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    FLASH! - CALTATTACK! RIPARTE LA GUERRA PER MEDIOBANCA E GENERALI - CALTAGIRONE PRIMA ANNUNCIA DI AVERE IL 9,9% DI MEDIOBANCA E IL GIORNO DOPO IN PARLAMENTO RICICCIA UN EMENDAMENTO DI FRATELLI D’ITALIA CHE VIETA LA LISTA DEL CDA (AVVERSATA DA CALTA) SE UN AZIONISTA CON PIÙ DEL 9 PER CENTO (GUARDA UN PO’…) PRESENTA UNA SUA LISTA - ORA, NEL DECRETO LEGGE SUL CASO FUORTES, SALTA FUORI UN ARTICOLETTO CHE DÀ L’ASSIST A TALE GENIALITÀ DI EMENDAMENTO - COSA DECIDERÀ LA MELONI SE I FRATELLINI DI CALTAGIRONE LO RIPROPORRANNO ADESSO?


     
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    Estratto dell’articolo di Andrea Deugeni e Andrea Pira per MF – Milano Finanza

     

    francesco gaetano caltagirone francesco gaetano caltagirone

    Nella City milanese è ripreso il gioco sullo scacchiere Mediobanca-Generali. A innescarlo è stata la conferma dell’ascesa di Francesco Gaetano Caltagirone nel capitale di Piazzetta Cuccia al 9,9%, dopo i rumors rivelati lo scorso ottobre da MF-Milano Finanza. La mossa arriva mentre nella banca d’affari milanese è appena partito il complesso iter per la presentazione della «lista del cda» in vista del rinnovo del board all’assemblea del 28 ottobre. E che ora potrebbe essere influenzato in maniera rilevante da alcune decisioni tra Palazzo Chigi e Parlamento, proprio relative alle «liste del cda».

     

    philippe donnet philippe donnet

    La partita si gioca sul filo del diritto, tra commi e codicilli che sembrano minuzie da legulei ma che invece possono avere effetti molto concreti. Per riannodare il filo bisogna tornare al Consiglio dei ministri del 4 maggio che, all’interno di un decreto legge omnibus ha inserito una norma in base alla quale gli statuti delle società quotate possono prevedere la «lista del cda» stabilendo che questa dovrà essere presentata 40 giorni prima dell’assemblea, e non 25 giorni come per gli altri candidati.

     

    FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET

    […] I contenuti della norma in questione ricalcano, in parte, un emendamento al decreto Fintech presentato in Senato da Fratelli d’Italia a meta aprile ma cassato ancora prima della partenza per estraneità alla materia del provvedimento. L’emendamento originario di Fratelli d’Italia prevedeva un terzo aspetto non previsto invece nel decreto del 4 maggio: qualora lo statuto non preveda altrimenti, la lista del cda si considera «non presentata» se uno o più soci con una quota di almeno il 9% del capitale stilino una propria lista con un numero di candidati pari a quello dei consiglieri da eleggere. Insomma, una lista di maggioranza.

    giorgia meloni 2 giorgia meloni 2

     

    […] le liste dei board sono a pieno titolo nel decreto, sempre che il Quirinale non abbia nulla da obiettare sulla presenza stessa di questi provvedimenti. Se passasse il vaglio di Mattarella, nel corso dell’iter parlamentare di conversione in legge un emendamento simile a quello presentato nel decreto Fintech stavolta passerebbe il vaglio di ammissibilità.

     

    Cosa c’entra tutto questo con la battaglia lungo l’asse Mediobanca-Generali? Secondo diversi osservatori, se quella norma tornasse e venisse approvata, sarebbe un forte assist per Caltagirone. Se un anno e mezzo fa la proposta D’Alfonso fosse diventata immediatamente operativa, avrebbe potuto tagliare fuori dalla corsa per il rinnovo l’amministratore delegato uscente di Generali Philippe Donnet, candidato nella lista del cda avversata da Caltagirone con l’appoggio di Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt e i voti dei Benetton. Ora la tenaglia sul Leone, via Mediobanca, prova a fare leva sulla politica. […]

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