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    GIUNGLA METROPOLITANA – TANTI ANIMALI, PER ADATTARSI ALLA COABITAZIONE FORZATA IN LUOGHI AD ALTA URBANIZZAZIONE, SI SONO EVOLUTI, MODIFICANDO ANCHE I LORO COMPORTAMENTI: ALLE LUCERTOLE SI ALLUNGANO GLI ARTIGLI, LE ZANZARE SMETTONO DI ANDARE IN LETARGO E ALCUNI TIPI DI ANURI HANNO SVILUPPATO CANTI AMOROSI PIÙ ATTRAENTI PER I MASCHI – I TOPI SONO DIVENTATI PIÙ FURBI E LE RANE SFOGGIANO IL LATO PIÙ SEXY…


     
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    Jessica d'Ercole per “la Verità”

     

    topi topi

    I tre quarti almeno delle terre emerse sono colonizzate dall' uomo, dunque è inevitabile che molti spazi debbano essere condivisi con le altre specie. E così tanti animali, per adattarsi alla coabitazione forzata in luoghi ad alta urbanizzazione, si sono evoluti.

     

    L' ultimo studio in ordine di tempo, pubblicato su Nature Ecology & Evolution, riguarda gli anfibi, per la precisione le rane tungara (Physalaemus pustulosus), caratteristiche delle foreste dell' America centro-meridionale: i ricercatori della Vrije Universiteit di Amsterdam e dello Smithsonian tropical research institute di Panama hanno scoperto che i maschi di questa specie che si sono adattati alla vita cittadina sviluppano, rispetto ai colleghi di campagna, canti più complessi.

    famiglia di rane sul tetto famiglia di rane sul tetto

     

    E le femmine - cittadine e non - trovano questi richiami di gran lunga più attraenti. I ricercatori hanno registrato i canti di rane tungara nelle città e nelle foreste, e li hanno fatti ascoltare a rane femmine - cittadine e non - per testarne la reazione. Scoprendo che le femmine preferiscono di gran lunga i richiami complessi dei maschi «urbani», anche se loro stesse abitano in campagna.

     

    Nei loro canti d' amore, i maschi delle rane tungara alternano lunghi e cupi lamenti a ripetuti «schiocchi» che rendono la serenata più complessa, e fanno colpo sulle partner. Ma gli schiocchi creano vibrazioni sull' acqua che attirano anche spettatori indesiderati, come i pipistrelli - loro predatori - o moscerini parassiti assetati del loro sangue.

    topo a scuola topo a scuola

     

    Per questo, in campagna, i richiami d' amore sono attentamente dosati. In città le cose vanno diversamente: i nemici delle rane stanno alla larga dalle luci artificiali delle strade, dunque ci sono le condizioni per cantare in tutta sicurezza e concedersi qualche sexy schiocco in più.

     

    orgia di rane a berlino orgia di rane a berlino

    Le evidenze delle trasformazioni degli animali nei contesti urbani sono moltissime. Per esempio nelle città di Portorico alcune specie di anolidi, lucertole crestate molte comuni, hanno sviluppato artigli più lunghi e forti in modo da potersi arrampicare su muri, case e costruzioni realizzate dall' uomo. In aree come quella di Tucson (Arizona) o Oxford (Inghilterra) alcuni uccelli passeriformi hanno sviluppato becchi più grandi e più forti per poter mangiare più facilmente dalle casette costruite per loro.

     

    lucertola sorride lucertola sorride

    Marc Johnson, professore di biologia all' Università di Toronto e Jason Munshi-South, biologo della Fordham University, in uno studio pubblicato su Science hanno analizzato 192 pubblicazioni scientifiche sul tema dell' evoluzione e dell' adattamento in contesti urbani. Scoprendo che i fattori che contribuiscono all' evoluzione cittadina di certe specie sono tanti: la luce artificiale, l' asfalto, cemento e vetro, l' inquinamento, il rumore, i tunnel e le autostrade che dividono e separano ambienti naturali. Ad esempio, a Montreal, alcune salamandre rosse isolate dalle super strade sono mutate rispetto a quelle della stessa specie che vivono nei parchi.

