Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
dago arbore quelli della notte
Milan Kundera e la televisione. Come è già stato sottolineato, il paradosso della notorietà in Italia di Milan Kundera nasce dalle reiterate e surreali citazioni di Roberto D’Agostino a Quelli della notte (1985). Strano destino per uno scrittore che non amava apparire e detestava il kitsch. Di lui si ricorda la famosa e unica apparizione ad Apostrophes , la celebre trasmissione letteraria di Bernard Pivot (era il 27 gennaio 1984, per un certo periodo è circolato persino un dvd della serata), ma pochi sanno che Kundera è apparso anche alla tv italiana.
dago arbore quelli della notte il paninaro
Era il 1980 e in Italia era appena uscito da Bompiani Il libro del riso e dell’oblio . Anche la Rai, dal 1967, aveva un bel programma di libri voluto da Raffaele Crovi, si chiamava Tuttilibri , la conduzione della stagione 79-80 era stata affidata a Guglielmo Zucconi. Nel frammento conservato dalle Teche, c’è una voce fuori campo che pone alcune domande.
Kundera risponde in francese ed è tradotto da un’altra voce fuori campo (una situazione un po’ assurda per un autore così sorvegliato nel curare le traduzioni dei suoi libri).
milan kundera 9
Dice Kundera «L’io è la somma di ciò che abbiamo nella nostra memoria: la morte, infatti, è terribile non perché perdiamo l’avvenire, ma perché perdiamo il nostro passato». E prosegue: «La morte è sempre presente nella nostra vita quotidiana sotto forma di oblio».
Non solo Kundera non è più apparso in televisione, non solo ha cessato di dare interviste («Nel giugno 1985 ho preso una decisione definitiva: mai più interviste. Con l’eccezione dei dialoghi, trascritti in collaborazione con me e accompagnati dal mio copyright, tutte le mie parole riferite devono considerarsi, a partire da quella data, come dei falsi»), ma la sua grande ossessione letteraria è, appunto, l’oblio. Nelle sue pagine, si vedono agire quegli agenti dell’«errore universale», di cui si comporrebbe la storia; il loro compito principale è quello di fomentare l’opera dell’oblio e della devastazione: «l’angelo della rapina» presiede sovrano. Per andare avanti, ci è solo concesso di dimenticare (e noi siamo qui a ricordarlo).
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