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    IL DIVANO DEI GIUSTI - NON C’È NIENTE DI MEGLIO, IN QUESTE CALDISSIME SERATE ESTIVE, DELLE GELIDE E MISTERIOSE SERIE AMBIENTATE IN QUALCHE SPERDUTO VILLAGGIO ISLANDESE. COME IL FONDAMENTALE E BELLISSIMO “KLATA” – TOTALMENTE IRRIVERENTE NEL RICORDO DI QUANDO LO VIDI A CANNES “SHORTBUS – DOVE TUTTO È PERMESSO” DI JOHN CAMERON MITCHELL,  STORIA DI UN BEL CLUB DI SCOPATORI NEWYORKESI DI OGNI RAZZA E SESSO. ALL’EPOCA SEMBRÒ MOLTO SPINTO, MAGARI OGGI NON È PIÙ COSÌ – VIDEO


     
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    Il divano dei giusti 24 giugno

    Marco Giusti per Dagospia

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    Non c’è niente di meglio, in queste prime caldissime serate estive, oltre alle partite ovviamente, delle gelide e misteriose serie ambientate al Polo Nord o al Polo Sud o in qualche sperduto villaggio islandese.

     

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    Nel fondamentale e bellissimo “Katla”, diretto da Baltasar Kormakur che lo ha ideato assieme a Sigurion Kjartansson, appena uscito su Netflix in tutto il mondo, l’azione si svolge in un minuscolo villaggio praticamente sommerso dalle continue eruzioni del vulcano, assistiamo ai drammi e alle angosce di una comunità composta da vulcanologi, geologi, medici, che hanno tutti perso qualcuno o tra i ghiacci che possono aprirsi improvvisamente, o in mare, o in mille altri modi.

     

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    C’è anche la proprietaria dell’albergo Vik, una arzilla signora che fa le carte e predice sventure ai passanti. Mentre i geologi notano strane attività del vulcano, iniziano a apparire, nere come la pece, piene di fumo e colle laviche, persone che sono morte o scomparse anni prima.

     

    Non sono zombi. Sembrano proprio le persone reali che ricompaiono come se nulla fosse dopo incredibili assenze e nulla ricordano.

     

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    Ma se alla triste Grima di Guoron Yr Eyfjoro, ricompare la sorella scomparsa tra i ghiacciai un anno prima, ancora più strano è il caso della svedese Gunhild, Aliette Opheim, che si vede apparire il proprio doppio a ventanni dalla sua fuga a Oppsala.

     

    E’ chiaramente un mistery, forse un filo più giallo, anche la bella serie nippo-americana HBO decisamente claustrofobica “The Head”, diretta da Jorge Dorado, ideata da David e Alex Pastor e David Troncoso, costruita sul modello di “The Thing” di John Carpenter, viene citato esplicitamente, e ambientata in una base artica del Polo Sud, la Polaris VI. Tutto è ricostruito con paurosi flashback.

     

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    Già nella prima puntata, infatti, abbiamo capito che nella base qualcuno o qualcosa ha compiuto un vero e proprio massacro.

     

    Sembra che sia sopravvissuta solo una dottoressa, Maggie, Katharine O’Donnelly, oltre tutto ferita, mentre altri due membri della squadra sono misteriosamente scomparsi. Joahan, Alexandre Willaume, marito di una delle donne scomparse nel nulla, Anneke, si fa raccontare prima da Maggie poi da un altro sopravvissuto, Arthur, John Lynch, parte della storia, che prende il via proprio dalla testa, the head, staccata dal corpo del tecnico delle comunicazioni che trovano all’esterno a meno trenta gradi.

     

    Da qui la caccia all’assassino e i colpi di scena alla fine di ogni puntata. Ma l’assassino, o gli assassini possono essere anche i due sopravvissuti, come insegnano tutti i grandi mistery.

     

    din don – una parrocchia per due din don – una parrocchia per due

    In chiaro stasera in prima serata c’è pochino. Se amate i film di Bruce Lee non perdetevi il fondamentale e divertente “I tre dell’operazione Drago” di Robert Clouse con Bruce Lee, appunto, John Saxon, Jim Kelly e Ahna Capri, Iris alle 21. Anche se diretto dal geniale Sam Raimi, non è una storia per tutti i gusti quella di “Gioco d’amore” con Kevin Costner, Kelly preston, John C. Reilly, La5 alle 21, 10, in quanto tutta ambientata nel mondo, per noi ancora ignoto, del baseball americano.

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    Non male "Broken City" di Alan Hughes, solido thriller politico con Mark Whalberg, un Russell Crowe cattivo e gonfio d'alcol, Jeffrey Wright e una Catherina Zeta Jones ancora parecchio figa. A dispetto di quanto hanno scritto i critici americano il film è piuttosto piacevole, e almeno non dura tre ore.

    bubu bubu

     

    Potete sempre rivedervi “Mi presenti i tuoi?” con Robert de Niro e Ben Stiller, Italia 1 alle 21, 20, o “Gran Torino” di e con Clint Eastwood, Rete 4 alle 21, 20, Visti e stravisti. Tanto vale buttarsi sulla commedia trashiona della coppia romanissima Enzo Salvi e Maurizio Battista “Din Don – Una parrocchia per due” diretto da Claudio Norza, Cine 34 alle 21. Ci sono anche Giorgia Wurth, Emy Bergamo e due colossi come Maurizio Mattioli e Salvatore Misticone.

     

    shortbus – dove tutto e?? permesso shortbus – dove tutto e?? permesso

    Salvi e Battista stanno girando in questi giorni il secondo episodio. La storia vede un vero prete e un finto prete. Mi sembra una delle migliori offerte della serata. E non scherzo. In seconda serata si va di replica.

