Tonia Mastrobuoni per “La Stampa”
atene partenone
Da qualche settimana, le consultazioni sempre più frequenti del consiglio direttivo della Bce sull’Ela, i fondi emergenziali che la banca centrale greca è autorizzata a dare alle banche elleniche, sono sempre più tese. Dopo l’ondata di panico che ha indotto i greci a portare all’estero circa due miliardi nella sola giornata di venerdì, e in previsione di un’altra emorragia da due miliardi che, nelle stime di Francoforte, avrebbe potuto pesare ieri sui forzieri delle banche elleniche, la Bce è corsa ai ripari. Dopo una riunione che una fonte definisce «nervosa», è arrivata l’autorizzazione ad alzare l’asticella dei fondi emergenziali a 87,8 miliardi di euro.
EUROTOWER BCE
Ai piani alti dell’Eurotower, il malumore per un’operazione che sta mantenendo in piedi il sistema creditizio ellenico, dunque il Paese, è palpabile. Secondo una fonte Bce «stiamo, di fatto, finanziando la corsa agli sportelli. Nessuno concede più presiti alle banche greche, ormai. Si mantengono a galla con i fondi Ela. Si sarebbe dovuto decidere un controllo dei capitali da un bel pezzo».
E guardando alla velocità con cui i greci stanno portando i loro soldi fuori dalla Paese, è anche chiaro che siamo già ad una forma di corsa agli sportelli, solo che nell’era digitale non si manifesta più con file interminabili agli sportelli. È immateriale, ma non meno pericolosa: alla fine di questa settimana, è la stima della fonte, la Grecia potrebbe essere in ginocchio, se l’emorragia di depositi continua a questo ritmo.
Eurotower
Quanto all’aumento dell’Ela, al di là delle riserve ufficiali di singoli banchieri centrali del consiglio direttivo come Jens Weidmann, ormai anche membri del comitato esecutivo, dunque del vertice ristretto, come Sabine Lautenschlaeger e Yves Mersch sono contrari da un pezzo, e persino un pragmatico come Benoit Coeure comincia a sentirsi molto a disagio. Per non parlare del presidente, Mario Draghi, da tempo «in imbarazzo», riferisce la fonte, all’idea che la Bce possa prestarsi a critiche per un presunto uso politico dell’Ela.
draghi gioca a golf a roma 2
«Troppo esposti»
Nell’Eurotower si sta rafforzando l’idea che la Bce si stia esponendo troppo, garantendo l’unico canale finanziario che tenga in piedi la Grecia, in attesa di una svolta nelle trattative. In ambienti finanziari circola, inoltre, la notizia che la Ue avrebbe autorizzato dall’inizio dell’anno le banche greche ad emettere e comprare delle obbligazioni garantite dal governo, dei «government guaranteed bonds» che vengono poi dati alla banca centrale come collaterale in cambio dell’Ela.
Un modo per aggirare il tetto che la Bce ha imposto invece sull’emissione di T-bill. Un dettaglio che viene percepito a Francoforte come un trucco per garantire un po’ di ossigeno in più ad Atene. Tanto più che le banche greche starebbero lentamente esaurendo il collateral che può essere dato in cambio dell’Ela: si stima che ne abbiamo usati già 88 miliardi su circa 95.
MARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA
Euforia affrettata
Stamattina è prevista una nuova teleconferenza dei banchieri centrali dell’eurozona sull’Ela. L’esito, riferisce la fonte, «non è scontato». Se le trattative di ieri notte saranno fallite, Francoforte potrebbe decidere «da subito» di non alzare più il tetto dell’Ela, spingendo la Grecia sull’orlo del baratro. In ogni caso, secondo un brillante analista finanziario come Andrea Boda, «il messaggio che emerge dal vertice di ieri deve essere forte: il mercato ha già scontato un accordo tra il governo Tsipras e i creditori internazionali».
renzi tsipras
La differenza, rispetto ad altre dozzine di annunci su un’intesa imminente, «è che per la prima volta Atene sembra avere le proposte giuste, che potrebbero far convergere i negoziatori». Il punto di vista del fondatore di «pianoinclinato.it» è che l’euforia dei mercati di ieri è ancora «un po’ affrettata», ma qualche elemento in più per essere ottimisti, c’è.