DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Alessandro Gonzato per “Libero Quotidiano”
Esiste un cervellone elettronico capace di predire dove e quando verrà commesso un reato. Sì vabbè, direte: si tratterà di una "bufala". Già: ne circolano tante, soprattutto sui social. Appreso dell' esistenza di questo congegno abbiamo avuto dei dubbi anche noi, e mentre scriviamo rimaniamo comunque convinti che la tecnologia, da sola, non possa estirpare la delinquenza che attanaglia le nostre città. E però i dati dicono che il sistema funziona, e difficilmente i numeri mentono.
Il cervellone in questione ha un nome, si chiama "X-Law". È un algoritmo creato dalla questura di Napoli, ed ora è stato esportato in fase sperimentale a Prato e da pochi giorni è entrato in funzione a Venezia. Il congegno lavora secondo il cosiddetto "modello euristico": significa che il ragionamento della macchina non segue una via prestabilita, ma varia a seconda delle circostanze e si adatta a queste ultime.
DATI STORICI E STATISTICI
Cerchiamo di spiegare nel dettaglio. "X-Law", ottimizzato dal dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale, si basa su una serie di dati storici e statistici inseriti dalla polizia, che variano dalla tipologia di reati commessi, agli orari, alle modalità, agli autori e ai loro precedenti.
I dati si intrecciano con la presenza sul territorio di insediamenti economici come banche o aziende, con le denunce presentate dai cittadini e le caratteristiche del tessuto urbano e sociale. L' algoritmo poggia sull' analisi secondo cui chi commette reati predatori nove volte su dieci è un criminale seriale, ossia colpisce sempre nelle stesse zone secondo lo stesso schema e nelle medesime fasce orarie, conosce le abitudini delle vittime e gli spostamenti delle forze dell' ordine. Il sistema "X-Law" si aggiorna ogni trenta minuti ed è in grado di prevedere i colpi che verranno messi a segno nelle due ore successive.
La questura di Napoli riferisce dal canto suo che il cervellone ha fatto calare l' indice di criminalità.
Non vuol dire affatto che nel capoluogo campano l' illegalità sia venuta meno, anzi, la situazione resta sempre molto preoccupante.
Ma grazie a "X-Law" ultimamente sono stati sventati un mucchio di reati. In altri casi è stato possibile cogliere gli autori sul fatto. In questo senso, dicevamo di Venezia. Dove l' algoritmo, pur entrato in funzione soltanto da poche ore, ha già permesso di arrestare in flagranza un delinquente proprio per furto aggravato.
ARRESTO IN FLAGRANZA
Il fatto è accaduto a Mestre. Nella notte tra giovedì e venerdì, alle 3.45, nella sala operativa della questura è arrivata la segnalazione del portiere di un hotel che aveva sorpreso un ladro all' interno del bar. Resosi conto di essere stato scoperto, il malvivente, un pluripregiudicato di 55 anni, ha tentato la fuga, ma dopo pochi metri è stato bloccato dai poliziotti, che però si trovavano in zona già prima che il portiere lanciasse l' allarme: l' alert di "X-Law", che al momento nel Veneziano si è rivelato azzeccato nell' 84% dei casi, aveva infatti previsto che nella zona poi colpita, tra le 3 e le 4, si sarebbe verificato un reato predatorio.
«Così - commenta con soddisfazione il questore di Venezia Danilo Gagliardi - riusciamo a fare prevenzione mirata. Le nostre pattuglie non saranno più libere di muoversi autonomamente, ma si concentreranno nelle zone più a rischio indicate in quel preciso momento dal sistema». In terraferma ci sono già quattro pattuglie che si dedicano esclusivamente alla prevenzione.
Altre due operano in centro storico.
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