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Antonio Riello per Dagospia
In molte famiglie Italiane il mestiere passava di generazione in generazione (oggi si tende ad usare in proposito il termine inglese "family business"). Spesso accadeva così anche per gli artisti. A Venezia la bottega dei Vivarini (Antonio, Bartolomeo, Alvise) e la dinastia dei Bellini (Jacopo, Gentile, Giovanni e il cognato/genero Andrea Mantegna) sono tra i casi storicamente più noti.
Nle 1464 il conciapelli Jacopo di Berto, originario dell'Altopiano di Asiago, si sposta a Bassano del Grappa. Il figlio Francesco (noto come "Francesco il Vecchio") prende il nome Dal Ponte (derivato dal ponte sul fiume Brenta che appunto passa per questa cittadina). E' un eclettico uomo d'affari con la segreta passione dell'Alchimia nella quale infatti sperpera ingenti somme nell'improvvido tentativo di trasformare il piombo in oro. Si cimenta anche con la pittura è ottiene comunque un discreto riconoscimento come artista locale. L'attività prospera. Presto i figli si aggiungono a lui per dargli manforte. Inizia così la saga dei Dal Ponte (in seguito semplicemente i "Da Ponte") che si svilupperà su 4 generazioni di artisti.
Prima Generazione: Francesco (il Vecchio)
catalogo mostra da ponte i bassano
Seconda Generazione: Jacopo, Giambattista, Gianfrancesco
Terza Generazione (figli di Jacopo): Francesco (il Giovane), Leandro, Giambattista, Gerolamo
Quarta Generazione (nipote di Jacopo):Jacopo Apollonio
Il Museo di Bassano, attingendo alle proprie collezioni, ha allestito una magnifica mostra (curata da Barbara Guidi) su questa storia di famiglia. I quadri sono ben esposti, ancor meglio illuminati e ordinati secondo una chiara logica temporale. Un accattivante libro-catalogo scritto da Melania G. Mazzucco accompagna l'esposizione e sviscera le molteplici dinamiche di parentela. L'atmosfera del tempo è resa anche dalla presenza di una serie di oggetti emblematici (mappe, libri, la croce in argento del Filarete).
Ovviamente la star è Jacopo Da Ponte (1515-1592), figlio di Francesco il Vecchio e noto anche come Jacopo Bassano. E' lui che darà definitivamente alla casata fama e lustro. Pur sempre legato alla sua città natale Jacopo saprà dialogare attivamente con Venezia, dove va a bottega da Bonifacio de' Pitati. Incontra certamente i grandi del suo tempo, lo Schiavone e Tiziano Vecellio ad esempio.
C'è anche chi suppone una qualche sua possibile interazione con El Greco (pure lui a Venezia in quegli anni). Jacopo sa creare un suo proprio genere pittorico: scene bibliche ambientate in contesti rurali/pastorali dove l'umile vita agreste da scenario decorativo diventa, via a via, sempre di più protagonista. In poche parole, il suo pennello trasforma la vita quotidiana degli umili in qualcosa di glorioso e sacrale. Non si occupa di dettagli ma di particolari decisivi. Altera spesso le anatomie e le prospettive, alle quali sembra poco interessato, invece gli interessano sommamente gli utensili e gli animali dei contadini.
Mentre Paolo Veronese dipinge animali esotici, Jacopo celebra con saggia devozione le galline, le pecore, i cani e i gatti: animalismo ante litteram a Kilometro Zero. Uno dei suoi capolavori assoluti, "San Valentino battezza Santa Lucilla" (1575), è in mostra a Bassano e basta da solo a dimostrare l'altissima qualità della sua pittura. Di questo quadro il Tiepolo scrisse in una lettera al figlio: "quel drappo nero che parea bianco". Insomma Jacopo ha un suo posto preciso nell'ambito della Maniera Veneta e non è più il caso di considerarlo semplicemente, come è stato fatto per lungo tempo, un "minore". O comunque una figura locale di secondo piano. La rustica grazia dei suoi dipinti è oggi un valore universalmente riconosciuto.
Francesco (il Giovane), il più talentuoso e ambizioso dei suoi figli, trasferirà l'atelier a Venezia. Conoscerà un certo successo, ma alla fine (anche a causa della salute mentale cagionevole) la sua carriera finirà tragicamente. I fratelli Leandro e Gerolamo continuano a lavorare ma senza grande personalità. La generazione successiva (Jacopo Apollonio) chiuderà mestamente il sipario.
La storia dei Da Ponte raccontata dalla Mazzucco è piuttosto avvincente e non è affatto escluso che prima o poi ispiri qualche serie televisiva. La Storia dell'Arte condita con un bella trama fatta di amori, invidie, gossip, cognati e cognate, fortune, trionfi e fallimenti ha sempre una sua notevole potenzialità di diventare coinvolgente spettacolo.
Bassano del Grappa in quegli anni come un (piccolo) ombelico del Mondo. Infatti non va dimenticato che proprio ai primi del Cinquecento parte da Bassano, diretta a Londra una famiglia di ebrei locali che come cognome hanno proprio "Bassano". Sono musici e attori di strada. Una figlia, Emilia, intraprendente, bella e disinvolta, entrerà nell'alta società di Corte di Elisabetta Prima. La prima poetessa di professione nel Regno d'Inghilterra. Ma il personaggio ci interessa soprattutto perchè attualmente è la candidata più attendibile per ricoprire l'identità della misteriosa "Dark Lady", a cui sono dedicati molti dei Sonetti d'amore di William Shakespeare
I BASSANO
jacopo da ponte san valentino battezza santa lucilla
STORIA DI UNA FAMIGLIA DI PITTORI
Museo Civico
Piazza Garibaldi 34, Bassano del Grappa
fino al 2 Maggio 2023
jacopo da ponte 01jacopo da ponte 05francesco da ponte 02francesco da ponte 01autoritratto di jacopo da pontefrancesco dal ponte il giovane ritratto cavaliere di maltaAntonio Riello Sugar Tattoo museo civico bassano
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