Umberto Rapetto per www.infosec.news
Un archivio contenente oltre 24 gigabyte di dati è stato lasciato alla mercè dei curiosi. Le informazioni riguardano clienti di Booking.com, Expedia, Agoda, Hotels.com, Hotelbeds, Amadeus, Omnibees, Sabre e altri grandi siti di prenotazione alberghiera.
Di chi è la colpa?
booking 8
I web appena elencati non sono responsabili e il dito va puntato contro Prestige Software, azienda informatica di Barcellona che fornisce la piattaforma “Cloud Hospitality” agli hotel che gestiscono e automatizzano la disponibilità delle camere sui principali siti di prenotazione.
Un gravissimo errore di configurazione ha impostato il libero accesso ai database senza richiedere account, password o qualsiasi altra autenticazione di sicurezza, permettendo di frugare in almeno dieci milioni di “record” o schede identificative di altrettanti clienti o ospiti che dir si voglia.
UMBERTO RAPETTO
C’è da preoccuparsi? Quali dati sono stati rubati?
Il gigantesco archivio elettronico “aperto al pubblico” conteneva – per ciascun “alloggiato” – le generalità complete, l’indirizzo e-mail, il numero di telefono, il numero identificativo della prenotazione, la data e la durata del soggiorno, gli elementi caratteristici della carta di credito utilizzata per il pagamento (numero, intestatario, codice CCV o CVV e data di scadenza).
Nella sventura c’è fortunatamente un raggio di sole. I dati risalirebbero al 2013 e quindi i riferimenti finanziari non avrebbero possibilità di essere riutilizzati dagli immancabili malintenzionati. Le carte infatti sono scadute perché il loro termine di validità è di cinque anni.
Restano però “a spasso” tutte le altre informazioni la cui diffusione – ovviamente – è da considerarsi una significativa violazioni alle normativa in materia di privacy.
Ma il responsabile sarà giustamente multato?
hacker 4
La riservatezza dei dati personali di quella decina di milioni di clienti (il fatto che le carte di credito fossero difficilmente riutilizzabili poco importa) è senza dubbio stata compromessa e la sanzione prevista per la grave infrazione di Prestige Software potrebbe arrivare a 10 milioni di euro o, se superiore, al 2 per cento del fatturato globale annuo. In pratica un euro a cliente. Una lezione indimenticabile per chi ha sottovalutato il rischio e non ha adottato le precauzioni che era indispensabile attuare.