     

    ZANZARE ZANZARE

    Processi che solitamente richiedono migliaia, se non milioni di anni, nelle città possono essere accelerati. «Tradizionalmente abbiamo pensato all' evoluzione come un processo a lungo termine ma ora ci sono indicatori che indicano un cambiamento rapido legato a come alcune specie interagiscono con gli esseri umani e le nostre costruzioni. Gli esseri umani e le nostre città sono una delle forze più dominanti dell' evoluzione contemporanea», spiegano gli studiosi. «Mentre costruiamo abbiamo poca conoscenza di come influenzeremo gli organismi che vivono con noi. 

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    È una buona notizia che alcuni organismi siano in grado di adattarsi, come le specie autoctone che hanno importanti funzioni ecologiche nell' ambiente, ma può anche essere una cattiva notizia che la capacità di alcuni di questi organismi di adattarsi alle nostre città possa aumentare la trasmissione di malattie».

     

    proteggerli dalle zanzare proteggerli dalle zanzare

    Lo dimostra il caso della zanzara Culex pipiens molestus che vive nella metropolitana londinese: a differenza delle zanzare di superficie, quelle che abitano nella metro non hanno più bisogno di nutrirsi costantemente di sangue e non vanno in letargo in inverno. Inoltre non riconoscono le zanzare terrestri come insetti della stessa specie, quindi non si accoppiano con loro. Al tempo stesso però, fanno notare gli esperti, possono veicolare una lunga serie di malattie.

     

    L' adattamento alla vita di città può modificare anche il cervello degli animali.

    Emilie Snell-Rood e Naomi Wick, del Department of ecology, evolution and behavior dell' università del Minnesota, in una ricerca pubblicata sui Proceeding of Royal Society B hanno dimostrando che il cervello dei topi dalle zampe bianche e delle arvicole che vivono in città è circa il 6% più grande del cervello dei loro cugini di campagna: «Il cervello degli animali cittadini diventa più grosso», hanno spiegato le ricercatrici, «perché colonizzano un ambiente urbano dove devono imparare a trovare cibo negli edifici e in altri luoghi dove i loro antenati non sono mai capitati».

     

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    Insomma: abbiamo creato un nuovo ecosistema che nessuno organismo aveva mai visto prima. E molte specie si sono dovute adattare. Non solo in città. Dalle campagne fino alle foreste, l' invadenza dell' uomo è ormai tale che molti animali, per evitarlo, sono costretti a cambiare le loro abitudini.

     

    Per esempio vivono di più la notte per procurarsi il cibo. Un gruppo di ricercatori dell' Università di Berkeley (California) ha scoperto che tante creature - dall' opossum all' elefante africano, dal cinghiale all' orso bruno - hanno spostato alle ore favorite dell' oscurità circa il 20% delle attività che di solito conducevano di giorno.

     

    villaggio dei topi 13 villaggio dei topi 13

    Non solo: con la luce, molte specie si ritirano nelle zone dove la presenza dell' uomo è inferiore, oppure evitano le strade o le zone con edifici. E se c' è il rischio di imbattersi negli umani, tanti animali rimangono rintanati sia di giorno sia di notte. Gli autori della ricerca hanno spiegato che questi cambiamenti da una parte sono un inevitabile e in fondo utile adattamento. Dall' altra, però, possono alterare la demografia delle popolazioni e la catena alimentare. Finché riescono a evitarci, insomma, gli animali cercano di starci alla larga. Ma prima o poi non sapranno più dove e quando muoversi.

    topo addomesticato topo addomesticato parigi topi 2 parigi topi 2 ratto da casa ratto da casa cappello da ratto cappello da ratto topolino a scuola topolino a scuola

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