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    L'ULTIMATUM DI BIDEN A TIKTOK: O I PROPRIETARI CINESI VENDONO LE LORO QUOTE DELLA SOCIETÀ, OPPURE L'APP SARÀ BANDITA NEGLI USA - LA RISPOSTA DELLA PORTAVOCE DEL SOCIAL NETWORK: "SE L’OBIETTIVO È PROTEGGERE LA SICUREZZA NAZIONALE, IL DISINVESTIMENTO NON RISOLVE IL PROBLEMA". MENTRE IL MINISTERO DEGLI ESTERI DI PECHINO INVITA WASHINGTON A "SMETTERE DI DIFFONDERE INFORMAZIONI FALSE E DI SOPPRIMERE IRRAGIONEVOLMENTE LE AZIENDE INTERESSATE" - ANCHE IL REGNO UNITO È ARRIVATO UNO STOP PARZIALE ALL'APP…

     


     
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    Estratto dell'articolo di Valeria Robecco per "il Giornale"

     

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    New York Per la prima volta l’amministrazione di Joe Biden minaccia esplicitamente di vietare TikTok negli Stati Uniti.  […] Gli Usa, secondo fonti informate citate dal Wall Street Journal, hanno chiesto ai proprietari cinesi di TikTok di vendere le loro quote della società, oppure dovranno far fronte ad un possibile divieto del social nel paese.

     

    […] I dirigenti di TikTok hanno riferito che il 60% delle azioni di ByteDance è di proprietà di investitori globali, il 20% dei suoi dipendenti e un altro 20% dei suoi fondatori che hanno maggiori diritti di voto.

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    «Se l’obiettivo è proteggere la sicurezza nazionale, il disinvestimento non risolve il problema, un cambio di proprietà non imporrebbe alcuna nuova restrizione ai flussi di dati o all’accesso» ha commentato la portavoce di TikTok Maureen Shanahan. […]

     

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    Nel frattempo la Cina, tramite il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Wang Wenbin, ha chiesto agli Usa di «mettere fine agli attacchi ingiustificati» al social, sottolineando che «finora non sono riusciti a produrre le prove che minacci la sicurezza nazionale americana». Quindi ha invitato Washington a «smettere di diffondere informazioni false e a smettere di sopprimere irragionevolmente le aziende interessate».

     

    E pure da Londra è arrivato uno stop (parziale) al social. Il governo di Rishi Sunak ha deciso la messa al bando di TikTok dagli smartphone usati per lavoro dai funzionari pubblici, così come già fatto dalla Commissione Ue e da più di metà degli stati Usa. Una misura che ha effetto immediato, su cui l’app si è detta delusa.

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