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    “ASSUMONO A TEMPO INDETERMINATO PIÙ UOMINI” – LA BOMBETTA DELLE DIPENDENTI DEL NEGOZIO PRIMARK DI ROMA CHE LAMENTANO UNA DISCRIMINAZIONE DI GENERE – LA DENUNCIA È ARRIVATA ALL’ORECCHIO DEL DEPUTATO MICHELE ANZALDI CHE HA PRESENTATO UN’INTERROGAZIONE AL MINISTERO DEL LAVORO: “NEL PUNTO VENDITA AL CENTRO COMMERICIALE MAXIMO LAVORANO CIRCA 300 ADDETTI, MA PARE SIANO STATI CONVERTITI, A TEMPO INDETERMINATO, QUASI ESCLUSIVAMENTE CONTRATTI DI LAVORATORI MASCHI…”


     
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    Alessia Strinati per www.leggo.it

     

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    Le dipendenti di Primark denuciano il fatto che l'azienda assuma a tempo indeterminato solo gli uomini. Ci sarebbe un numero maggiore di stabilizzazioni di contratto per gli uomini rispetto alle donne, una denuncia che è arrivata al deputato Michele Anzaldi che ha presentato un'interrogazione per capire di più.

     

    Anzaldi ha presentato al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali un'interrogazione in merito a quanto sta accadendo nel negozio Primark di Roma, la nota catena di abbigliamento low cost. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat è emerso che da aprile 2022 gli occupati tornano a scendere con la sola eccezione dei contratti a tempo determinato il cui aumento prosegue senza sosta raggiungendo quota 3 milioni e 166 mila.

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    «Ancora più preoccupanti sono i dati sul fronte dell’occupazione femminile», spiega, «che registrano una battuta di arresto rispetto al mese precedente: mentre i lavoratori uomini salgono di 31 mila unità, le donne scendono di 43 mila. Secondo gli utili dati a livello europeo, nel 2020 in media in Ue sono state occupate il 73,2% delle donne tra 20 e 49 anni contro l’83,9% degli uomini della stessa età. In assenza di figli, il divario si riduce: le donne europee che lavorano sono il 76,2%, gli uomini il 79,1%. Viceversa invece i divari tendono purtroppo ad allargarsi: le donne con figli occupate scendono al 71,2% mentre il tasso di occupazione per gli uomini sale all’89,1%. Un gap che quindi passa da meno di 3 a quasi 18 punti di differenza; tale dinamica è ancora più evidente in Italia».

     

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    Nella fascia tra 20 e 49 anni, nel nostro Paese in presenza di un figlio lavora l’83,5% dei maschi e solo il 55,2% delle donne. «Un divario superiore ai 28 punti percentuali (28,3%), più ampio non solo della media Ue (17,9 punti) ma anche rispetto a quello di tutti gli altri paesi europei. Superiore ad esempio a quello greco (27 punti), ceco (26,5), ungherese (26,3) e slovacco (22,8); in presenza di un figlio, risultano occupate meno del 58% delle donne italiane tra 20 e 49 anni, ma la quota supera l'80% in Slovenia, Austria, Portogallo, Germania, Malta, Svezia e Lituania. Addirittura l’ 81,2% delle donne danesi con almeno 3 figli sono occupate, più di quelle italiane con un figlio (57,8%)».

     

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    Sono sempre più le grandi aziende che utilizzano contratti a tempo determinato, come Ikea Italia che fa contratti part time e propone straordinari ai lavoratori che sperano nella stabilizzazione e pare che una cosa simile stia accadendo anche presso il negozio Primark Italia di Roma. In questo store sono offerti contratti a tempo determinati di poche settimane o mesi, contratti che non vengono poi rinnovati. Anzaldi spiega nell'interrogazione: «Risulterebbe inoltre, per quanto riguarda il gap occupazionale di genere, che recentemente nel punto Primark del centro commerciale Maximo di Roma nel quale lavorano circa 300 addetti, siano stati convertiti, a tempo indeterminato, quasi esclusivamente contratti di lavoratori maschi». A tal riguardo, qualora le informazioni riportate siano vere, chiede che venga fatta chiarezza. 

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