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    CASTIGATI DALL’AUTOVELOX INVISIBILE - ECCO COME FUNZIONANO GLI “SCOUT SPEED” CON LA MAPPA DELLE CITTÀ IN CUI SONO STATI INSTALLATI - SONO 32, PRESTO DIVENTERANNO 38 E SI TROVANO PREVALENTEMENTE AL NORD - SONO TEMIBILI PERCHÉ PER LEGGE SONO GLI UNICI CONTROLLI DI VELOCITÀ CHE POSSONO NON ESSERE PRESEGNALATI E VISIBILI…


     
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    Maurizio Caprino per https://www.ilsole24ore.com

     

    Sono 32, presto diventeranno 38 e si trovano prevalentemente al Nord. È questa la mappa degli Scout Speed, l’ultima generazione dei rilevatori di velocità che funzionano anche quando la vettura di servizio in movimento su cui si trovano è in movimento. Sono temibili non solo perché per legge (messa in dubbio da qualche giudice) sono gli unici controlli di velocità che possono non essere presegnalati e visibili: c’è anche il fatto che, rispetto alla prima generazione (Provida), hanno una “produttività” maggiore.

    SCOUT SPEED - LA MAPPA DEGLI AUTOVELOX INVISIBILI SCOUT SPEED - LA MAPPA DEGLI AUTOVELOX INVISIBILI

     

    Infatti, con il Provida era necessario che l’agente seduto a fianco del guidatore puntasse di volta in volta il veicolo inseguito mentre si trovava in sospetto eccesso di velocità: il sistema funzionava solo con una telecamera, di cui raffrontava le immagini con la velocità dell’auto di servizio. Lo Scout, invece, effettua le rilevazioni con un radar, che emette onde verso tutti i bersagli visibili. Anche verso chi viaggia in direzione opposta. Inoltre, può funzionare con questa modalità automatica anche da fermo.

     

    Non c’è bisogno di presegnalazione e visibilità perché la norma che le impone si riferisce al concetto di «postazione», che normalmente viene interpretata come fissa. In alcune sentenze (una minoranza) è stato però ritenuto che potesse anche essere mobile e quindi da presegnalare e rendere visibile anch’essa.

     

    La mappa vede una concentrazione in aree dove storicamente i controlli automatici sulle infrazioni stradali sono più frequenti e con uso di strumenti innovativi (talvolta discussi, se non addirittura fatti funzionare con modalità illegittime). Tra queste, la zona di Torino, dove in questi giorni il debutto di uno Scout sta facendo notizia.

     

    SCOUT SPEED - LA MAPPA DEGLI AUTOVELOX INVISIBILI SCOUT SPEED - LA MAPPA DEGLI AUTOVELOX INVISIBILI

    Sempre in Piemonte, c’è uno Scout Speed in dotazione alla Asp (Azienda di servizi Pubblici) di Asti, in versione completamente integrata (con cifratura end-to-end dallo strumento al sistema informatico di gestione delle sanzioni) con la piattaforma Titan della Safety21, che tra l’altro consente al multato di vedere online la foto dell’infrazione e ricevere notizie di approfondimento sulle norme violate, le modalità di pagamento e quelle per presentare ricorso. L’integrazione apparecchio-sistema era stata già progettata per essere completamente in regola col nuovo regolamento europeo sulla privact (Gdpr).

     

    Lo Scout sta per arrivare anche a Milanoe Rimini. Altri Comuni ai quali la fornitura è in corso sono Vigevano e Tromello (nel Pavese), Villafranca e San Pietro in Cariano (nel Veronese).

     

    Non bisogna comunque pensare che nulla sfugga allo Scout: in condizioni di traffico non scarso, i veicoli possono “coprirsi” l’uno con l’altro. I sistemi di rilevamento fissi della generazione attuale (quelli montati in alto su pali, magari abbinati a spire che sentono praticamente ciascun passaggio su ogni corsia) hanno una “resa” maggiore.

    SCOUT SPEED - LA MAPPA DEGLI AUTOVELOX INVISIBILI SCOUT SPEED - LA MAPPA DEGLI AUTOVELOX INVISIBILI

     

    Inoltre, per quanto lo Scout possa funzionare in automatico, quando viene usato in movimento deve essere comunque vigilato con attenzione dagli agenti: bisogna tener conto che, soprattutto su strada extraurbana ordinaria, spesso un limite di velocità locale resta invariato solo per poche centinaia di metri. Quindi bisogna cambiare spesso l’impostazione del limite oltre cui far scattare le sanzioni o pattugliare di continuo solo un tratto breve.

     

    Senza contare che non sempre gli agenti possono essere certi del limite che vige in direzione opposta, per cui si tende a effettuare i servizi solo su pochi tracciati predefiniti e ben conosciuti dai pattuglianti.

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