Massimo Brizzi per "www.gazzetta.it"
dovizioso marquez
Come nel 2017, ma a parti invertite. Il fortino rosso regge. Il feudo austriaco della Ducati resta tale grazie al successo di Andrea Dovizioso, che conserva l’imbattibilità ‘interna’ della casa di Borgo Panigale su questa pista – dove vince ininterrottamente dal 2016, anno del suo reinserimento nel calendario – e torna a sorridere dopo il successo d’acchito in Qatar.
Il forlivese respinge l’assalto di Marquez, che voleva a tutti i costi sfatare il tabù dell’unica pista su cui in top class non ha mai trionfato, e lo fa con una prova di grande caratura. E un sorpasso da cineteca, che ha ricordato quello, altrettanto implacabile, di Rossi a Lorenzo al Montmelò 2009.
DOVIZIOSO
CAPOLAVORO
Il capolavoro avviene all'ultima curva, dove nel 2017 Dovi respinse l'assalto di Marquez con un pregevole incrocio e ora si toglie lo sfizio di 'inchiodare' il 'Marcziano' con una staccata impalcabile. Un fendente che piega un rivale straordinario e che stavolta porta il Dovi al suo stesso livello.
Vittoria importante per l'umore di squadra e pilota: un significativo riconoscimento del gran lavoro della squadra e testimonianza dalla sua voglia di non mollare. Il mondiale non subisce una svolta, Marquez , battuto sempre in volata (stavolta per 213 millesimi, dopo i 23 del Qatar e i 43 del Mugello) resta solido in testa con 58 punti su Dovizioso, che può almeno cercare di complicargli un po' la vita.
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IL PROGETTO
Sparigliare i piani di piani di fuga di Marquez era nei progetti di Dovizioso e il suo attacco a inizio gara sortisce l'effetto sperato, con Marquez portato in mezzo al gruppo e costretto a recuperare posizioni.
Il duello che è seguito è stato avvincente, a tratti anche molto ravvicinato con le moto a sfiorarsi in una lotta contro i centimetri delle staccate, ma anche psicologica e di orgoglio. I due piloti più attesi in una battaglia diretta, sul filo dei centesimi come in un O.K. Corral, ma con le moto al posto delle pistole. Vince Dovi, non perde Marquez, trionfa lo spettacolo.
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ROSSI
Alle loro spalle ecco Quartararo, sempre più costante e redditizio (terzo podio nelle ultime 5 gare) e poi Rossi, autore di una gara positiva con la Yamaha, anche se arriva alle spalle della M1 Petronas del francese. Vale recupera posizioni già al via, poi regge e termina con il compagno Vinales alle spalle. 6° Rins, buon 7° Bagnaia, al miglior risultato in MotoGP, 9°Petrucci e 10° Morbidelli, mentre Crutchlow e Miller, in situazioni scollegate, cadono.
LA GARA
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La pioggia della notte e del warm up lascia spazio all'asciutto, con i piloti che puntano su queste scelte di gomme: Rossi, Viñales, Marquez e Rins con doppia media; Dovizioso, Miller Quartararo Nakagami con Media e Soft al posteriore. Al via lo scatto è di Marquez, ma Dovizioso lo attacca all'esterno della curva 3 con lo spagnolo che deve allargare e porta fuori pure il forlivese.
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La manovra fa perdere terreno a entrambi, con Marc che si ritrova 5° e Quartararo che ne approfitta per andare in testa. Al 6° giro Dovi passa in testa e un giro dopo Marquez lo raggiunge. È il duello atteso, con Miller che scivola dopo un bell'avvio e le Yamaha di Quartararo e Rossi alle loro spalle. L'affondo di Marc (9° giro) è implacabile, Dovi replica, affiancati, con il cuore il gola.
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Un paio di tentativi per saggiare il terreno e a 9 giri dalla fine la staccata di Dovi va a segno. Primo affondo. Poi a -3 la lotta si sposta in curva, non solo in staccata, con botta e risposta in piega cui seguono altrettante stilettate in frenata e accelerazione. Al penultimo giro Marc è davanti, e ci resta pure dopo un incrocio da urlo alla prima staccata. È solo la premessa del gran finale dell'ultima curva. Quella che scrive un'altra bella pagina della storia di Dovizioso e la Ducati.
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