Estratto dell'articolo di Michela Allegri per “il Messaggero”
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Pochi percorsi di sostegno psicologico e un alto rischio di recidiva una volta usciti dal carcere, perché il periodo di detenzione non viene sfruttato per curare il problema. In Italia, su 54.134 detenuti, 18.884 si trovano in prigione per avere commesso reati legati agli stupefacenti, mentre i reclusi con problemi di tossicodipendenza sono 15.244: il 28% dell'intera popolazione carceraria.
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[…] Il trattamento farmacologico e psicologico che viene offerto dai Sert presenti all'interno di diversi istituti è troppo spesso insufficiente: basti pensare che gli istituti dedicati sono solo tre in tutto il Paese.
Attualmente, il Tribunale di Sorveglianza, su istanza del legale, può disporre la sospensione dell'esecuzione della pena per iniziare o proseguire un programma terapeutico, oppure può disporre l'affidamento in prova al servizio sociale o alla detenzione domiciliare, per esempio in caso di carenza di posti nelle comunità terapeutiche. Ma significa allungare i tempi di azione.
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Come spiega Emilia Rossi, componente del Collegio del Garante nazionale dei detenuti[…]: «Il 30% delle presenze in carcere è legato alle droghe e una buona parte di questa popolazione è costituita da detenuti che entrano per fatti di lieve entità.[…] Questi soggetti, attualmente, entrano in carcere per un tempo insufficiente al trattamento del problema, quel disagio non viene affrontato per mancanza di tempo e di risorse».
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LE SOSTANZE
Ma ecco altri dati. Tra i detenuti tossicodipendenti, la quasi totalità è di genere maschile (97%) e un terzo è di nazionalità straniera (33%). Durante il 2021 sono state 13.099 le persone con problemi di dipendenza entrate in carcere: circa il 36% degli ingressi totali. Per quanto riguarda le sostanze assunte, la quasi totalità (15.851) fa uso di cocaina o crack. L'eroina è la seconda sostanza maggiormente diffusa. Nel 2021 oltre 17mila soggetti sono stati sottoposti ad almeno un trattamento sociosanitario.
Ci sono diverse strade: il trattamento integrato è il percorso terapeutico utilizzato nel 46% dei casi. Il 30% dei pazienti è stato curato con interventi psicosociali, mentre i trattamenti educativi hanno interessato solo l'8% dell'utenza. I trattamenti farmacologici vengono utilizzati quasi sempre per trattare chi è dipendente da oppioidi: vengono somministrate terapie a base di metadone e buprenorfina.
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Ne hanno fatto uso in 2.807. C'è anche il tema dei suicidi. Secondo il rapporto dell'associazione Antigone relativo al 2022, nel corso dell'anno c'è stata un'impennata del numero dei decessi: sono stati 84. Il 18,9% dei casi riguardava tossicodipendenti in trattamento. […]