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Estratto dell'articolo di Paolo Ottolina per il “Corriere della Sera”
ChatGPT è l’intelligenza artificiale (in sigla: IA) che nessuno oggi può ignorare, neppure Google che sente minacciato il suo dominio nella ricerca e ha richiamato d’urgenza i fondatori Brin e Page. […] A differenza dei modesti e frustranti assistenti robotici che le aziende usano da tempo, di solito per l’assistenza ai clienti, è sorprendentemente brillante.
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[…] Fa parte del recente filone dell’IA generativa: strumenti che partendo da una frase o una domanda possono creare testi complessi, immagini e persino video. […] ChatGpt non è tuttavia onnisciente. Anzi. Chi ha contezza di un argomento spesso si accorge che nelle risposte ci sono enormi corbellerie o cose inventate di sana pianta.
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[…] Perché succede? «Perché il funzionamento del modello è stocastico, non conosce la verità ma ordina le parole secondo una probabilità statistica che siano corrette» spiega Emanuela Girardi, esperta di IA, fondatrice e Presidente di Pop AI. Poi aggiunge: «L’accuratezza di questi modelli era intorno al 60-65%. Oggi si stima anche un 85-90% ma il margine di errore è ancora elevato. […]».
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La semplicità è uno dei segreti del successo di ChatGpt. […]È educato, un po’ ruffiano, non molto brillante ma non privo di ironia, benché politicamente corretto per evitare risposte controverse. Si è rifiutato di inventare «una barzelletta su italiani, francesi e tedeschi» perché «la diversità culturale è qualcosa da celebrare e rispettare, non qualcosa su cui fare battute». In compenso sa inventare giochi di parole […]
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«La cosa più strabiliante? Fa capire a tutti l’impatto del’intelligenza artificiale, che sta entrando nella vita quotidiana e in tanti ambiti di lavoro. Un esempio banale? Avere la minuta di una riunione in modo automatico. […]» conclude Emanuela Girardi.