DAGONOTA
Donnet Caltagirone Del Vecchio
Comprano, comprano: ma alla fine Del Vecchio e Caltagirone rischiano di finire con il culo per terra. Il loro ossessivo assalto a Generali andrà a sbattere a meno che gli arzilli vecchietti non abbiano in mano, per sostituire il contestato Donnet, un amministratore delegato da capogiro fornito di un piano industriale capace di sedurre i fondi di investimento, soci fondamentali del Leone di Trieste. Per ora il nome non c’è e finche’ i fondi incassano golosi dividendi, preferiranno il vecchio (Nagel e Donnet) al nuovo (Del Vecchio e Calta).
NAGEL NEI GUAI PER IL PASTICCIO SUI TITOLI IN PRESTITO DI GENERALI
Nino Sunseri per “Libero quotidiano”
LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL
Anche il Copasir accende un faro su quello che sta accadendo su Generali e Mediobanca. A comunicarlo Adolfo Urso, presidente del Comitato di controllo dei servizi segreti, al termine dell'audizione di Paolo Savona relativamente alle iniziative intraprese dalla Consob.
«Sono stati esaminati i rapporti tra Mediobanca e Generali -annuncia Urso- in riferimento a possibili ingressi di capitali stranieri in realtà che costituiscono importanti asset strategici del Paese. È stata anche esaminata l'opportunità di un aggiornamento della disciplina legislativa che regola la materia, con elementi che il Copasir approfondirà in successive riunioni».
PHILIPPE DONNET GENERALI
La domanda, per ora senza risposta, è sempre la stessa: perchè due Grandi Vecchi della finanza e dell'industria come Leonardo Del Vecchio (85 anni) e Francesco Gaetano Caltagirone (78 anni) si sono lanciati in un'iniziativa che vista l'ampiezza degli interessi in campo potrebbe richiedere tempo e capitali. In attesa della risposta la scalata a Generali va avanti con perfetto tempismo alternando gli acquisti di Del Vecchio con quelli di Caltagirone.
Ieri a comprare è stato il patron di Essilux. Ha messo in portafoglio ancora lo 0,03% della compagnia triestina portando la partecipazione della sua Delfin al 5,52% e quella del patto al 13,37%. Questo gocciolare di acquisti, fatti con cautela per non mettere pressione al titolo confermano le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi.
francesco gaetano caltagirone philippe donnet
L'obiettivo degli scalatori è di arrivare al 18% di Generali entro il 29 aprile quando si svolgerà l'assemblea per l'approvazione del bilancio e il rinnovo del consiglio d'amministrazione. Al centro dello scontro c'è il ceo Philippe Donnet che ha dato la disponibilità alla riconferma. Guardandosi indietro ha riconosciuto che «qualche errore è stato fatto».
Purtroppo «non si fa tutto perfetto». Tuttavia «abbiamo offerto ai nostri azionisti il ritorno più alto di tutto il settore». A difesa di Donnet si è schierata Mediobanca che ha anche portato la sua quota dal 13 al 17,2% con un prestito titoli. Proprio questa operazione potrebbe mettere in difficoltà Alberto Nagel amministratore delegato della banca d'affari. Facile immaginare che, nel corso dell'assemblea di Mediobanca che si svolgerà come sempre il 28 ottobre, qualcuno dei soci chieda le ragioni del prestito.
elisabetta belloni adolfo urso copasir 1
Certamente dovrà parlare del costo: (si parla di una forbice compresa fra cinque e dieci milioni). Ma soprattutto le ragioni considerando che la barricata è stata eretta di fronte a i due Grandi Vecchi che sono anche i primi azionisti di Mediobanca: Del Vecchio col 18% e può salire fino al 20%. Caltagirone al 3% con opzione al 5%. Senza dimenticare che il prestito, organizzato da Bnp Paribas, ha visto Axa in prima linea nel fornire i titoli.
Come non ricordare trent' anni di rapporti altalenanti fra i due gruppi. Fin dai tempi in cui alla presidenza di Generali c'era Enrico Randone, fedele interprete dei desideri di Cuccia, e Axa era guidata da Claude Bebear. Le ultime indiscrezioni parlano di una certa agitazione ai vertici di Mediobanca.
axa
Il prestito titoli, infatti, oltre al costo presenta un'altra criticità: potrebbe non servire a nulla vista l'insistenza della scalata. Tornare indietro, però, non è semplice: bisognerebbe rompere un contratto che ha validità fino all'assemblea di Generali. Poi andare in Consob a spiegare che c'è stato un errore e il mercato è stato informato male.