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    IL CINEMA DEI GIUSTI – FINALMENTE UN BUON FILM. “X – A SEXY HORROR STORY”, SOFISTICATO MEZZO HORROR MEZZO PORNO CHE RAGIONA SUI GENERI RITORNANDO AL 1979 DEGLI HARD E DEGLI SLASHER, PUR SENZA PRESENTARE NULLA DI VERAMENTE NUOVO, È COMUNQUE UN BEL SAGGIO DI BRAVURA E UN BEL TUFFO NEL VECCHIO MONDO GRINDHOUSE – LA FAVOLOSA ANGLO-CANADO-BRASILIANA MIA GOTH È PERFETTA - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Finalmente un buon film. Al cinema. Anche se vietato ai minori di 18 anni, come ai vecchi tempi, e francamente è una follia avere a che fare ancora coi divieti, questo sofisticato mezzo horror mezzo porno che ragiona sui generi ritornando al 1979 degli hard e degli slasher, “X – A Sexy Horror Story” dello specialista Ti West, prodotto dalla fenomenale A24 di "Euphoria", "Midsommar", "Everything Everywhere All At Once", girato in nuova Zelanda ma ambientato nel Texas più orrendo tra alligatori, predicatori fuori di testa, vecchi armati e moralisti, pur senza presentare nulla di veramente nuovo, è comunque un bel saggio di bravura e un bel tuffo nel vecchio mondo grindhouse.

     

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    In un momento, poi, che vede il Texas e altri stati in prima fila in un rigurgito di assurdo moralismo anti-abortista anni ’70. Mentre il cinema di genere violento è sempre più latitante. Ma il film è più sottile dell'omaggio ai generi da subito dichiarato o del pamphlet femminista che a un certo punto pensate di vedere.

     

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    Vi svelo solo, e non è uno spoiler, che se la favolosa anglo-canado-brasiliana Mia Goth (la nonna è la star del Cinema Novo Maria Gladys!), è protagonista qui nel doppio ruolo della giovane attrice hard Maxine e della vecchia assatanata Pearl, che proprio Maxine si vuole scopare, lo sarà anche nel prequel che Ti West ha girato contemporaneamente a questo “X”, intitolato solo “Pearl”, dove verrà svelato il passato della vecchia che qui abbiamo incontrato in un mare di sangue. Insomma.

     

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    Siamo nel 1979, quando con gli incassi dei porno i produttori e registi indipendenti più creativi giravano splatteroni come “L’ultima casa a sinistra” o sub “Non aprite quella porta”. Ugualmente malvisti dal pubblico tradizionalista e ugualmente bollati come X-Rated, cioè vietati ai minori, perché infarciti di occhi che saltavano, sventramenti, gole tagliate, stupri, castrazioni e altre delicatezze.

     

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    La piccola troupe del produttore esecutivo Wayne, Martin Henderson, e del giovane regista R.J., Owen Campbell, ha deciso di girare un hard a basso costo, ma d'autore, in un casolare in campagna affittato al vecchio rattuso Howard, Stephen Ure. Non è una buonissima idea, come sappiamo già dalla bellissima scena d’apertura dove vediamo lo sceriffo del posto girare in mezzo ai cadaveri 48 ore dopo.

     

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    Per girare il porno Wayne e R.J. si sono portati dietro due starlette dell’hard, la disinibita Bobby Lynne, cioè Brittany Snow, e la cocainomane Maxine, Mia Goth, il ben attrezzato Jackson, Kid Cudi, come stallone e come attrezzista e fonica la seriosa Lorraine, fidanzata del regista, Jenna Ortega.

     

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    Nella prima parte del film, forse più interessante della parte splatter che pur sostiene il racconto, ma che tutti possiamo immaginare, le ragazze, capitanate da Lorraine, discutono sul porno, su come farlo capovolgendo la visione maschile del regista.

     

    Al punto che la stessa Lorraine decide di fare una scena anche se il suo uomo e regista non vuole. Al tempo stesso la vecchia Pearl, moglie del fattore orrendo Howard, pretende la sua dose di sesso da tutti, ma soprattutto da Maxine, che vede aidentica a lei.

     

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    Costruito proprio giocando sui due livelli, porno e horror, ma anche su diverse situazioni, già visivamente, alternando riprese in 16mm al digitale, “X” di Ti West non vuole in realtà entrare troppo nell’hard e si serve dell’horror per costruire qualcosa di più legato alla sessualità e alla repressione dell’autorità maschile, sia un marito o un regista.

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     In questo contesto il doppio personaggio di Mia Goth, perfetta sia come scream queen che come mostro, è alla ricerca di una centralità che probabilmente capiremo nel prequel, ma è evidente che attorno a lei si giocano tutte le possibilità creative e di rinnovamento del genere messi sul banco dallo stesso Ti West.  

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