Alessandro Fulloni per www.corriere.it
SAMAN ABBAS
Ore 10. Riprende il sopralluogo dei periti nominati dalla Corte d’Assise incaricati del recupero dei resti che, è la convinzione sempre più diffusa tra gli inquirenti, dovrebbero essere quelli di Saman Abbas, la 18enne pachistana che sarebbe stata uccisa dai familiari poiché contraria a un matrimonio combinato.
Il cadavere si trova in una buca profonda circa due metri all’interno di un casolare diroccato a poche centinaia di metri di distanza dall’abitazione degli Abbas. I periti avranno due mesi di tempo per estrarre i resti e analizzarli. Dalle prime risultanze, emerge quella che i periti, più o meno concordi, hanno definito una «situazione complicata». Questo non tanto, o non solo, perché il casolare — abbandonato da anni — in cui è stato seppellito il corpo è pericolante dal terremoto del 2012, ma soprattutto per via del fatto che i resti non sarebbero in un sacco, contrariamente a ciò che era filtrato all’inizio.
LA MORTA DI SAMAN ABBAS - IL RITROVAMENTO DI RESTI UMANI A NOVELLARA
Il corpo della giovane sarebbe stato seppellito a un paio di metri di terra e ricoperto di terriccio. Che gli esperti dovranno letteralmente «setacciare» a mano per recuperare altri eventuali reperti. Operazioni che dovranno essere svolte mettendo prima in sicurezza il manufatto. Poi il corpo dovrebbe essere portato all’obitorio di Milano per gli esami e per il prelievo del Dna.
All’opera ci sono i maggiori esperti. Oltre all’anatomopatologa forense Cristina Cattaneo di Milano, incaricata dalla Corte d’Assise (presieduta dal giudice Cristina Beretti) di fare la perizia sui presunti resti di Saman, a Novellara spunta un altro superesperto che, come lei, si occupò della morte di Yara Gambirasio: si tratta di Marzio Massimiliano Capra, genetista biologo di Milano: è lui che, nella vicenda di Brembate, ingaggiato dalla difesa dell’imputato Massimo Bossetti, diede battaglia contro il lavoro del Ris sui resti genetici. A incaricarlo è l’avvocato Mariagrazia Petrelli che assiste Ikram Ijaz, cugino di Saman Abbas. Oltre a Cattaneo, il tribunale ha nominato anche Dominic Salsarola, archeologo forense di Milano.
LA MORTA DI SAMAN ABBAS - IL RITROVAMENTO DI RESTI UMANI A NOVELLARA
Dalle carte si scopre intanto che Hasnain ha incontrato in carcere il cugino Ikram Ijaz. I due non si erano più visti dopo la fuga da Novellara, pochi giorni dopo l’uccisione di Saman, il 1° maggio 2021. Provato dalla detenzione e ignaro di essere intercettato, Ijaz confida: «Parlerò, giuro su Allah, parlerò: da nove mesi sono disonorato...» e asserisce che se non dovesse riuscire più a sentire sua madre, si suiciderà. Hasnain replica così: «Prima avevo paura della prigione in Pakistan» ma adesso che in qualche modo, detenuto a Reggio, gli è passata, ammette di «non aver detto tutto» e potrebbe ripensarci. Poi un’altra frase di Ijaz, spifferata da«radiocarcere»: «Io la immobilizzavo per le gambe mentre Danish e l’altro cugino la soffocavano».
Shabbar Abbas, intanto, avrebbe detto al giudice che la figlia Saman è viva. È quanto si apprende dell’udienza che si è conclusa a Islamabad per il padre della 18enne. L’uomo era con l’avvocato al quale sono stati concessi sette giorni per prendere visione della documentazione arrivata dall’Italia, che ne ha chiesto l’estradizione.
Nazia Shaheen, la madre di saman abbas DANISH HASNAIN ZIO DI SAMAN ABBAS SAMAN ABBAS PADRE Danish Hasnain