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    IL CINEMA DEI GIUSTI - “IL CAMPIONE” DI LEONARDO DE AGOSTINI HA UNA STRUTTURA SEMPLICE, MA GIÀ RENDERE UMANA E CREDIBILE LA STORIA E PERFETTO L'INSERIMENTO DEL CALCIO DA FICTION IN QUELLO REALE, NON SONO SEMPLICI DA REALIZZARE - È TUTTO CREDIBILE GRAZIE ALLA MATURITÀ DI ACCORSI E ALLA SORPRESA ANDREA CARPENZANO - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    4000 mila euro al mese e un bonus finale di 30000? Quale professore non li accetterebbe per rieducare un campioncino di calcio della Roma, ignorante, maleducato e bizzoso e portarlo alla maturita'? Inizia cosi Il campione, opera prima di Leonardo De Agostini, che lo ha scritto con Antonella Lattanzi, prodotto da Matteo Rovere e Sydney Sibilia, interpretato con grande efficacia da Stefano Accorsi e dall'emergente Andrea Carpenzano, già visto in La terra dell'abbastanza. Poi le cose si complicano.

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    Il campione non ha nessuna voglia di studiare e di abbandonare le sue passione, locali, pischelle, la Lamborghini, gli amici coatti, gli spot dove fa l'antico romano. Il modello è un mischione di Totti Cassano Balotelli. Ma il presidente della sua squadra, un sempre perfetto Massimo Popolizio, è duro. Se non studia, rimane in panchina. Così cede e iniziano le lezioni. E si scopre che il campioncino non è stupido, apprende in modo diverso, ha grossi problemi familiari che lo hanno chiuso dentro se stesso.

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    E non lo aiutano una massa di mostri e procuratori che gli ronzano attorno. Anche il professore ha dei problemi. Una ex moglie, Anita Caprioli, che cerca di evitare. E fra i due, il professore e il calciatore, nasce un rapporto come tra padre e figlio. Il figlio che non ha il professore, il buon padre educatore e umano che non ha il calciatore. La struttura è semplice, ma già rendere umana e credibile la storia e visivamente perfetto l'inserimento del calcio da fiction in quello reale, non sono semplici da realizzare.

     

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    E invece è tutto credibile, sia il rapporto fra i due, grazie alla maturità di Accorsi e alla sorpresa Carpenzano, che il calcio del cinema. il procuratore di Mario Sgueglia, ad esempio, è sorprendente. Giusto anche non inserire nel cast veri calciatori con effetto figurina.

     

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    Meglio non nominarli neanche, visto la velocità con la quale passano da squadra a squadra. Prodotto con intelligenza, diretto con attenzione da un regista, non giovanissimo, che si è fatto le ossa con la fictionaccia Mediaset, Il campione è una bella opera prima, interpretato benissimo, e uno dei film migliori del momento. Degno del precedente film sportivo e umano con Stefano Accorsi, Veloce come il vento, dove già erano di scena un rapporto padre figlio e la costruzione di un campione. In sala da giovedì 18 aprile.

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