Paw Patrol il primato nei gusti dei più piccoli, Baby Shark condivide con i cugini a quattro zampe anche il rispetto per l'inclusione: «I primi episodi invitano i bambini ad avere cura degli elementi più fragili e anziani della famiglia. Ma nello sviluppo della serie, come è successo con Paw Patrol, l'inclusione è un tema che crescerà». Ilaria Ravarino
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