incendio massarosa
incendio massarosa
MERCALLI
Giulio Gori per corrierefiorentino.corriere.it
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Dovremo convivere con estati torride, con una nuova normalità. E dovremo fare i conti, sempre di più, con la piaga degli incendi, contro i quali non abbiamo in mano strumenti efficaci. A dirlo è il professor Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, tra i massimi esperti in Italia di cambiamenti climatici.
Professor Mercalli, farà caldo ancora a lungo?
«Sarà così fino a settembre. È evidente, non si può prevedere quel che avverrà giorno per giorno, ma la tendenza è chiara: sarà un’estate molto calda e molto asciutta».
ONDATA DI CALDO A ROMA
Per anni abbiamo sentito molti negare il cambiamento climatico in atto. Oggi si può dire invece che le previsioni erano persino ottimiste?
«Mettiamo in chiaro una cosa: tutta la climatologia da 30 anni indica una precisa traiettoria. Klaus Hasselmann e Syukuro Manabe, che nel 2021 hanno vinto il Nobel per la Fisica col nostro Giorgio Parisi, addirittura nel 1967 fecero i primi modelli di simulazione sugli aumenti di temperatura. La verità è che tutti gli esperti sapevano perfettamente dove stavamo andando. A dire il contrario erano solo ciarlatani o negazionisti pagati».
Ma la situazione attuale era prevista o è peggiore?
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«Rientra nella forbice dei diversi modelli che prevedevano scenari più o meno favorevoli. Insomma, rientra nella variabilità delle simulazioni. E oggi abbiamo gli occhi puntati sull’Italia, ma un mese fa in India e in Pakistan si sono toccati i 50 gradi».
Ci si può solo abituare?
«Dovremo conviverci, ma non mi piace la parola “abituarci”. Primo, perché a un certo punto non ci si abitua ma si muore: sopra i 50 gradi l’essere umano non ce la fa, tranne le nicchie privilegiate che possono permettersi il condizionatore. Secondo, perché queste estati non sono un fatto ineluttabile, dipendono da noi: con l’Accordo di Parigi si è messa nero su bianco la strada per evitare scenari intollerabili, peccato che nessuno lo applichi».
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Un’estate così calda e senza pioggia significa che, a causa del terreno secco, dovremo fare sempre più i conti con gli incendi?
«Più caldo è più il rischio aumenta. Una volta il problema riguardava principalmente il Sud Italia, ora invece tocca tutto il Paese. Persino le Alpi, che nel 2017 hanno bruciato fino a ottobre».
Si può fare qualcosa nell’immediato per prevenire gli incendi?
«Abbiamo superfici di bosco immense, si può fare ben poco. Al limite tentare, in un’area di particolare delicatezza o pregio, di concentrare lì le forze, si può usare le tecnica del fuoco prescritto (piccoli incendi controllati e realizzati da esperti in zone a rischio per evitare eventi incontrollabili, ndr), ma non in larga scala, perché comporterebbe costi e sforzi immensi. Quindi si può solo rispettare buone regole, come evitare gli abbruciamenti».
Nel mondo non ci sono esperienze da cui imparare?
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«No, non ci sono. La California è il luogo tecnologicamente più avanzato al mondo, eppure quando ci sono i grandi incendi le città bruciano, la gente muore, vanno in fumo boschi grandi quanto la Toscana. In Australia nel 2019 è bruciato mezzo Paese. Stessa cosa in Canada, nella British Columbia. Quando un incendio va fuori controllo nessuno può più fermarlo: va avanti finché non ha finito il combustibile, tutto quello che poteva bruciare... A meno che non arrivi la pioggia».
2. GLI INCENDI MANDANO IN BLACKOUT TOTALE TRIESTE. CAOS ANCHE SULL'ALTA VELOCITÀ ROMA-FIRENZE
Stefano Benfenati per www.agi.it
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Fiamme vicino ai binari, caos sui treni e nelle stazioni con lo stop per due ore alla circolazione fra Chiusi e Orvieto sulla linea Alta Velocità Firenze – Roma. Un blackout a Trieste e disagi per gli automobilisti bloccati sull’A4: da nord a sud l’Italia brucia ed è emergenza incendi. Il rogo più vasto è scoppiato questa mattina – i vigili lavorano senza sosta- a Trieste sull’altipiano carsico. Le fiamme si sono spinte a ridosso dell'autostrada A4. Per precauzione è stato chiuso un tratto autostradale di 30 chilometri compreso tra Redipuglia e Lisert.