     

    Rifanno pure il terribile “Ti stimo fratello” di e con Giovanni Vernia, Cine 34 alle 22, 55. Offerte più interessanti sono “Parkland” di Peter Landesman, Rai Movie alle 23, ricostruzione di quel che accadde subito dopo la morte di John F. Kennedy in quel di Dallas. Ci sono Paul Giamatti, Billy Bob Thornton, Jackie Weaver.

     

     

    l'aldila e tu vivrai nel terrore l'aldila e tu vivrai nel terrore

    Certo, i film costruiti sul subito dopo non funzionano mai, è come vedere solo il dopo-partita quando arrivi tardi. Bellissimo e totalmente irriverente nel ricordo di quando lo vidi a Cannes “Shortbus – Dove tutto è permesso” di John Cameron Mitchell,  Cielo alle 23, 15, storia di un bel club di scopatori newyorkesi di ogni razza e sesso. All’epoca sembrò molto spinto, magari oggi non è più così.

     

    Su Iris passa alle 23, 30 l’action tailandese “Bangkok Dangerous” di Danny e Ovxide Pang con Pawait Mongkolpist. Magari è meglio di tante commedie italiane di serie Z e di tanti action americani terrificanti.

    gioco d’amore gioco d’amore

     

    Per fortuna nella notte arrivano i grandi film. Come “L’aldilà E tu vivrai nel terrore” diretto da Lucio Fulci, scritto da Dardano Sacchetti con Catriona MacCall, David Warbeck, Veronica Lazar, Sarah Kellar alias Cinzia Monreale nel ruolo della sua vita, Cine 34 alle 00, 45. E’ grazie a questo finto horror all’inglese, ambientato nelle paludi della Louisiana, in un albergo maledetto che nasconde una delle sette porte dell’inferno, che Fulci diventa un vero e proprio autore di culto, con recensioni positive su “Positif” e perfino su “Panorama” da Tullio Kezich, nemico da sempre del cinema di genere italiano.

     

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    Scrive Kezich: “Si nota tuttavia che fra banalità dei contenuti e il cattivo gusto sanguinolente riesce a farsi spazio una scrittura cinematografica efficace e perfino elegante. Merito di Lucio Fulci, milite ignoto del cinema popolare, attivo da oltre un ventennio per un complesso di circa quaranta titoli… risvegliati da qualche puntuale segnalazione francese, c’è da scommettere che i matarazziani lo riscopriranno presto”.

     

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    I matarazziani erano allora i fan di Matarazzo e del cinema popolare, in pratica una serie di critici che comprendeva Sergio Germani, Alberto Farassino, Enrico Ghezzi, Roberto Turigliatto, Tatti Sanguinetti, Carlo Freccero e il sottoscritto.

     

    Come sentì la parola matarazziani, Lino Micciché, critico trinariciuto del tempo, mise mano alla pistola. “Per carità, adesso non mettiamoci anche a rivalutare Lucio Fulci…”. Ah! Ah! E infatti andò proprio così. Anche se Fulci non amava molto il finale, imposto dai noleggiatori tedeschi, anche se Dardano Sacchetti aveva a che ridere sulla regia di Fulci, il film è oggi considerato un superclassico in tutto il mondo. E nessuno sa più chi siano Fulci e Kezich.

     

     

    gosford park gosford park

    Stasera in seconda serata, Rai Uno all’1, 30, arriva anche l’ottimo “Bubù” di Mauro Bolognini, tratto dal romanzo di Charles Louis Philippe e riscritto addirittura dal sofisticato Giovanni Testori, all’epoca molto legato ai fratelli Bolognini, al punto che si inventò il titolo del folle western “Ciakmull” solo per amore del coprotagonista.

     

    L’azione, per problemi di soldi e di ricostruzioni, è spostata dalla Parigi di inizio secolo alla Torino di inizio secolo, fra sifilide, mignotte e papponi. Il cast cerca di ricomporre quello che decretò il successo di “Metello”, cioè la coppia Ottavia Piccolo e Massimo Ranieri. Ma il vero protagonista è Antonio Falsi, bel ragazzo che non diventerà mai una star.  Per fortuna che c’è un grandissimo Gigi Proietti che tutti notammo incantati.

    mi presenti i tuoi? mi presenti i tuoi?

     

    Per i fan di Bolognini segnalo su Prime l’arrivo, o il ritorno di “La viaccia”, grande film di prostituzione tratto dal romanzo di Mario Pratesi, sceneggiato da Vasco Pratolini con Massimo Franciosa e Pasquale Festa Campanile con una bellissima e giovanissima Claudia Cardinale, Jean-Paul Belmondo, Pietro Germi, Romolo Valli con un bianco e nero meraviglioso di Leonida Barboni.

     

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    Su Iris all’1, 35 passa anche il fondamentale “Gosford Park” di Robert Altman, con Albert Finney, Maggie Smith, Michael Gambon, Kristin Scott-Thomas, decisamente superiore a qualsiasi serie che arriverà dopo sullo stesso tema, cioè ricchi padroni inglesi e camerieri. Su Cine 34 alle 4,05 passa pure un raro film di Giuseppe Bertolucci che mise in luce la bravissima Sonia Bergamasco, “L’amore probabilmente”.

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    Ricordo che la intervistammo a Stracult, Rai Due, pensando, giustamente, che sarebbe diventata una sorta di grande star italiana. Oggi, e la chiudo qui, credo che non esista nemmeno più in Rai un programma dedicato al cinema.

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