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    FACILE IN UN’UNIVERSITÀ PRIVATA CON I SOLDI DELLO STATO – IL RETTORE DELLA BOCCONI, FRANCESCO BILLARI, PROPONE DI ISTITUIRE UN REDDITO PER TUTTI GLI STUDENTI CHE DECIDONO LASCIARE LA FAMIGLIA E TRASFERIRSI IN UN’ALTRA CITTÀ PER LAUREARSI – IL MODELLO CHE PROPONE È QUELLO OLANDESE: PER SPINGERE GLI STUDENTI AD ANDARE VIA DI CASA LO STATO GLI DEVE SGANCIARE 825 EURO AL MESE. MA PERCHÈ USARE SOLDI PUBBLICI PER FAVORIRE LE UNIVERSITÀ PRIVATE?


     
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    Estratto dell’articolo di Giulia Alfieri per www.startmag.it

     

    Bocconi - Yvonne Farrell e Shelley McNamara Bocconi - Yvonne Farrell e Shelley McNamara

    Gli studenti fuorisede in Italia sono 591mila, di cui oltre 200mila frequentano gli atenei di Milano e circa 15mila l’Università Bocconi, guidata dal rettore Francesco Billari, che si è unito alle proteste di ragazze e ragazzi che hanno piantato le tende di fronte a diversi atenei di tutto il Paese chiedendo un cambio rotta per quanto riguarda le politiche abitative e l’introduzione di un reddito studentesco.

     

    Già qualche giorno fa Billari aveva auspicato “più patti abitativi famiglie-fuorisede e sussidi modello Nord Europa”. Ora sul Corriere della sera ha spiegato quali sono secondo lui i modelli di riferimento a cui ispirarsi: “[…] Paesi, tipicamente nel Nord Europa, sostengono gli studenti (e non i loro genitori) con assegni universali che vanno direttamente agli universitari in regola con gli studi” […]

     

    STUDENTESSA BOCCONI 3 STUDENTESSA BOCCONI 3

    Per il rettore della Bocconi “esistono diverse soluzioni tecniche, da quelle più costose della Danimarca a quelle miste a prestiti garantiti dei Paesi Bassi. Servirebbe ovviamente un investimento importante da parte della finanza pubblica, da connettere a obiettivi di aumento della quota di laureati (troppo bassa in Italia) e della competitività del sistema universitario (sia interna che internazionale)”.

     

    […] Il modello danese citato da Billari, spiega Domani, “si chiama Statens Uddannelsesstøtte e ammonta a 825 euro per tutti gli studenti che hanno lasciato la famiglia d’origine”, mentre chi vive in famiglia riceve molto meno. Il rettore ha però aggiunto che pur trattandosi del “top di gamma”, le nostre risorse pubbliche non lo consentono.

    STUDENTESSA BOCCONI UNIVERSITA STUDENTESSA BOCCONI UNIVERSITA

     

    Per questo propone, invece, oltre a dare la precedenza a “chi proviene da famiglie più svantaggiate”, di dare agli studenti il “Supporto per la formazione e il lavoro” (Sfl), se si dovessero trovare le risorse. L’Sfl, chiarisce il quotidiano, è “uno dei due strumenti che sostituiranno il reddito di cittadinanza […] è rivolto alle persone occupabili, consiste in 350 euro, entrerà in vigore il primo settembre e potrà essere dato per 12 mesi a chi parteciperà a programmi di formazione e progetti utili alla collettività”.

     

    edificio dell'universita Bocconi delle irlandesi shelley mcnamara e yvonne farrell edificio dell'universita Bocconi delle irlandesi shelley mcnamara e yvonne farrell

    In merito all’Sfl, Billari propone di togliere il riferimento alla famiglia d’origine per quanto riguarda l’Isee, che al momento non deve superare i 6mila euro: “Questa soglia – ha detto a Domani – andrebbe estesa molto di più e andrebbero lasciati fuori solo i benestanti”, sui quali però non si è sbilanciato con una cifra precisa.

     

    Se per il breve periodo è necessario pensare a soluzioni di immediata attuazione, l’obiettivo a lungo termine secondo Billari è quello di offrire agli studenti dei veri e propri campus dove la vita universitaria diventa opportunità per fare rete e creare “una comunità di crescita, studio e ricerca”, come accade nelle grandi metropoli – Boston, San Francisco, Londra – ma anche in città più piccole come Oxford, Cambridge o Princeton. […]

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