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    CIMA DI RAP - ESCE IL PRIMO DISCO DELLA RAPPER CALABRESE LOOP LOONA: “SO COS’È LA ’NDRANGHETA E PER QUESTO ODIO TUTTA LA RETORICA DI SAVIANO. LE COSCHE HANNO RADICI PROFONDE NEL TERRITORIO: TUTTO QUESTO “SAVIANESIMO” È INTOLLERABILE”


     
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    Alice Castagneri per “la Stampa.it

     

    Anche se ci fosse l’apocalisse del rap, lei non si arrenderebbe. Loop Loona, mc calabrese che per prima ha sfidato i colleghi maschi nell’arena di Spit, è determinata e appassionata. E Senza Fine, il suo primo album ufficiale - che esce oggi per Antibemusic - è un concentrato di energia e rabbia. Come si vede già dalla cover. Loona (in versione fumetto) è tra i palazzi in fiamme con fucile in spalla e segni neri sotto gli occhi, pronta alla “battaglia”.

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    Ma, nonostante nella copertina, realizzata da Fabio Gaudio, sia il lato da maschiaccio a emergere, non bisogna farsi ingannare. Nell’album, infatti, si va da pezzi veloci e duri, come Athena e Venere, a quelli più rilassati e introspettivi, come Agatha Christie e Senza fine. Ci sono richiami al sound più classico dell’hip hop e melodie più hardcore.  

     

    Al progetto hanno partecipato tre produttori musicali, tre cantanti e tre dj/turntablist. Le produzioni sono per la maggior parte curate da Turi. Gli altri beat sono prodotti da dj Impro e da Cukiman dei PepeSoup. Tra le voci ospiti, tutte femminili, figura Martina May. I dj «reclutati», invece, sono Dj Fakser, Dj Drugo e Dj Myke. 

     

    Qual è il messaggio dell’album?  

    «Ora come ora il rap va molto di moda, ma è un impero un po’ costruito. Credo che prima o poi cadrà. Non sparirà, ovviamente, perché ormai questo genere ha raggiunto un livello altissimo, ma tra un paio di anni se ne parlerà di meno. In ogni caso, anche quando non andrà più di moda, io non crollerò. Ho fatto e sto facendo la mia gavetta, tanti spariranno, ma quelli che lavorano bene resteranno. Chi lavora solo per la fama sarà travolto».  

     

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    Molte canzoni s’intitolano come celebri personaggi femminili. Perché tutta questa attenzione all’universo “rosa”?  

    «Credo molto nell’energia femminile. Vorrei che tante donne si avvicinassero al rap e all’hip hop. Questo genere non può essere soltanto maschile , o soltanto di protesta. E non può essere solamente un prodotto per fare soldi alle spalle dei ragazzini. Per me può essere anche letteratura. E quindi Agatha Christie. O un’opera d’arte. E quindi Monnalisa. Per quanto riguarda Athena e Venere, sono sempre stata appassionata di mitologia greca e non potevo non citare le mie dee preferite». 

     

    Anche per i feat hai scelto tutte donne, come mai?  

    «Le collaborazioni sono nate spontaneamente, ma è stata una scelta precisa. Nel disco volevo donne davvero brave. Oggi ’R n’b d in Italia stenta a decollare. Ho scelto Martina May perché è davvero una delle esponenti migliori del genere». 

     

    E tu, che tipo di donna sei?  

    «Sono una ragazza normale, come tante altre. Non sono meglio, peggio, o speciale. Faccio una musica che è prettamente maschile quindi alcuni mi vedono come un mostro. Cerco di mantenere la mia femminilità, nonostante il front della cover sia così duro. Il retro, però, è più femminile».  

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    È un disco rivolto alle donne?  

    «Diciamo che è un disco per tutti. Sia donne che uomini. Insomma, va bene per tutte le età». 

     

    Allora anche per i bambini?  

    «Per i più piccoli no. Non è molto educativo. Comunque non sono una buonista. Tanto le parolacce le dicono tutti, i ragazzini le ascoltano a scuola o in tv. E poi la lingua italiana è molto volgare rispetto ad altre, quindi non vedo il problema di usare qualche termine volgare». 

     

    Cosa non ti piace della scena?  

    «Molti prodotti sono scritti a tavolino per vendere copie, che poi non vendono. Portare alle stelle dei personaggi che in realtà non hanno una base solida è sbagliato. Senza base il disco non vende. E se l’album non vende è un male per tutti. Così l’impero crolla. Creare tutta questa apparenza di successo non va bene se nei fatti è tutto diverso». 

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    In un pezzo dici che nella vita servono due attributi: talento e perseveranza. E una dote: i soldi. Anche nel rap è così?  

    «Un po’ mi sono pentita di quella citazione perché fa riferimento all’organo sessuale maschile. In ogni caso credo che servano talento , perseveranza e soldi. Altrimenti difficilmente si riesce ad arrivare dove si vuole. Se hai talento alla fine trovi qualcuno che crede nel tuo progetto. Io ho trovato Antibemusic , che mi ha dato la possibilità di realizzare questo album. Non vengo da una famiglia ricchissima e non avrei potuto pagarmelo da sola». 

     

    La tua famiglia ti ha sempre sostenuto?  

    «Per molto tempo non mi hanno appoggiato. Io vengo dalla provincia, quindi i miei genitori non ero aperti verso la musica. L’hanno sempre considerata inutile. Ma ora mio padre è orgoglioso di me». 

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    Nel brano Dalle mie parti parli della Calabria. Che rapporto hai con la tua terra d’origine?  

    «Sono andata via quando avevo diciotto anni. Ma ci torno sempre, e poi la mia famiglia vive ancora là. È una terra bellissima , ma a volte può essere molto violenta. Lì, ho visto la morte. Ero piccola, ma ricordo perfettamente le guerre di ’ndrangheta. Nel brano parlo di storie vere, successe a persone che conoscevo. So cos’è la ’ndrangheta e per questo odio tutta la retorica di Saviano. Le cosche hanno radici profonde nel territorio e la ’ndrangheta non può esser smantellata facilmente. A livelli alti Stato e mafia sono la stessa cosa. La ’ndrangheta c’è e ci sarà. Quindi tutto questo “savianesimo” è intollerabile».  

     

    La tua canzone preferita dell’album?  

    «Sicuramente Iniziazione, il pezzo con Dj Myke. È un brano con una bellissima atmosfera. Avere messo tre dj nell’album mi rende davvero fiera. La figura del dj nell’hip hop è fondamentale. Quindi avere  

    Dj Fakser, Dj Drugo e Dj Myke è stato un bellissimo regalo».  

     

    Sei pessimista sul futuro del rap?  

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    «No. Credo che la ruota giri. Il rap salirà e scenderà. In fondo tutto è ciclico. E poi dipende anche dai personaggi che calcano la scena e dalla loro capacità di trascinare il movimento. Se in futuro, dopo la discesa, ci sarà un altro Fabri Fibra, allora il rap tornerà ancora in auge».  

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