Estratto dell’articolo di Massimo Basile per “Affari & Finanza - la Repubblica”
smart working
Se torni in ufficio, ti pago. La nuova linea aziendale post-pandemica negli Stati Uniti tocca vette impensabili fino a tre anni fa: le compagnie americane stanno mettendo sul tavolo benefit, soldi e spese d’affitto per convincere i dipendenti a lasciare il lavoro in remoto, prendere l’aereo, attraversare il Paese e tornare dietro la scrivania. Ma anche per i nuovi assunti.
È cominciato l’addio allo smart working dopo tre anni di rivoluzione che sembravano aver cambiato per sempre il sistema americano. Secondo il Bureau of Labor Statistics, il centro di raccolta dati del dipartimento Lavoro, nel gennaio 2019 lavorava da casa il 4,7 per cento degli occupati. Nel maggio 2020, quando la pandemia da Covid era diventata un’emergenza nazionale, la percentuale era salita al 61 per cento.
smart working dal mare
Secondo Morningstar, per alcuna categorie era del 45%, e nei prossimi anni sarà bloccata tra il 12 e il 13%. Gli economisti avevano parlato di «più grande rivoluzione dai tempi della Seconda guerra mondiale». Ma negli ultimi mesi, in attesa dei nuovi dati federali, si può dire che il fenomeno stia già registrando un’inversione. […]
Nelle offerte di assunzione si chiede di andare a vivere vicino all’ufficio e mostrarsi più volte a lavoro durante la settimana. Ciò che era normale fio al 2019, ora è una condizione che fa la differenza. […]
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