1 - LA BATTAGLIA SU ESSELUNGA: IL VERDETTO ENTRO DUE MESI
Carlo Catena per “il Cittadino – Quotidiano del Lodigiano e del Sud Milano”
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«È una questione molto rilevante»: così ieri mattina a Roma i giudici della quarta sezione del Consiglio di Stato hanno salutato la discussione del ricorso presentato dalla società Attività Edilizie Pavesi contro la sentenza del 20 giugno scorso della Seconda sezione del tribunale amministrativo regionale che aveva annullato tutti gli atti del piano integrato di intervento Ex Consorzio Agrario di Lodi, di fatto le autorizzazioni per la costruzione di un supermercato a marchio Esselunga quasi di fronte alla stazione ferroviaria di Lodi.
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A fronteggiarsi in aula, per Aep, l'avvocato Maria Grazia Lanero, capo del team di amministrativisti dello studio legale internazionale Gianni&Origoni di Milano, e per Legambiente, che aveva messo in moto nel 2020 (parallelamente a Coop Lombardia) la macchina dei ricorsi amministrativi contro il "piano Esselunga' l'avvocato Claudio Linzola di Milano. esperto amministrativista.
Oggetto del contendere, la legittimità o meno dell'iter autorizzativo seguito dai tecnici del Broletto che nel 2019, in piena era Casanova, dopo l'acquisto del l'area Ex Consorzio da parte di Attività Edilizie Pavesi per 9 milioni di euro, all'esito di 23 rilanci con l'altro offerente, del gruppo Zucchetti) avevano elaborato un piano integrato di intervento in variante al piano di governo del territorio.
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Scegliendo però di non effettuare un'articolata valutazione ambientale strategica, che avrebbe allungato i tempi, ma di richiamarsi alla Vas già contenuta nel Pgt comunale vigente, che peraltro prevedeva un futuro anche commerciale per l'area.
Secondo i promotori dei ricorsi contro il "piano Esselunga", il notevole traffico indotto dal nuovo super mercato sui quartieri adiacenti, e a ridosso del centro storico, avrebbe invece imposto una nuova Vas specifica per il Piano integrato. Legambiente e il Comitato Lodi Vivibile (Ornella Bernazzani, Camilla Fosso, Germana Perani, Andrea Poggio, Maria Francesca Cella, Matteo Zanghi, Enrico Bosani) nella loro lunga battaglia avevano ottenuto dal Tar di Milano la sospensione del piano, uno stop che però pochi mesi dopo il Consiglio di Stato - la stessa quarta sezione chiamata ora a decidere, ma con giudici in parte diversi - aveva annullato «ritenuto che può suscitare perplessità la ripetizione di attività valutative già svolte in relazione ad altro livello di pianificazione».
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A questo punto Aep aveva iniziato a creare le rotonde provvisorie che hanno fatto spegnere i semafori del Passeggio. Ma a giugno scorso il Tar di Milano, nel merito, aveva annullato il piano integrato e tutto si era fermato. Resta solo la legittima l'opera di demolizione.
Ieri i legali di Aep hanno ripetuto ai giudici di Roma il lungo elenco di interventi migliorativi opere compensative accordate con il Comune per poter aprire il nuovo supermercato, 2.500 metri quadri di superficie di vendita e quasi altrettanti di magazzino. Compresi dettagli come la nuova "area cani" di via Marconi ma soprattutto le rotonde e l'ampliamento del terminal bus.
Andrea Furegato
Andrea Poggio, dirigente nazionale di Legambiente e storico esponente ambientalista lodigiano, che tra l'altro è uno dei molti che rischiano di trovarsi il nuovo supermercato quasi sotto casa, ringraziando il difensore che ha combattuto la battaglia, osserva: «Abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere per difendere i beni comuni, la nostra città di Lodi. Ora rimaniamo in fiduciosa attesa della sentenza». Gli ambientalisti avevano anche evidenziato, con manifestazioni, che alcuni degli storici tigli del Passeggio sarebbero stati tagliati per ampliare gli incroci, a servizio del supermercato. L'amministrazione Furegato ha scelto di stare alla finestra e non costituirsi nel giudizio, dicendosi pronta a dialogare con Esselunga qualsiasi sia l'esito. Che arriverà entro 60 giorni.
2 – UN “GRANA” PER IL BROLETTO. IN BALLO DUE MILIONI DI EURO
Andrea Bagatta per “il Cittadino – Quotidiano del Lodigiano e del Sud Milano”
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Per importanza, impatto sulla città e risorse in gioco, quella della riqualificazione dell'ex Consorzio è la partita cruciale della prima parte del mandato amministrativo della giunta Furegato, e potenzialmente è una partita a perdere per la nuova amministrazione, qualsiasi sia l'esito del contenzioso legale, con il rischio di dover restituire 2 milioni di euro di oneri.
Nel caso il Consiglio di Stato segua la linea del Tare dia ragione a Legambiente e cittadini, per il Comune si apriranno una serie di grane. La prima è che, essendo azzerato il piano integrato, gli oneri già versati dovranno essere restituiti al costruttore Aep. Due milioni di euro che però non sono più nelle casse comunali perché sono già stati impiegati dalla precedente giunta.
andrea furegato sindaco di lodi 8
L'amministrazione sarebbe costretta quindi a ricavare dal bilancio quella somma. Inoltre, c'è la questione dei lavori aperti in città, a partire dalle rotonde della discordia. Decadendo il piano integrato, Aep restituirà quelle aree al Comune, che dovrà probabilmente completare in proprio gli interventi. Nel frattempo, anche l'area ex Consorzio resterà nella situazione attuale fino all'approvazione di un nuovo piano.
Il tutto al netto di richieste di risarcimento. Qualora il Consiglio di Stato invece ribalti la sentenza del Tar e dia ragione ad Aep ed Esselunga, dal punto di vista amministrativo il Comune potrebbe tirare un respiro di sollievo: i cantieri riprenderanno e si procederà secondo il vecchio piano integrato.
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Che però politicamente è sempre stato contestato. Dunque, se per l'amministrazione sarebbe una buona notizia, per la visione di città che ha il centrosinistra, sarebbe un boccone indigesto da mandare giù politicamente. Per questi motivi, da subito dopo il suo insediamento, l'amministrazione Furegato ha dialogato costantemente con Esselunga e con Aep, anche questa settimana, proprio per provare a raggiungere un accordo a prescindere dalla sentenza del Consiglio di Stato. Dall'altra parte, Aep ed Esselunga, vincenti o perdenti in tribunale, avranno necessariamente a che fare con l'amministrazione Furegato, e un'iniziativa urbanistica come quella proposta, senza un consenso pieno della parte pubblica, rischia di incontrare ostacoli a ogni passo, di deviare, rallentare o addirittura perdersi. Un'intesa, insomma, servirebbe a tutti.