Roberta Cecchi per "Il Giornale"
divorzio
«Andrà tutto bene», è questa la frase che ha campeggiato per mesi fuori dai balconi e dai negozi di mezza Italia, scritta a caratteri cubitali su vecchie lenzuola, coperte e striscioni, accompagnata quasi sempre da un altrettanto mastodontico giga-arcobaleno che voleva simboleggiare la speranza e un futuro migliore.
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Poi però con il passare dei mesi, qualche bel temporale e l'arrivo del sole, quel messaggio si è pian piano sbiadito e così mentre lei (la scritta sul cartellone) andava via via scomparendo, ecco che anche dai nostri cuori quel sentimento di unione e fratellanza è lentamente andato a farsi benedire, insieme a tutti i nostri buoni propositi.
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«Ne usciremo migliori» affermavano tutti a inizio pandemia, convinti che quel momento di isolamento forzato ci avrebbe insegnato «l'importanza degli affetti veri, della famiglia e delle cose care». Già, peccato che le cose non siano andate proprio così anzi, diciamo pure che questa pandemia (per quanto possibile) ci ha reso addirittura peggiori.
coronavirus
Quindi se fino a gennaio molti di noi potevano considerarsi dei personaggi alla Tony Stark di The Avengers, ovvero decisamente spocchiosi ma sotto sotto dal cuore tenero, ecco che ora la similitudine invece che con l'alterego di Iron Man è decisamente più calzante se paragonata al perfido Scrooge, un vecchio inaridito nell'animo e decisamente intollerante nei confronti del mondo, oltre che completamente incapace di amare.
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Già l'amore, una tasto decisamente dolente che durante la quarantena ha messo a dura prova un numero incredibile di coniugi che una volta liberi, dopo due mesi di convivenza forzata h 24, hanno deciso di dirsi addio intasando i tribunali con le loro pratiche di divorzio. Ma come, possibile che a una coppia sposata da anni siano bastate poche settimane insieme per dirsi addio?
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Sembrerebbe di sì. Secondo le prime stime (non ufficiali) gli avvocati starebbero ricevendo circa il doppio delle richieste di separazione, costringendo così il Consiglio Nazionale Forense a dare il via alle domande di separazione consensuale online tramite mail e con udienze virtuali, in modo da sbrigare il maggior numero di pratiche possibili. Insomma, la parola chiave per gli avvocati civilisti ora è solo e soltanto una: velocizzare.
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Perché l'autunno è ormai dietro l'angolo e se ci dovesse essere la famosa seconda ondata di contagi ci potrebbe essere un lockdown bis, il quale potrebbe sia rendere impossibile la convivenza tra due coniugi ormai ai ferri corti così come far riavvicinare alcune coppie in crisi. E dopo chi le paga le parcelle degli avvocati se la richiesta di separazione viene bloccata? Meglio non correre rischi e sbrigare tutte le pratiche (virtuali e non). Del resto l'autunno è ormai dietro l'angolo.
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