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    LA "PIEDOFILIA" TRA MARINA LA ROSA E ANDREA SCANZI ("SEI LA MISTRESS DI CUI SOGNAVO D’ESSER SLAVE SENZA DIRITTI MA SOLO DOVERI”), IN ATTESA DEL LETTO, DIVENTA LETTERATURA - SCRIVE LA GATTAMORTA: "IL TUO INCONSCIO HA ELABORATO IMMAGINI DI TE CHE TI ECCITAVI BACIANDO UNA MIA SCARPA MENTRE PROBABILMENTE EIACULAVI NELL’ALTRA. E LO SAI PERCHÉ CARO ANDREA? PERCHÉ NON SONO SOLO I MIEI PIEDI AD ESSERE OSCENAMENTE PERFETTI MA LO SONO ANCH’IO, TUTTA. E TU, UOMO INTELLIGENTE, TE NE SEI ACCORTO. TI ASPETTO..."


     
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    OH, LADY MARINA...

    Di Andrea Scanzi

     

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    Va bene tutto. Va bene che mi svegli alle 6 e non sapendo che fare corra 10 chilometri. Va bene che il Frecciarossa Arezzo-Roma abbia all’andata 40 minuti. Va bene che, a Roma, mi trovi accanto a pranzo dei tangheri giuggioloni atti a ripetere che Renzi fosse Churchill. Va bene pure che, durante la presentazione alla Mondadori di Cola di Rienzo con Di Battista, non funzioni nulla di nulla. Di sicuro non i microfoni, al punto tale che si è dovuto parlare un’ora e mezzo urlando. Per giunta in piedi, perché c’era tanta gente e altrimenti non ci avrebbero visto. Va bene tutto. Anche la più squisita disorganizzazione totale.

     

    La fila a caso. Il caldo. La ressa. Va bene il taxi che non arrivava. E va bene pure il Frecciarossa del ritorno Roma-Arezzo con quel ritardo empio di 85 minuti, che mi ha scombinato i piani con Mesmeric Lady costringendomi a un mesto sushi di contrabbando a Termini. Va bene perfino Il Fatto che mi ha sbagliato il biglietto, scatenando una faida sopita a fatica con il controllore.

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    Va bene tutto. Son stoico e sopporto. Ma una cosa no che non va bene. Scopro che, durante la presentazione, mi ha cercato Alessandro Ferrucci. Un collega molto bravo del Fatto, il cui lavoro principale è intervistare gente figa per il cartaceo. Quando la presentazione è finita e sono a Termini, gli scrivo: “Mi hai cercato?”. Lui: “Sì”. “Problemi?”. “No, ero con Marina La Rosa”. Cosa? Cosa?? Cosa??? Eri con Marina La Rosa? La Divina Marina La Rosa, la donna a cui ho dedicato alcuni dei miei ormoni ventiseienni migliori, la Mistress di cui sognavo d’esser slave senza diritti ma solo doveri?

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    Di colpo la tristezza mi devasta tutto. Sono in macerie, deriso e vilipeso: da me stesso, anzitutto. Nulla ha più senso. “Scusami Ale, ma che voleva?”. E lui, immagino sghignazzando: “Ma niente, eravamo insieme (?) e voleva salutarti (!)”. Io, giusto per preparar meglio al centro del patibolo: “Ma se Ella neanche mi conosce…”. E lui, sornione: “Eh, se ti conosce! Lo ha letto su Dagospia che sognavi di essere il suo schiavo quando faceva il GF e ci sei rimasto male quando hai scoperto che lì dentro quello che le baciava i piedi era Casalino”. E’ vero: è la cosa che più mi fa incazzare di Casalino, che peraltro ne ha molte altre. Ale però va avanti: “E poi gliel’ho ricordato io”. Ma vaffanculo Alessandro, vai.

     

    ANDREA SCANZI ANDREA SCANZI

    Ci rendiamo conto? Vi rendete conto? Non ho potuto parlare con la Domina su cui fantasticavo quando ero così gonzo da ritenere strano il mio esser maso-feticista, quando invece – di fronte a piedi così oscenamente perfetti come quelli di Lady Marina – l’adorazione era naturale. Naturale. Oserei dire incentivandole. Ella mi ha cercato e io non ero pronto per la Chiamata. Tutto ciò è straziante. Perdonami, Marina.

     

    Sono un uomo empio. Un peccatore, un dissoluto. Più che altro un cazzaro. Sia come sia, di fronte a Cotanta Bellezza ho sempre avuto lo stesso approccio di Troisi e Benigni davanti al Savonarola: “Puoi anche camminarmi sopra. Puoi anche muoverti. Io me ne starò lì: zitto”. Zitto e felice. Sappi che ti sarò sempre fedele. Il giorno in cui vorrai conquistare il Mondo da Cleopatra quale sei, mi avrai accanto come il più adorante dei servitori. Lode a te. E bischero a me.

    I PIEDI DI MARINA LA ROSA I PIEDI DI MARINA LA ROSA

     

    Risposta di Marina La Rosa

    “‘Vai, vai scrivilo’ e menomale. “Non ci resta che piangere” è, tra l’altro, uno dei miei film preferiti e farò proprio come Savonarola, ‘con la tua testa sotto i miei piedi e tu zitto, come una mosca’. Perché in fondo è ciò che si meritano tutte le persone come te. Tu sei un uomo. Quindi, per sillogismo aristotelico, lo meriterebbero tutti gli uomini. Un piede in faccia. E che piede.

     

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    Tuttavia confesso che nonostante gli innumerevoli feticisti che mi scrivono, io non ho mai praticato quest’incantevole arte, mi farebbe piacere fossi tu lo schiavo della mia cerimonia di iniziazione. Tu ‘maso-feticista’ che non sei altro, hai perso una semplice telefonata (si è vero, ti ha chiamato Alessandro Ferruccio ed io ero lì accanto a lui pronta ad accogliere il tuo divertito imbarazzo), e se ciò ti ha reso profondamente triste è normale, ti capisco. Ti sei sentito improvvisamente inutile e nulla per te ha avuto più senso. Il tuo inconscio ha elaborato immagini di te che ti eccitavi baciando una mia scarpa mentre probabilmente eiaculavi nell’altra.

     

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    E lo sai perché caro Andrea? Perché non sono solo i miei piedi ad essere oscenamente perfetti ma lo sono anch’io, tutta. E tu, uomo intelligente, te ne sei accorto. Ti aspetto.

    (Ah.. ci tengo a precisare che di tutto ciò che si dice non mi è mai importato nulla.

    Odio i bigotti, i mediocri e, soprattutto, la noia.  Ci sono due cose meravigliose che con l’età non vorrei mai perdere. L’ironia e la leggerezza).

    Marina La Rosa”

     

    Controrisposta di Andrea Scanzi

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    Ho sempre saputo che Marina avesse proprio un altro passo. La sua risposta è un capolavoro di ironia, leggerezza e libertà. Da suo adepto oltremodo devoto, accetto con onore la sfida. Dove e quando vuole. Convoco sin d’ora i paparazzi tutti per il trampling del secolo. Le foto in cui bacerò il suo oltremodo nobile piede faranno ulteriormente rosicare la sterminate pletora pipparola di noiosone e bigotti. Sia dunque lode.

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    Andrea Scanzi

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