Stefano Boldrini per www.ilfattoquotidiano.it - Estratti
mourinho friedkin
Roma alla fine divora tutto, anche gli sciamani capaci d’incantare una piazza calcistica. Il quarto derby perso su sei dell’era Mourinho segna probabilmente un punto di non ritorno: quando la tua squadra scaglia il primo tiro in porta contro una Lazio che ha gestito con intelligenza la partita senza sporcarsi le mani, anche il guru portoghese è chiamato a rispondere delle sue responsabilità.
La sensazione post stracittadina è che il tempo dell’incantesimo sia finito: due anni di delirio, di sold out e di passione sconfinata nei confronti dell’allenatore che nel 2022 condusse la Roma americana a conquistare la Conference sono forse arrivati a un punto di non ritorno. Forse, perché nel calcio mai dire mai, ma solo un miracolo può riaprire le porte allo sciamanesimo: conquista dell’Europa League – dove i giallorossi dovranno affrontare i playoff –, o quarto posto in Serie A. Vista la qualità della squadra, un’impresa ai limiti dell’impossibile.
mourinho
Il dato di partenza è questo: un parco giocatori mediocre, nonostante la presenza di Lukaku, di Dybala con i suoi muscoli di seta, del giovane Bove, della tigna di Mancini, del livello sufficiente del portiere Rui Patricio. Il resto è un pianto: dall’eclisse di Lorenzo Pellegrini ai cross quadrati di Karsdorp, Kristensen, Zalewski e dello Spinazzola attuale, fino alla lentezza cronica di Paredes, al tramonto di Belotti e al mistero che circonda Smalling.
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Obiezione: Mourinho non è stato mai un portatore di bel gioco. Si sa e si sapeva. Le sue divinità sono altre: la capacità di rubare le menti dei giocatori, di portarli oltre i loro limiti – “per Mourinho avrei potuto anche uccidere” disse un giorno Ibrahimovic – , di sedurre una città e il suo popolo e, soprattutto, di vincere. Il calcio di Mourinho è questo: una cavalcata verso la gloria. Brutale. Se però la cavalcata s’interrompe, il castello crolla. E restano le macerie.
mourinho friedkin
(...) la Roma continua a essere una voragine di debiti, è alla ricerca di un nuovo direttore sportivo dopo aver arruolato con gli algoritmi l’ex portaborse di Rui Costa al Benfica – Tiago Pinto non aveva mai ricoperto ruolo di spicco in un club -, ha una rosa da rifare e si avvia verso l’ennesimo anno zero. Tra i Friedkin e Pallotta, l’America si è rivelata un mezzo disastro a Roma. La ragione di esistere delle due proprietà era la costruzione dello stadio: sono trascorsi dodici anni dal primo progetto e siamo ancora a carissimo amico.
mourinho
Lo sciamanesimo di Mourinho è stato un immenso tappeto che ha coperto tutto: errori, buchi, cambi di dirigenti a livello industriale – ma i mammasantissima sono sempre al loro posto -, errori tecnici. I sold out ripetuti hanno costituito, oltre a una fonte importante di liquidità, un fenomeno antropologico. Mourinho e il popolo giallorosso, una miscela perfetta. Ma di fronte alle sconfitte, alla mediocrità tecnica, ai derby diventati un incubo – ultimo gol alla Lazio 410 minuti fa –, agli errori nei cambi e alla nevrosi collettiva, lo sciamanesimo si dissolve. L’incantesimo si rompe. E ti ritrovi, ancora una volta, all’anno zero.
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