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    L’INFERNO DELLE RSA – UN RAPPORTO DI "AMNESTY" ACCUSA L’ITALIA DI AVER SACRIFICATO GLI ANZIANI NELLE RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI DURANTE LA PANDEMIA – TRATTAMENTI INUMANI, TRASCURATEZZA, INCURIA, SOPRATTUTTO IN LOMBARDIA, EMILIA-ROMAGNA E VENETO, DOVE OVER 75 SONO STATI DI FATTO INTERDETTI DAGLI OSPEDALI - “CI SI È RASSEGNATI AL FATTO CHE UN PO' DI PERSONE DOVESSERO MORIRE. SCELTE SBAGLIATE DAL PUNTO DI VISTA ETICO, FATTE GUARDANDO SOLO L’ASPETTO ECONOMICO”. MA ANCHE IN GERMANIA NON SONO MESSI BENE...


     
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    1. L’ACCUSA DI AMNESTY ALL’ITALIA: “SACRIFICATI GLI ANZIANI NELLE RSA”

    Edoardo Izzo per “La Stampa

     

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    Abbandono, trascuratezza, incuria, bisogna contare fino a cinque per ricostruire il quadro delle violazioni dei diritti umani subite dagli anziani nelle Rsa nella fase più buia della pandemia. A essere violati sarebbero «il diritto alla vita, alla salute, al non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti, alla non discriminazione, al rispetto della vita privata e familiare».

     

    Il j'accuse arriva dal rapporto «Abbandonati» diffuso ieri da Amnesty International Italia, nel quale sono raccolte 87 interviste a familiari di ospiti, esperti, dirigenti e operatori sanitari delle strutture.

     

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    Sotto la lente le scelte compiute in particolare in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. A nulla è valso - sottolinea Amnesty - che la popolazione anziana fosse stata dichiarata fin dall'inizio dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) tra le più vulnerabili al virus: le Rsa sono state consapevolmente lasciate indietro rispetto agli ospedali e tutt'ora «non esistono indicazioni uniformi e univoche a livello nazionale che prevedano uno screening continuativo nelle Rsa».

     

     

    L'analisi racconta, con le parole degli operatori sanitari coinvolti, che, soprattutto in Lombardia, gli over 75 sono stati di fatto interdetti dai presidi ospedalieri. L'indicazione, per delibera regionale: «Curateli lì dove si trovano».

     

    Gianni Rufini di amnesty italia Gianni Rufini di amnesty italia

    Nelle Rsa dove a lungo è proseguito l'andirivieni, dove guanti e mascherine sono rimasti un miraggio, dove i tamponi non si facevano e dove addirittura venivano inviati i deospedalizzati «sia con Covid sia con sintomi riconducibili alla malattia».

     

     

    Il tutto senza che i dirigenti delle strutture riuscissero a reagire alle pressioni delle autorità regionali per timore di contraccolpi economici. Accanto alle inchieste giudiziarie già avviate - dice Amnesty - serve un'inchiesta pubblica totalmente indipendente. L'Italia come altri Paesi ha compiuto «scelte profondamente sbagliate da un punto di vista etico».

     

    flavio insinna flavio insinna

    Secondo Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty Italia, «ci si è rassegnati al fatto che un po' di persone dovessero morire. Quando si sono dovute fare delle scelte si sono fatte solo guardando la vita in termini economici».

     

     

    Un commento amaro anche da Flavio Insinna, attore e conduttore televisivo schierato con Amnesty: «Non voglio vivere in un Paese che butta via gli anziani e le persone fragili, che ci mette un attimo a dimenticarti».

     

    2. COVID: BILD, CATASTROFE NELLE CASE DI CURA PER ANZIANI

    Da "Ansa"

     

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    In nessun posto muoiono così tanti pazienti per o col Covid, come nelle case di cura per anziani in Germania. Lo scrive oggi la Bild, in un articolo titolato "la catastrofe del Coronavirus nell'assistenza agli anziani", nel quale il tabloid pubblica alcuni dati "drammatici" sulle percentuali delle vittime.

     

    Nel Land di Berlino, per esempio, dal primo ottobre a metà dicembre, si legge, le vittime nei centri per anziani sono state 422, e cioè il 63% del totale. Ad Amburgo, sono state 136, il che vuol dire il 65% delle vittime complessive della città anseatica. Nello Schleswig-Holstein la quota segnalata è addirittura del 90%.

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