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    SPOSTIAMO IL CAPPIO UN PO' PIU' IN LÀ - LA COMMISSIONE UE PROPONE DI SOSPENDERE IL PATTO DI STABILITÀ FINO ALLA FINE DEL 2022 - LA DECISIONE FINALE SARÀ ADOTTATA A MAGGIO, DOPO UN CONFRONTO CON GLI STATI MEMBRI E LA PUBBLICAZIONE DELLE PREVISIONI ECONOMICHE DI PRIMAVERA - DOMBROVSKIS: "CONFERMIAMO POLITICHE FISCALI ESPANSIVE ANCHE PER IL 2022, MA DOBBIAMO TENERE D' OCCHIO PURE LA QUALITÀ DELLE FINANZE PUBBLICHE…" - IL PIZZINO ALL'ITALIA: "AI PAESI CON ALTO DEBITO CONSIGLIO UNA POLITICA FISCALE PRUDENTE…"


     
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    Gabriele Rosana per "il Messaggero"

     

    «Meglio sbagliare facendo troppo che troppo poco». Paolo Gentiloni, commissario europeo all' Economia, ha annunciato così, ieri, l'intenzione di Bruxelles di prorogare per tutto il 2022 la sospensione del Patto di stabilità e crescita. Confermati anche gli aiuti di Stato per sostenere la ripresa economica.

    paolo gentiloni valdis dombrovskis paolo gentiloni valdis dombrovskis

     

    La misura, adottata per la prima volta esattamente un anno fa, ha consentito di derogare alla disciplina Ue sui conti pubblici, «un riconoscimento della gravità della crisi in atto e la dichiarazione della nostra volontà di prendere tutte le misure necessarie» per affrontare la pandemia. «La battaglia contro il virus non è ancora vinta e dobbiamo assicurarci che non si ripetano gli stessi errori fatti in passato», al tempo della crisi finanziaria. Nessun ritiro affrettato del sostegno pubblico all' economia, che continuerà finché ve ne sarà bisogno, ha ricordato l' ex premier italiano: «Il modo migliore per garantire la sostenibilità del debito pubblico è l' appoggio alla ripresa».

    MERKEL URSULA VON DER LEYEN MERKEL URSULA VON DER LEYEN

     

    La decisione finale sulla sospensione del Patto di stabilità e crescita sarà adottata a maggio, dopo un confronto con gli Stati membri e la pubblicazione delle previsioni economiche di primavera.

     

    La riattivazione del Patto sarà valutata in futuro sulla base di criteri quantitativi e alla luce del livello di attività economica rispetto ai numeri pre-crisi: secondo le stime preliminari della Commissione, il Pil nell' Unione europea e nella zona euro dovrebbe tornare ai valori di fine 2019 intorno a metà 2022. «In questo caso, possiamo immaginare un ritorno alla disciplina sui conti pubblici a partire dal 2023», ha spiegato Valdis Dombrovskis, il vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile dei portafogli economici e capofila dei falchi, che ancora qualche settimana fa considerava possibile la riattivazione della disciplina di bilancio già l' anno prossimo. Il derby Ue sulle finanze pubbliche con le colombe, insomma, va avanti, ma ad andare in porta sono queste ultime.

    GENTILONI DOMBROVSKIS GENTILONI DOMBROVSKIS

     

    ESPANSIONE

    «Confermiamo politiche fiscali espansive anche per il 2022, ma dobbiamo tenere d' occhio pure la qualità delle finanze pubbliche», ha però messo in guardia Dombrovskis, ricordando poi l' opportunità rappresentata dai 672,5 miliardi di euro previsti dal Recovery Plan Next Generation Eu (312,5 di sussidi e 360 di prestiti) per finanziare la ripresa degli Stati membri, «una possibilità unica di sostenere l' economia senza appesantire i conti pubblici» e stimolare «l' introduzione di riforme per aumentare la produttività».

     

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    Un invito che il vicepresidente dell' esecutivo Ue ha rivolto anche all' Italia e agli Stati con un alto livello di debito pubblico, consigliando «una politica fiscale prudente, e un impiego dei fondi di Next Generation Eu per finanziare investimenti aggiuntivi e di alta qualità».

     

    Nella seconda metà dell' anno, Bruxelles vuole anche riprendere un discorso che aveva appena avviato un anno fa, quando fu messo in pausa dall' emergenza: una revisione globale del Patto di stabilità e crescita. «La pandemia e la necessità di ricostruire meglio ha detto Gentiloni - non hanno fatto altro che rafforzare gli argomenti a sostegno di una revisione» di regole sulla governance economica pensate prima della crisi, tra cui il rapporto del 3% fra deficit e Pil e il 60% fra debito pubblico e Pil.

    PAOLO GENTILONI VALDIS DOMBROVSKIS PAOLO GENTILONI VALDIS DOMBROVSKIS

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