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    ERDOGAN, IL SOLITO EQUILIBRISTA – IL PRESIDENTE TURCO HA UN RAPPORTO DIRETTO CON HAMAS, MA PROVA A FARE DA MEDIATORE CON ISRAELE – COME PER LA GUERRA IN UCRAINA, VUOLE PORSI A METÀ TRA LE DUE PARTI, E OTTENERE IL RUOLO DI INSOSTITUIBILE PACIERE, MA DIFFICILMENTE POTRÀ ESSERE CREDIBILE – I PALESTINESI LO VEDEVANO COME IL “NUOVO SALADINO” MA SONO RIMASTI DELUSI DOPO LO SCONGELAMENTO DEI RAPPORTI DIPLOMATICI CON ISRAELE – “L’EQUAZIONE IMPOSSIBILE” DEL SULTANO: SE LA GUERRA SI ALLARGASSE ALL’IRAN, SAREBBE COSTRETTO A SCHIERARSI E...


     
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    Estratto dell’articolo di Mariano Giustino per www.huffingtonpost.it

     

    recep tayyip erdogan al vertice nato di vilnius recep tayyip erdogan al vertice nato di vilnius

    Erdogan parla con gli Usa e con i leader israeliani e palestinesi, proponendosi per una mediazione sulla liberazione dei prigionieri presi in ostaggio da Hamas. Ciò non sorprende affatto perché, come è noto, la Turchia ha un rapporto diretto con esponenti dell’organizzazione fondamentalista-terroristica che amministra Gaza. Il ruolo di Ankara, così come quello de Il Cairo, sarà fondamentale nei prossimi giorni.

     

    […] la proposta turca di mediare tra Israele e Hamas è oggetto anche dei colloqui telefonici che il leader turco ha avuto in queste ore con il presidente israeliano Isaac Herzog e con il presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas. Erdogan ha assicurato ai due leader il proprio impegno per un ritorno alla calma nella regione.

     

    ndr satira erdogan 5 ndr satira erdogan 5

    […] Come nel caso della guerra di invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la Turchia tiene a mantenere una posizione di “equilibrio” anche nella crisi israelo-palestinese. Pur dichiarandosi a fianco del popolo palestinese, definito come “fratello”, e a sostenere i suoi diritti, riconosce quelli di Israele a difendersi.

     

    Erdogan ha ribadito la posizione formale del governo di Ankara secondo cui una pace duratura in Medio Oriente “è possibile solo attraverso una soluzione definitiva del conflitto israelo-palestinese” e propone una soluzione a due Stati, col ritorno ai confini del 1967 e con Gerusalemme est come capitale del futuro stato palestinese.

     

    ABU MAZEN CON RECEP TAYYIP ERDOGAN ABU MAZEN CON RECEP TAYYIP ERDOGAN

    “Gli ottomani hanno governato su Gerusalemme per più di quattro secoli”, ha tenuto a sottolineare il leader turco durante le terribili ore dell’attacco di Hamas. “Occorre la nostra azione diplomatica per disinnescare la crisi”, ha aggiunto.

     

    Anche nel conflitto israelo-palestinese il leader turco si sta movendo abilmente con tono “calmo e misurato”, consapevole del fatto che assumendo una posizione di neutralità può svolgere un ruolo molto costruttivo.

     

    Si è astenuto dall'inserire la sua solita retorica islamista incendiaria nei suoi commenti pubblici, nonostante le aspettative della sua base antisraeliana e antisionista e di larga parte dell’opinione pubblica che è in maniera trasversale molto vicina ai movimenti palestinesi, anche quelli più radicali.

     

    recep tayyip erdogan joe biden recep tayyip erdogan joe biden

    Ankara tiene ad affermare un suo presunto ruolo di difensore della comunità musulmana, "ummah", e da sempre il presidente turco si erge a paladino dei diritti dei palestinesi […].

     

    Le relazioni turco-israeliane sono state sempre fortemente influenzate dagli sviluppi del conflitto israelo-palestinese. I legami bilaterali entrarono in profonda crisi a causa dell'incidente della Mavi Marmara nel maggio 2010.

     

    Solo sei anni dopo avvenne il disgelo. Israele risarcì le famiglie di nove attivisti turchi uccisi durante il raid israeliano sulla nave di una Ong umanitaria che intendeva forzare il blocco di Gaza. Le tensioni scoppiarono di nuovo nel maggio 2018, quando gli Stati Uniti spostarono la loro ambasciata a Gerusalemme e vi furono feroci scontri tra le forze israeliane e Hamas al confine con Gaza. Vi furono decine di morti. Erdogan accusò Israele di “genocidio” e Ankara invitò l'ambasciatore israeliano ad andarsene e richiamò il suo inviato a Tel Aviv.

     

    distruzione a gaza distruzione a gaza

    Non è un caso se nelle strade delle città arabe, della Siria, dell’Iraq, della Libia, ecc., capita di vedere esposte bandiere turche e campeggiare manifesti con l’immagine di Erdogan, celebrato come uno dei pochi difensori regionali della causa palestinese, una reputazione […] sopravvissuta anche al recente disgelo nelle relazioni tra Gerusalemme e Ankara […].

