DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
Sul palco amico di Pontida sale da ministro delle tasse. Recita l’atto di espiazione a voce. L’indice teso e sicuro per rassicurare il pratone. Arriva al punto di rivendicare, Giancarlo Giorgetti, di non essere né un banchiere né un professore, bensì «figlio di un pescatore e di un’operaia tessile». E per questo, chiosa, sa «distinguere chi fa sacrifici e chi li può fare».
Applausi. Il popolo leghista lo perdona. Anche Matteo Salvini recita un “ego te absolvo” dopo aver preteso dal suo ministro un chiarimento pubblico sull’intervista a Bloomberg dei «sacrifici per tutti». Non li faranno le partite Iva, è la precisazione che serviva per evitare malumori in casa. Ma i quattro minuti sul palco non liberano Giorgetti dal vestito pesante delle tasse.
giorgia meloni giancarlo giorgetti
[...] Giorgetti non ha cambiato idea. I sacrifici toccheranno proprio a banche e imprese. Le misure allo studio sono diverse, ma hanno la stessa etichetta: la tassa. In un modo o nell’altro colpirà gli utili. E questo il ministro dell’Economia torna a ripeterlo.
Lo dice in modo criptico per evitare di mettere a repentaglio le trattative in corso con l’Abi e Confindustria. Lo fa rimandando alla sentenza della Corte costituzionale relativa all’imposta straordinaria sugli extraprofitti delle società energetiche che fu introdotta nel 2022 dal governo Draghi.
È lì che per Giorgetti è «ben spiegato e ben puntualizzato» il senso del suo intervento. Quando parla di sacrifici da fare «in base alla capacità contributiva» si riferisce al parametro che per i giudici sarebbe stato idoneo a misurare la «ricchezza» delle imprese tassate: l’Ires, l’imposta sui redditi delle società. «Sarebbe stato certamente fisiologico fare riferimento ai dati dichiarati ai fini dell’imposta sui redditi delle società (Ires), dal momento che la maggiore ricchezza è facilmente riscontrabile in termini di surplus di utili conseguiti », ha fatto sapere la Consulta.
[...] la partita si gioca sull’Ires. Sul tavolo dei tecnici del Mef c’è un ventaglio di soluzioni. La più fruttuosa è un’addizionale Ires che scatterebbe da una certa soglia di utili in su, in maniera progressiva. Ma sarebbe un’opzione molto sconveniente perché si configurerebbe come una nuova tassa.
GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI
Ecco perché si studia anche un taglio delle agevolazioni fiscali che incidono proprio sull’Ires: le imprese pagherebbero comunque più tasse rispetto ad oggi, ma una riduzione delle detrazioni sarebbe meno indolore rispetto a un aumento secco dell’imposta. Alle banche, invece, verrebbe risparmiato un intervento doloroso perché già da anni pagano un’addizionale Ires del 3,5% rispetto all’aliquota ordinaria del 24%.
Per gli istituti di credito prende sempre più quota l’ipotesi di una dilazione delle Dta, le imposte differite attive che si traducono in un credito d’imposta. L’incasso, però, sarebbe più magro, al massimo 1,5 miliardi. Servirà anche una spending review corposa per racimolare le risorse che mancano alla manovra.
Giorgetti prepara i tagli lineari dato che i ministri non hanno fatto i compiti a casa, sviando quindi dal compito di indicare loro gli sprechi da ridurre. Deciderà il Mef dove e come utilizzare le forbici. E il primo dicastero della lista è la Farnesina guidata dal ministro Antonio Tajani, casacca Forza Italia. All’orizzonte c’è una nuova puntata della disfida tra Giorgetti e gli azzurri. [...]
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