Marco Bonarrigo per il “Corriere della Sera”
stefano stagni
A Vincenzo Nibali mancano due mesi per la pensione, Sonny Colbrelli è fermo ai box per via del suo cuore pazzarello, Pippo Ganna è incerto (pistard o uomo da classiche?) su cosa fare da grande.
Le grandi stelle latitano, i successi pure e a vivacizzare (suo malgrado) il moscissimo 2022 del ciclismo italiano ci sta pensando un 27enne ferrarese sconosciuto ai più, Stefano Stagni, ingegnere elettronico che nelle pause di lavoro pedala per 20 mila chilometri a stagione.
«Domenica 3 luglio - racconta - ho vinto la Maratona delle Dolomiti, che per noi ciclisti è come New York per i podisti. All'arrivo ho pianto, mangiato, festeggiato e poi dormito dieci ore di fila. Al risveglio, il mio telefono si è bloccato per i troppi messaggi: alcuni erano di complimenti, la maggior parte di insulti. Sono rimasto tramortito».
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Ricapitoliamo. Maratona Dles Dolomites: da 35 anni la corsa ciclistica più ambita del mondo con i suoi impareggiabili percorsi tra Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena e Giau. Liste d'attesa infinite (40 mila richieste per 9 mila pettorali, sorteggiati da un notaio), codazzo di vip in prima fila, la più lunga (sei ore) diretta di un evento sportivo in palinsesto Rai. E un vincitore diventato all'istante popolarissimo tra gli appassionati di due ruote: nel 2022, appunto, Stefano Stagni, ex giocatore di volley convertito alla bici. Il suo telefono è esploso, i social anche. Strava (il Facebook dello sport dove postano allenamenti e gare 76 milioni di atleti, tra cui i re del Tour de France Pogacar & Vingegaard) ha rifiutato di certificare la sua prestazione, fatto più unico che raro.
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«Le performance di questo atleta - spiegano senza fornire dettagli dalla Silicon Valley - sono ritenute improbabili dal sistema e dagli utenti». I commenti in Rete sono feroci e dettagliati: i tempi di scalata sui grandi passi dolomitici sono surreali, Stagni aveva un motorino nella bici e ha barato violando una manifestazione sacra. Ha ingannato tutti fuori dall'occhio delle telecamere sfruttando i tratti di raccordo tra una salita e l'altra, tra Cernadoi e il Giau e tra il Giau e il Falzarego, quando il gruppo dei migliori l'aveva inesorabilmente staccato. Ma ha barato anche in diretta tv.
L'ha fatto davvero, Stefano?
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«Sono onesto - risponde sereno Stagni -, se guardassi da utente esterno il video che circola sul web per incolparmi direi: sì, questo tipo ha barato. Ma non è così». Il video è un estratto della diretta Rai girato sul Mür dl Giat, la velenosa rampa finale prima di Corvara. Stagni pigia in un punto del manubrio dove non ci sono né leve del cambio né dei freni e la bici scatta in avanti. Che diavolo stava facendo? «Onestamente non lo so - risponde candido -, era un gesto della mano automatico, nervoso. Ma lei pensa che sarei così stupido da accendere un motorino in diretta Rai, a due passi dal traguardo?». Stupido, Stagni di certo non lo è. Ed essendo ingegnere può spiegare perché i suoi tempi di scalata (rilevati dagli organizzatori) sono degni di grimpeur professionisti. «È vero che sul Colle Santa Lucia per rientrare in gruppo ho fatto una tirata pazzesca - ammette -. Gli altri tempi sono ottimi ma normali. Sul Giau ho impiegato 4 minuti più di Nibali al Giro, sul Falzarego lo stesso tempo del 2021».
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Restano due misteri. Perché il file rilevato dal computer dell'atleta, che potrebbe chiarire ogni dubbio, è rifiutato da Strava? È stato forse taroccato? «Hanno ricevuto 600 segnalazioni di irregolarità - spiega Stagni - e l'hanno bloccato di default. È un attacco di haters, di colleghi invidiosi. Ho scritto inutilmente a Strava per chiarire la mia posizione, il file originale è a disposizione degli scettici».
E, poi: chi ha fatto sparire dal rettilineo d'arrivo la bici «sospetta» mentre Stagni veniva intervistato dalla Rai? «Ad aprile - si giustifica il vincitore - ho subito un furto dopo una corsa. La bici, che a Corvara avevo perso di vista, è stata messa al sicuro: se gli organizzatori me l'avessero chiesta l'avrei fatta esaminare». Gli organizzatori, loro, sono imbarazzatissimi: in Val Badia la Maratona, evento dall'indotto milionario attorno a cui ruota la stagione turistica, è organizzata con cura maniacale in nome di ecologia ed etica. Dal 2023, giurano patron Michil Costa e soci, scanner e raggi X vigileranno su tutte le bici. L'ultima parola a Stagni: «L'Italia è il Paese dove chi arriva 200° pensa che i 199 davanti a lui abbiano barato. Ma io ho la coscienza pulita, pedalo per divertirmi».
stefano stagni