     

    Israele accusa da tempo Erdogan di fornire un rifugio sicuro a esponenti di Hamas, una denuncia questa rivolta ad Ankara anche da altri governi regionali, come l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti (EAU). La Turchia non riconosce Hamas come organizzazione terroristica ed Erdogan ha incontrato il suo leader, Ismail Haniyeh, a luglio insieme ad Abbas, presidente dell'Autorità Palestinese ad Ankara, nel tentativo di intercedere per tentare di ricucire le relazioni tra i leader palestinesi rivali.

     

    BENJAMIN NETANYAU CON RECEP TAYYIP ERDOGAN BENJAMIN NETANYAU CON RECEP TAYYIP ERDOGAN

    Erdogan ha pubblicamente rivendicato di essere filo-palestinese, non ha mai manifestato sostegno a Israele […]. Come è noto il 30 gennaio del 2009 rimproverò con estrema durezza pubblicamente il presidente israeliano Shimon Peres in un incontro faccia a faccia, a margine del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, accusandolo "di sapere molto bene come uccidere i bambini".

     

    […] Fu da allora che il presidente turco per Hamas e i palestinesi divenne il "nuovo Saladino", il "conquistatore di Davos", il nuovo simbolo dell’orgoglio musulmano dal Bosforo alle coste di Gaza. Dopo quell'incidente Erdogan […] fu accolto trionfalmente in patria salutato da folle in delirio, con cori di manifestanti coperti da bandiere palestinesi. Vi furono manifestazioni di giubilo per il leader turco anche a Gaza. Con lui si complimentarono anche Hamas e l’Iran per quell’attacco verbale a Israele.

     

    il sistema iron dome in funzione contro i razzi palestinesi il sistema iron dome in funzione contro i razzi palestinesi

    La firma degli accordi di Abramo tra Gerusalemme e alcune monarchie del Golfo e i crescenti legami di Israele con la Grecia e Cipro che contribuirono a comportare di fatto l’isolamento diplomatico regionale della Turchia innescarono un cambiamento di posizione nella politica estera di Ankara resosi necessario per la drammatica crisi economica che stava attraversando il paese.

     

    Il leader turco si è subito impegnato a normalizzare le relazioni con diversi paesi della regione e la Turchia si è riavvicinata all'Egitto, agli Emirati Arabi Uniti, all'Arabia Saudita e alla Grecia. Per conseguire la normalizzazione delle relazioni con Israele, Ankara è stata costretta ad espellere dozzine di esponenti di Hamas, alcuni dei quali con forti legami con la sua ala militare e cioè con le Brigate ?Izz al-Din al-Qassam.

     

    il tweet di bilgin ciftci il tweet di bilgin ciftci

    Negli ambienti politici israeliani si sostiene che Ankara difficilmente potrà svolgere un ruolo di mediatore con la dovuta credibilità perché ritenuto un partner inaffidabile ed è percepito dagli ambienti più conservatori di Gerusalemme come un collaboratore di Hamas.

     

    Ora anche per Hamas, la Turchia non è più il partner affidabile di un tempo e per questo nel vertice dell’organizzazione fondamentalista si avverte una crescente diffidenza. Ankara tenterà comunque di accreditarsi come mediatore anche perché un’ulteriore conflagrazione del conflitto che, ad esempio, coinvolgesse l’Iran, sarebbe disastrosa per tutti gli attori regionali, non da ultima per la Turchia che sta cercando disperatamente di risanare la sua economia ancora traballante.

     

    Se Israele dovesse entrare in guerra contro l’Iran, Ankara si troverebbe di fronte ad una “equazione impossibile” e cioè sarebbe costretta a schierarsi, ruolo questo assolutamente inedito e rischioso per la stabilità del suo potere, non potendo più svolgere il ruolo di attore equidistante e di equilibrio come assunto nel conflitto in Ucraina.

     

    palestinesi piangono la morte di un bambino a gaza palestinesi piangono la morte di un bambino a gaza

    […] L’Iran rappresenta per la Turchia l’unica via terrestre verso i mercati dell’Asia centrale ed è un importante fornitore di gas naturale. Inoltre, le forze iraniane e i suoi proxi presenti in Siria potrebbero rivoltarsi contro il contingente militare turco nella parte settentrionale del paese, dove Ankara e Damasco sostengono le parti opposte, ma soddisfano gli interessi comuni.

     

    L’attacco senza precedenti di Hamas di sabato 7 ottobre, che ha provocato la morte di oltre mille persone, di cui almeno 800 israeliani, è, per tutto questo, di proporzioni sismiche, se si dovesse estendere verrebbe giù tutto il Medioriente.

     

    La proposta di mediazione di Ankara è al momento per nulla realistica. […]

     

    ERDOGAN BY VINCINO ERDOGAN BY VINCINO

    La Turchia sa che nulla sarà più come prima nei rapporti con Israele perché Gerusalemme […] non sarà più disponibile a confermare con Ankara la linea del “business as usual”. Gerusalemme continuerà certamente a fare pressione affinché la Turchia annulli il suo sostegno ad Hamas, ad esponenti della quale aveva dato finora riparo e concesso libera circolazione. […]

     

    Il Qatar, anch’esso convinto sostenitore di Hamas, con il sostegno degli Stati Uniti, avrebbe invece già avviato una mediazione tra le parti per uno scambio di prigionieri. Un primo accordo prevederebbe la liberazione di donne israeliane catturate da Hamas in cambio di donne palestinesi prigioniere nelle carceri israeliane”. Israele non ha però confermato che tale mediazione sia in corso.

    ERDOGAN ERDOGAN

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