Coinvolta dall’incendio anche la rete di trasmissione nazionale che ha subito un blocco: poco dopo le 17 c’è stato infatti un blackout generale – durato 15 minuti - a Trieste, Muggia e nei comuni limitrofi.
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In serata il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e il vicegovernatore con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi hanno firmato un decreto di emergenza della Regione “per gestire la situazione straordinaria che si è venuta a creare nell'area del Carso triestino a seguito degli incendi boschivi che si sono sviluppati attualmente su più fronti, tra Sablici e Devetachi in comune di Doberdò del Lago, Lisert a Monfalcone e Medeazza a Duino Aurisina”.
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“Andremo ad assistere tempestivamente le persone - spiegano Fedriga e Riccardi - che sono state costrette a uscire dalla rete autostradale, a scendere dai treni, quelle rimaste bloccate in auto o sui mezzi pesanti, e le persone sfollate". Evacuati alcuni residenti in località Sablici: 5 famiglie, tutte nel centro del paese. Nessuno è rimasto ferito.
Alimentati dal vento e dalle temperature alte, gli incendi hanno colpito, oggi, varie parti d’Italia. È ripresa questa sera alle 19 la circolazione ferroviaria sulla linea Alta Velocità Firenze - Roma , e alle 20 anche su quella convenzionale, dopo lo stop, dalle 16.55, fra Chiusi e Orvieto per un incendio scoppiato in prossimità' dei binari. Le colline di Massarosa (Lucca) sono in fiamme da ieri sera e sono già bruciati 360 ettari di bosco. Evacuate per precauzione oltre 100 persone nella frazione di Fibbialla. La bretella Lucca-Viareggio è stata chiusa e riaperta per precauzione varie volte perché il fumo ha invaso la carreggiata.
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Ma non si tratta di un caso isolato. Gli equipaggi dei Canadair e degli elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento della Protezione Civile sono stati impegnati, infatti, dalle prime luci del giorno nelle operazioni di spegnimento di numerosi incendi boschivi: secondo i dati disponibili alle ore 18, sono 15 le richieste di concorso aereo ricevute dal Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del dipartimento, di cui 4 dalla Campania, 3 rispettivamente da Lazio e Calabria, una ciascuna da Friuli Venezia Giulia, Toscana, Abruzzo, Puglia e Sicilia. L’intenso lavoro dei piloti dei mezzi aerei ha permesso di mettere sotto controllo o spegnere, finora cinque roghi.
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Fiamme, nel pomeriggio, anche alle porte di Arezzo in particolare sulla collina di Santa Maria delle Grazie. I roghi, poi, non hanno risparmiato la Capitale già più volte colpita negli ultimi giorni. Tra Roma e provincia infatti sono circa 40 gli interventi dei vigili del fuoco per incendi di sterpaglie che si sono verificati tra le 11 e le 16 di oggi.
I roghi in particolare hanno interessato il quadrante nord-ovest della città per l’incendio boschivo nella zona periferica della Pisana: tre le squadre dei vigili del fuoco più gli uomini della Protezione Civile che hanno provveduto allo spegnimento e messa in sicurezza dell’area. Due le squadre che hanno operato nel comune di Bracciano per estinguere un incendio di sterpaglie terminato alle ore 14.20 circa.
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A Fiano Romano, in prossimità di via Val Casale 50, dalle ore 14 circa, sono tre invece le squadre dei pompieri impegnate per un incendio di colture. I soccorritori durante le operazioni hanno evitato che le fiamme raggiungessero strutture abitative e commerciali. Infine la scorsa notte un immenso uliveto alla periferia di Presicce, in provincia di Lecce è stato distrutto dalle fiamme.
È probabile che il rogo sia di natura dolorosa, di certo sono andati in fumo oltre 100 ulivi, alberi colpiti dal batterio della xylella. Sono stati gli automobilisti di passaggio ad allertare i vigili del fuoco giunti con diversi mezzi.
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