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TAJANI, 'NESSUN LITIGIO, LA SINISTRA NON SI ILLUDA'
(ANSA) - "Nessun litigio" nella maggioranza, "abbiamo votato come preannunciato contro un emendamento che non condividevamo perché quei 430 milioni secondo noi possono essere utilizzati per ridurre le aliquote Irpef e aiutare il ceto medio a pagare meno tasse. Nessuna ripicca, non litigo con nessuno e non c'è nessun problema, la maggioranza è solidissima, la sinistra non si faccia illusioni, andremo avanti fino a fine legislatura e continueremo a governare l'Italia bene". Così Antonio Tajani arrivando al Congresso dei ministri di Giustizia organizzato da Sant'Egidio 'Un mondo senza la pena di morte'.
antonio tajani giorgia meloni alla camera foto lapresse
DAI BERLUSCONI ALLO IUS SCHOLAE, RABBIA MELONI CONTRO TAJANI: “ORA RISPONDO COLPO SU COLPO”
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo e Francesco Olivo per “La Stampa”
Quando Giorgia Meloni arriva all'hotel di Monte Mario per la conferenza sul Mediterraneo lo sguardo è terreo. […] Antonio Tajani […] si accorge subito che sarà una giornata difficile. […] Ai colleghi che incontra alla Camera nel pomeriggio, il ministro degli Esteri confesserà: «Giorgia era davvero nera, mai vista così».
raffaele fitto giorgia meloni - foto lapresse
Ed effettivamente su questo punto tutte le fonti concordano: la premier ha vissuto molto male il duplice strappo dei suoi alleati in Senato. E quando sceglie di minimizzare, derubricando l'accaduto, - «è un inciampo» - lo fa senza crederci troppo.
Tanto che prima di lasciare Palazzo Chigi chiede ai suoi collaboratori di far filtrare una frase: «L'inciampo non giova al governo». Si tratta di un'ammissione pubblica […] sulle lacerazioni dei soci di maggioranza. Un modo, nemmeno troppo tacito, per inviare un messaggio: «Adesso risponderò colpo su colpo».
LA SQUADRA DELLA COMMISSIONE EUROPEA DI URSULA VON DER LEYEN
[…] Ma la questione politica è tutta interna alla maggioranza. La premier mostra sempre più insofferenza verso Forza Italia. «Giorgia ha spesso fatto da sponda a Tajani contro Salvini e il risultato è che loro si smarcano tutti i giorni, a cominciare dello Ius scholae» racconta una dirigente di Fratelli d'Italia.
Il sospetto dei meloniani è che gli azzurri si stiano spostando sempre più a sinistra. A riprova di ciò viene portata una dichiarazione del parlamentare europeo di Forza Italia, Fulvio Martusciello: «Grazie al Pd per il senso delle istituzioni dimostrato nel voto a Raffaele Fitto». E proprio sulla successione del nuovo commissario Ue che si sfogherebbe la volontà di rivalsa dei forzisti. Meloni lo ha capito e lo ha ribadito a Tajani: «Sulle deleghe di Raffaele decido io».
Ogni volta che si torna sull'argomento tv, però, la presidente del Consiglio ritrova le stesse convinzioni: pensa che dietro tutte queste manovre sulla Rai ci siano gli eredi di Berlusconi, Marina e Pier Silvio, proprietari di Mediaset: è ai loro occhi «che Tajani deve mostrarsi autonomo».
Anche il segretario di Forza Italia, però, si è abbastanza stufato. Con Salvini i rapporti non sono buoni, e i due vicepremier si confrontano molto di rado. La questione del canone ha assunto una dimensione puramente simbolica. È uno strumento di battaglia politica, di rivendicazione e compensazione.
È vero, ammettono dentro FI, che la contrarietà degli azzurri nasce a favore dei Berlusconi, preoccupati dal possibile effetto sulla pubblicità del taglio delle entrate della tv pubblica. Ma nel corso dei mesi è successo altro: Tajani ha cominciato a vivere come provocatoria l'insistenza sulla norma mostrata da Salvini. La tensione non si è stemperata nemmeno durante il vertice domenicale a casa Meloni.
Il ministro degli Esteri considera ormai un fatto acquisito che FI sia il secondo partito della maggioranza, nonostante Salvini gli abbia ricordato che i parlamentari azzurri siano 68, contro i 94 della Lega.
«Deve esserci un riconoscimento politico», sostiene da giorni Tajani con i suoi fedelissimi. Non si tratta solo di poltrone, non ancora perlomeno. Ma di misure economiche che dovranno entrare nella legge di Bilancio.
Ce l'ha con Meloni, perché vede uno sbilanciamento a favore dei leghisti, in una continua sfida a destra, come se la premier non potesse lasciare mai alcun margine di vantaggio alle proposte di Salvini. Mai, in due anni di governo, si era arrivati a tanto. A questo livello esplicito, smaccato, teatrale, del duello. […]
ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI
antonio tajani giorgia meloni alla camera foto lapresseGIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVAraffaele fitto - vignetta by giannelliantonio tajani giorgia meloni al senato foto lapresse
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