Lorenzo Lamperti per “la Stampa”
ondata di contagi covid in cina
Tre morti, un morto, zero morti. I dati ufficiali rilasciati quotidianamente fino a qualche giorno fa dalle autorità cinesi sulle vittime da Covid-19 mostravano una situazione rassicurante. Le autorità sanitarie hanno dichiarato ieri che l'ondata di contagi «ha già raggiunto il picco» in alcune città. La realtà appare diversa. Secondo Airfinity starebbero morendo ogni giorno circa 9 mila persone contagiate dal virus.
Un numero raddoppiato rispetto a quello di una settimana fa e che porta la società di dati sanitari britannica a stimare un picco di casi di 3,7 milioni per il 13 gennaio e addirittura 1,7 milioni di morti entro aprile. Le autorità smentiscono previsioni così drammatiche, ma negli ospedali e nelle farmacie cinesi la situazione è spesso fuori controllo. A Nanchino, il Drum Tower Hospital ha la metà dei medici e infermieri positivi.
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A Pechino diversi centri sportivi precedentemente utilizzati come centri di quarantena sono stati riadattati a pronto soccorso. In diversi video circolati sui social si vedono pazienti, molti dei quali anziani, coricati su barelle o lettini in atri affollati o vicino ad ascensori e aree pubbliche.
Audio e altre testimonianze su WeChat raccontano di «flussi interminabili» di pazienti. Secondo Reuters, a dicembre le gare d'appalto indette dagli ospedali per l'acquisto di ventilatori sono state da due a tre volte più alte rispetto ai mesi precedenti. Grandi preoccupazioni anche per le province rurali, dove le struttura sanitarie sono più carenti. In tutto ciò, molti cinesi guardano all'estero per i vaccini. Il turismo vaccinale che si è creato nell'ex colonia portoghese di Macao potrebbe ripetersi altrove su scala maggiore.
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Da gennaio le autorità riprenderanno a rilasciare e rinnovare passaporti. Negli scorsi tre anni venivano approvati solo viaggi d'affari urgenti e soggiorni di studio. Già in molti progettano viaggi che potrebbero avere non solo scopi turistici o di business ma anche sanitari, con la prenotazione di vaccini oppure l'acquisto di medicinali che in questo momento sono difficili da reperire nelle farmacie cinesi prese d'assalto dalla fine delle restrizioni.
C'è chi immagina che si tratti di una valutazione fatta anche dal governo quando ha deciso di riaprire i confini. Il flusso internazionale di cittadini cinesi potrebbe portare a nuove tensioni politiche (con potenziali rischi di sinofobia verso i singoli come già accaduto a inizio 2020), soprattutto tra Cina e Stati Uniti. Ieri, Pechino ha chiesto di attenersi a «criteri scientifici» sui test d'ingresso imposti in diversi Paesi a chi proviene dalla Cina. Ma c'è anche chi intravede un'opportunità.
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La Thailandia sta per esempio prendendo in considerazione l'ipotesi di offrire gratis la vaccinazione anti Covid ai turisti cinesi, per incentivare un flusso che ha sempre rappresentato un'entrata fondamentale per le casse statali. Se la proposta sarà approvata, la spesa per l'acquisto dei vaccini sarà a carico del ministero della Salute. In cambio, la prospettiva stimata da Bangkok di ricevere circa 5 milioni di turisti cinesi nel 2023.
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