Dagonota
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Sono tutti in brodo di giuggiole per l’Italia di Mancini. I giornaloni già esaltati dalla vendemmia di gol contro San Marino parlano di “show” azzurro dopo la goleada in amichevole contro la Repubblica Ceca (“che ha giocato 10 minuti e preso 4 reti”, cit. "Gazzetta dello Sport"). Difesa blindata, pressing, gioco, la Nazionale piace alla gente che (si) piace. Nessuno si è chiesto, ad esempio, se la qualità delle amichevoli sia stata probante per valutare l’effettiva consistenza degli azzurri.
L’Italia di Lippi che nel 2006 andò a vincere i Mondiali schiantò Olanda e Germania pochi mesi prima dell’appuntamento iridato. L’Italia di Mancini arriva agli Europei senza aver incontrato mai una grande nazionale. Sconcerti sul Corriere della Sera sottolinea l’assenza di “un uomo guida” salvo poi aggiungere: “Ma anche quello è un problema forse superato”. Superato? E come? Con la “qualità perduta dei 4-5 brevilinei” che abbiamo in rosa?
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La verità è che ci affidiamo alla squadra, al gioco, al “top player” Mancini (cit. "Sportweek") per mascherare i nostri limiti. Non c’è un fantasista in grado di cambiare la partita con una giocata. Manca una punta di livello europeo, a parte Immobile. Se le nostre speranze sono aggrappate a “Pablito” Raspadori, che a parte l’Europeo Under 21 non ha esperienza internazionale, stiamo freschi.
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Non è che la stampa sportiva italiana, affamata di riscatto dopo la mancata qualificazione ai Mondiale, sta “gonfiando” oltremodo la Nazionale di Mancini? Ci aspetta un brusco risveglio? Ah, saperlo…
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