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    LO SCHIFO E LA VIOLENZA A NOVARA – “IL PICCOLO LEONARDO MARTORIATO IN CASA”, DALLA MADRE NEANCHE UNA LACRIMA – IL BIMBO E’ STATO RIEMPITO DI BOTTE: FRATTURE ALLE MANDIBOLE, AL BACINO, EMATOMI AL PETTO E IL FEGATO SCOPPIATO - ARRESTATI LA DONNA E IL COMPAGNO: LEI È INCINTA. IN APRILE IL BIMBO ERA GIÀ FINITO IN OSPEDALE – L’UOMO, COCATO E CON PRECEDENTI PER VIOLENZA SESSUALE: “HO LA COSCIENZA PULITA” – SALVINI TWITTA: “MALEDETTI. PERCHÉ METTERLO AL MONDO SE NON SI È IN GRADO DI AMARE?”


     
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    Giusi Fasano per corriere.it

     

    IL PICCOLO LEONARDO CON LA MAMMA IL PICCOLO LEONARDO CON LA MAMMA

    Non deve aver dormito molto il pm Ciro Vittorio Caramore. Le immagini di quel bambino sono fisse lì, nei suoi occhi, le vede mentre dice che «è uno strazio per tutti ma, mi creda, chi ha figli fa fatica ad accettare che possa succedere una cosa del genere». «Una cosa del genere» è l’indicibile.

     

    È un bimbetto di 20 mesi arrivato in ospedale con più lividi che giorni di vita. Un orecchio gonfio, il volto tumefatto, fratture alle mandibole, al bacino, ematomi alle spalle, al petto, ovunque. E poi la botta mortale, quella al fegato. Si chiamava Leonardo e aveva avuto la sfortuna di nascere da una mamma sbagliata, se una mamma si può definire così. Sbagliata perché non ha saputo proteggerlo da se stessa e dall’uomo con il quale condivideva i suoi giorni da qualche mese.

     

    Sbagliata perché venerdì sera, quando le hanno detto che l’avrebbero arrestata, non ha mosso nemmeno un muscolo per dire qualcosa, per piangere, per autoaccusarsi o accusare il suo compagno, per mostrare di capire — almeno capire — la gravità di quello che era successo. Niente. Gaia Russo, 22 anni, incinta al quinto mese, si è lasciata portare via in silenzio nella comunità che adesso è diventato il luogo dei suoi arresti domiciliari, perché essendo in attesa di un bambino non andrà in cella. In cella è finito invece Nicolas Musi, 23 anni, l’uomo dal quale aspetta quel bambino, suo compagno di vita dal 25 ottobre 2018, come scrive lui stesso sul suo profilo Facebook.

    I GIOCHI DEL PICCOLO LEONARDO I GIOCHI DEL PICCOLO LEONARDO

     

    Da una precedente relazione

    Leonardo non era suo figlio, Gaia lo aveva avuto da una precedente relazione e il padre biologico non lo aveva mai riconosciuto. Le fotografie affidate alla platea dei social mostrano Nicolas e Gaia in versione genitori: sorrisi, baci, abbracci e felicità, con Leonardo fra le braccia, Leonardo sul passeggino, Leonardo che dorme... Giovedì lei ha chiamato il 118: «Mio figlio non respira più, aiutatemi». Lui ha preso il telefono e ha sputato minacce: «Se non fate in fretta vi ammazzo tutti».

    bimbo ucciso a novara Gaia Russo e Nicholas Musi bimbo ucciso a novara Gaia Russo e Nicholas Musi

     

    E anche dopo, in ospedale: ha rotto una vetrata a pugni e ha urlato «Dovete salvarlo, sennò io vi ammazzo». Non era l’agitazione di un uomo disperato per quella situazione, era la sua indole violenta che veniva a galla ancora una volta. Il suo passato è un pessimo biglietto da visita. Nicolas ha precedenti penali per furto e ha precedenti di polizia per violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, truffa, percosse e stupefacenti. La cocaina è uno dei suoi grandi problemi e, stando agli esisti delle analisi mediche, ne aveva nel sangue anche due giorni fa. «Io ho la coscienza pulita» ha detto al pm mentre era in corso l’autopsia. Per il resto scena muta. E quelle parole — «la coscienza pulita» — «con il senno del poi mi sono sembrate agghiaccianti» ha detto ieri il dottor Caramore.

    bimbo ucciso a novara bimbo ucciso a novara

     

    Massacrato

    Il senno del poi è legato ai risultati dell’esame che la dottoressa Claudia Rosa ha eseguito su quel corpicino martoriato. Leonardo è stato massacrato. «Maledetti. Perché metterlo al mondo se non si è in grado di amare?»: twitta il vice premier Salvini. Per dirla con il questore Rosanna Lavezzaro: «L’autopsia ha confermato i nostri sospetti più gravi», altro che «caduto dal lettone mentre stavamo preparando la pappa» come hanno raccontato la madre e Nicolas.

     

    Può darsi che domani, all’udienza di convalida del fermo per omicidio volontario pluriaggravato, si faccia strada un po’ di verità nel racconto di Gaia e Nicolas, ammesso che stavolta vogliano rispondere alle domande del gip. Servirebbe a definire le singole responsabilità, a ricostruire la dinamica, a rendere giustizia — almeno un po’ di giustizia — alla memoria di Leonardo. Che forse (e sta cercando di accertarlo la Squadra mobile guidata da Valeria Dulbecco) era già stato vittima della ferocia degli adulti. C’è traccia di un suo recente passaggio in ospedale, ad aprile. Lo avevano portato in Pronto soccorso perché «morso da un cane», dissero. Impossibile oggi non sospettare che fosse una bugia.

    bimbo ucciso a novara bimbo ucciso a novara

     

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