Estratto dell'articolo di Stefano Semeraro per "la Stampa"
JANNIK SINNER E MARIA BRACCINI A SAN SIRO
Lui sostiene di essere «un ragazzo normale» ma con la terza vittoria negli ultimi quattro incontri contro Novak Djokovic, il Più Forte tennista di sempre, e la prima finale Slam conquistata da un azzurro agli Australian Open ormai deve rassegnarsi: Jannik Sinner si è guadagnato un posto nella storia dello sport italiano ed è entrato definitivamente nell’immaginario collettivo di una nazione, dai ragazzini che lo riconoscono come modello alle nonne che improvvisamente interrogano ansiose tutto il parentado: «Ma a che ora gioca Jannik?».
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La passione per lo sci
SINNER MARIA BRACCINI
Da giovane Jannik era uno sciatore più che promettente, fra i più forti under 12 italiani in slalom - e ancora oggi nei rari momenti di stop lo si vede a Sesto o Plan de Corones, magari insieme a Lindsey Vonn o Federica Brignone - ma pochi sanno che era discreto anche a calcio (per i meno informati: tifa Milan, giocatore preferito Zlatan Ibrahimovic). Era però un po’ dribblomane, e un giorno papà Hanspeter, che allenava il Sexten, lo sostituì in una partitella giovanili: «qui non si gioca da soli». Ancora oggi con gli amici di sempre dell’Istituto Walther - era in banco con l’azzurro di telemark Raphael Mahlknecht, ogni giorno si alzava alle cinque per raggiungere Bolzano - segue il Sesto Pusteria, girone C della seconda categoria in Alto Adige.
I motori e il burraco
SINNER MARIA BRACCINI
Un’altra sua grande passione sono i motori: appena può, per il terrore dei suoi manager, si scatena in gare di kart con amici e team, e possiede un’Audi potente. Durante i tornei invece preferisce passatempi meno pericolosi: il Burraco, che gioca con il preparatore fisico Umberto Ferrara, il fisio Giacomo Naldi e i suoi due coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill.
Da figlio d’arte, se la cava benissimo anche in cucina. Piatti forti: pasta al pomodoro e cotoletta alla milanese, ma è un drago anche al barbecue e nella realizzazione di pizze con la ‘faccia’ disegnata da pomodori e peperoni che chiama “la pizza me stesso”.
Rapporto sereno con i soldi
maria braccini
Con i soldi ora ha un rapporto sereno, visto che vale commercialmente attorno ai 50 milioni di dollari: 150 solo da un contratto decennale con la Nike, mentre non è nota la cifra che gli elargisce Gucci per entrare in campo con un elegantissimo borsone griffato, poi Lavazza - che foraggia anche i Carota Boys, il suo fan club itinerante - Head, Panini, Alfa Romeo, Rolex, Panini, Fastweb, Pigna, in passato anche Parmigiano Reggiano.
In carriera ha incassato più di 17 milioni di dollari in soli montepremi ma da ragazzino, quando ancora si allenava a Bordighera, “adottato” dal Piatti Center e dalla famiglia del tecnico croato Luca Cvjetkovic, aveva convinto il papà a comprargli una macchina incordatrice portatile per risparmiare preparandosi le racchette.
maria braccini
La paura dei film horror
Legge, anche se non tantissimo, la biografia di Ibrahimovic «o libri che spiegano il perché delle cose: perché nel formaggio ci sono i buchi? perché i Flamingo sono rosa?». Non lo spaventano gli avversari, piuttosto i ragni, i film horror e le domande sulla sua vita sentimentale. Risulta fidanzato con la influencer Maria Braccini, ma non vedrete mai un loro ‘post’ insieme. «Non vedo perché dovrei farlo - commenta saggiamente - per me i social sono una parte del lavoro».
I consigli di Novak
Andreas Schonegger è stato il suo primo maestro di sci e tennis («sua madre era disperata, in casa distruggeva tutto tentando di spegnere e accendere la luce colpendo l’interruttore con la pallina»), poi sono venuti “Heby” Mayr, Andrea Spizzica, Massimo Sartori, Riccardo Piatti e Simone Vagnozzi, ma da giovane si allenava anche con Maria Sharapova e Novak Djokovic, «che mi raccomandava di variare il gioco». E ora se ne pente.
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