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    DOPO IL REINTEGRO DI LISSNER AL SAN CARLO, IL SOVRINTENDENTE DELLA SCALA DOMINIQUE MEYER (IN SCADENZA NEL 2025) NON ESCLUDE DI RESTARE A CAPO DEL TEATRO MILANESE: “BISOGNA VEDERE SE LA NUOVA NORMA CHE FISSA A 70 ANNI IL LIMITE DI ETÀ PER UN SOVRINTENDENTE SI APPLICA ANCHE ALLA FONDAZIONE SCALA” – MEYER NON PENSA NEMMENO A UNA DIVISIONE DI RUOLI TRA SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO…


     
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    Estratto dell'articolo di Pierluigi Panza per il Corriere della Sera

     

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    La notizia del reintegro del sovrintendente del Teatro San Carlo, Stéphane Lissner, rimbalza come un coup de théâtre a Parigi, dove l’altro sovrintendente francese, Dominique Meyer, stava presentando alla comunità internazionale i programmi della Scala.

     

    Con l’introduzione della nuova legge che fissa a 70 anni il limite di età per un sovrintendente, Meyer, che compirà settant’anni nel 2025, si troverebbe nella posizione di «impossibile» rinnovo alla scadenza del suo contratto (marzo 2025), tanto che sarebbe dovuta finire all’ordine del giorno di un prossimo Cda della Scala anche una discussione sul futuro sovrintendente.

     

    Pur non entrando nel merito dell’affaire Lissner, Meyer afferma che «bisogna vedere se la nuova norma sui 70 anni si applica anche alla Fondazione Scala», che è una fondazione di diritto privato con un proprio statuto, lasciando chiaramente intendere che, da parte sua, non c’è intenzione di «sollevare la questione» ovvero non c’è intenzione di interrompere il rapporto. E nemmeno di pensare a una divisione di ruoli tra sovrintendente e direttore artistico: «Che questa divisione sia utile lo dicono coloro che vogliono diventare direttori artistici. Io sono arrivato alla conclusione che è più semplice dialogare tra due parti del cervello della stessa persona. Il gusto può essere diverso, ma non può diventare una norma».

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    Meyer si trovava a Parigi perché ieri sera Orchestra e Coro della Scala, diretti da Riccardo Chailly, hanno concluso al Théatre des Champs-Elysées una fortunata tournée europea in sette Paesi. 

     

    (...9 «La Scala va bene, la sala è piena e frequentata dall’estero, raccogliamo 44 milioni da sponsor e 35 di finanza pubblica: dopo la Ferrari è il secondo marchio più diffuso. Abbiamo il 30% di spettatori stranieri, programmi per visitare Scala e Cenacolo per i turisti e stiamo realizzando lavori per arrivare a emissioni zero». Un programma che Meyer si sentirebbe di portare avanti per altri anni.

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