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    BORIS JOHNSON STA FACENDO DI TUTTO PER EVITARE IL LOCKDOWN NAZIONALE? IL COVID ASSEDIA LONDRA: DA SABATO NELLA CAPITALE BRITANNICA VIETATI INCONTRI CON AMICI AL CHIUSO E MEZZI PUBBLICI LIMITATI - LIVERPOOL È GIÀ NELLA FASE SUCCESSIVA, QUELLA DELLA CHIUSURA DI PUB E RISTORANTI, ATTESA UNA DECISIONE ANCHE PER MANCHESTER…


     
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    Luigi Ippolito per corriere.it

     

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    Una nuova stretta si abbatte su nove milioni di londinesi. Da sabato nella capitale britannica sarà vietato incontrare amici al chiuso, dunque non solo in casa ma anche in pub e ristoranti, e si dovrà limitare al massimo l’uso dei mezzi pubblici.

     

    Sono misure annunciate dal governo su richiesta del sindaco Sadiq Khan, che da giorni chiedeva provvedimenti urgenti per proteggere gli abitanti della sua città. In questo modo, Londra è stata portata al livello 2 del nuovo sistema di allerta introdotto all’inizio della settimana in tutto il Paese da Boris Johnson:

     

    al primo livello, considerato a rischio medio, si rimane nelle condizioni attuali, che prevedono la «regola del sei» per gli incontri fuori dal nucleo familiare e il coprifuoco alle dieci per pub e ristoranti; al livello due, quello di rischio alto, si passa al divieto di socializzare al chiuso con persone esterne al nucleo familiare; al livello tre, cioè rischio altissimo, scatta il divieto di socializzare ovunque e la chiusura dei pub e dei bar.

     

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    Finora soltanto l’area di Liverpool era stata collocata in quest’ultima fascia, ma Manchester potrebbe essere la prossima. E intanto Londra è stata aggiunta alle zone ad alto rischio: anche se va detto che il livello dei contagi nella capitale resta di dieci volte più basso di quello delle zone più colpite nel Nord dell’Inghilterra.

     

    Il passaggio al livello 2 del sistema di allerta è però particolarmente problematico dal punto di vista dell’economia: bar e ristoranti rimangono aperti, e quindi non possono usufruire del sostegno di fondi pubblici, ma il divieto di uscire con amici significa che rimarranno deserti. Una ricetta ideale per portarli rapidamente al collasso.

     

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    Il governo Johnson insiste, al momento, su questo approccio modulare e localizzato, nella speranza di evitare un nuovo lockdown nazionale che darebbe il colpo di grazia all’economia britannica.

     

    E tuttavia le pressioni crescono: anche il sindaco di Londra Khan si è unito alla richiesta del leader laburista Keir Starmer di introdurre un lockdown generale di due-tre settimane per spezzare la spirale dei contagi. Dall’altro lato Johnson è assediato dalla destra del partito conservatore, contraria a nuove restrizioni: preso tra due fuochi, il premier cerca di prendere tempo. Ma il momento delle scelte non potrà essere rimandato all’infinito.

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