DAGOREPORT
LE TRATTATIVE NON DECOLLANO
Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”
RIUNIONE DEL CENTRODESTRA A VILLA GRANDE
A due giorni dall'inizio delle votazioni per il Quirinale le trattative non decollano. Non c'è un nome che riesca a unire un Parlamento spaventato dall'eventualità del voto anticipato, dove si continuano a registrare posizioni differenti all'interno dei partiti che non fanno presagire tempi rapidi. In tutti gli incontri aleggia il nome di Mario Draghi, il profilo più quotato per la corsa al Colle. Eppure questa soluzione può funzionare solo se in parallelo sia garantita la continuità dell'azione di governo fino al 2023. Nell'attesa il centrodestra prova a dettare i tempi. Oggi si terrà l'attesissimo vertice a tre fra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. E da quel consesso si scoprirà se il Cavaliere deciderà o meno di scendere in campo per provare a succedere a Sergio Mattarella.
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«L'unico motivo per cui si dovrebbe ritirare è perché si convince che ha meno di 50 anni» ironizza a Montecitorio il berlusconiano Sestino Giacomoni. L'ex premier ha riunito ieri ad Arcore lo stato maggiore di Forza Italia per fare il punto sulla partita del Colle. L'ipotesi di una sua candidatura si affievolisce ora dopo ora, anche se, precisano da villa San Martino, «nulla è ancora deciso».
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«Domani (oggi per chi legge, ndr ) molto probabilmente, il presidente Berlusconi scioglierà la riserva, sentito ovviamente anche le informazioni e i pareri dei partiti di coalizione» assicura il capogruppo Paolo Barelli. Certo è che nelle stesse ore si accresce l'attivismo di Salvini, che si muove da kingmaker della coalizione. Il leader del Carroccio si dice «positivo, determinato» e garantisce attraverso una nota di aver contattato tutti i leader, a partire da quelli della maggioranza che sostiene il governo Draghi, per avvisarli del confronto di oggi del centrodestra.
meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi
Di più: ha avuto un colloquio telefonico con Meloni e Berlusconi da cui emerge che «avremo una posizione condivisa e unitaria». Ufficialmente il centrodestra sembra muoversi come un moloch. «La coalizione avrà l'onore e l'onore di proporre per il Colle una candidatura di alto profilo» dichiara il leader della Lega. Lo stesso Salvini che solo poche ore ai microfoni di Radio Libertà ammette: «Farò una o più proposte assolutamente di alto livello senza che nessuno possa permettersi veti». Sia come sia, il meloniano Francesco Lollobrigida vuole ribadire un concetto: «Per noi è importante garantire la compattezza del centrodestra e scegliere un nome di un presidente della Repubblica che sappia difendere gli interessi della Nazione. La nostra proposta sarà questa. Ovviamente ci aspettiamo che il presidente Berlusconi, che senza dubbio è all'altezza, sciolga la riserva sulla sua candidatura».
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 9
In questo contesto al mattino Enrico Letta varca l'ingresso di Palazzo Giustiniani per confrontarsi con Matteo Renzi. Va da sé, l'ordine del giorno è il Quirinale. «Ci sono 3 o 4 ipotesi. Agli italiani dico: è complicato ma giovedì o venerdì avrete un presidente» profetizza il leader di Italia viva, ospite di Myrta Merlino all'Aria che Tira (La7), che si dice in sintonia con Letta sul «patto di legislatura». Lo stesso segretario del Pd ha poi un faccia a faccia con i vertici del Sudtiroler volkspartei e Union valdotaine. Con l'obiettivo di illustrare la strategia del Nazareno che consiste in un nome super partes, in grado di convogliare il consenso di una larga maggioranza su un profilo di garanzia di autorevolezza e terzietà e su un patto di legislatura fino al 2023. Eppure un nome ancora non c'è.
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