Federico Novella per www.panorama.it
Stamattina abbiamo scoperto che l'Italia è il primo paese al mondo guidato da remoto. In pratica, siamo governati in smartworking. Il capo della taskforce per la ripartenza, Vittorio Colao, ha ammesso al Corriere della Sera di non essersi mai mosso Londra. Proprio così: l'esperto che deve far ripartire l'Italia, non si trova in Italia. E non ha nemmeno intenzione di venirci.
Colao
Motivo? Colao dice che se tornasse in patria, dovrebbe stare due settimane in quarantena: "Perderei tempo". In pratica non vuole chiudersi in casa a Roma, e dunque si chiude in casa a Londra. Spiegateci la differenza. Poi per carità, siamo tutti a favore del lavoro a distanza: ma dovevamo cominciare proprio da Colao?
Noi poveri illusi eravamo convinti che il manager fosse già tra noi: a contare le mascherine, ad incontrare la protezione civile, a sentire il polso degli imprenditori e dei commercianti, ammesso che ci sia ancora battito. Invece no. Siamo una repubblica fondata sul tele-lavoro: di Colao. Se la tanto strombazzata fase due è il tele-risultato di cotanto tele-sforzo, consentiteci perlomeno di alzare il tele-sopracciglio. Ce lo vedete, il superconsulente di Macron che gestisce tutto da Dubai? O il superesperto della Merkel smanettare col pc da Buenos Aires?
VITTORIO COLAO
Ma a noi italiani piace distinguerci. Colao dice che quando era amministratore di Vodafone, faceva tutto benissimo in teleconferenza: perché cambiare? Ormai per gestire un Paese non serve lo scatto morale: basta lo scatto alla risposta. Siccome siamo il paese con il più alto numero di telefonini pro-capite, tanto vale convertire il regime democratico in un regime telefonico. Solo una domanda, rivolta al premier Conte: per essere gestiti da un operatore collocato all'interno dell'Unione Europea, dobbiamo premere il tasto uno?
vittorio colao vodafone